La Febbre del Nilo sta uccidendo ancora

24/08/2018 di Redazione

La Febbre del Nilo sta uccidendo ancora. Lunedì scorso Zeno Bisoffi, a capo del Dipartimento di malattie infettive e tropicali dell’Ospedale Sacro Cuore di Negrar, in provincia di Verona, ha fatto sapere che: «I casi mortali finora sono stati quattro in Veneto e quattro in Emilia Romagna, riguardano tutti persone molto anziane e con gravi malattie». Il bollettino pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 22 agosto ha riportato un bilancio di 255 casi confermati e 10 morti.

Ora il bilancio delle vittime si aggrava. È di poche ore fa la notizia di una prima vittima del virus West Nile nella provincia di Mantova. All’ospedale Carlo Poma della città lombarda si è spenta ieri una 77enne residente a Castelletto Borgo, frazione di Mantova. Eda Taffurelli, un’operaia in pensione, era stata ricoverata il 14 agosto scorso in preda a una febbre altissima. È deceduta senza mai riprendere conoscenza. La donna soffriva di altre patologie. Ma sono altre sei le persone ricoverate al Poma per la Febbre del Nilo, tutte anziane e con malattie neuro invasive, ora in via di guarigione. Finora i casi di Febbre del Nilo sono stati registrati a Mantova, tre, e a Quistello, Moglia, Felonica e Suzzara.

Febbre del Nilo, nel 2018 numero record di vittime del virus West Nile

Il 2018 è un anno da record di vittime del virus West Nile. Lo scorso anno c’era stato un solo morto. Il rischio di decesso resta comunque molto basso, pari allo 0,4 per mille: perdono la vita 4 persone su 10mila tra quelle che si infettano. Ma i contagi del virus trasmesso dalle zanzare nostrane rappresentano solo la punta di un iceberg, visto che l’infezione nella maggior parte dei casi passa inosservata. In genere non ci sono sintomi. I contagi reali sono insomma molti di più di quelli segnalati.

In tutto il 2017 infatti erano stati registrati soltanto 55 casi e un morto. Dei casi identificati quest’anno, ha spiegato il bollettino dell’Iss di due giorni fa, «103 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva di cui 10 deceduti (3 in Veneto, 7 in Emilia-Romagna), 112 casi come Febbre confermata e 40 casi identificati in donatore di sangue. Sono stati segnalati 3 casi di Usutu virus (1 Veneto, 2 Emilia-Romagna)». Fino a questo momento, ha specificato il bollettino del Centro Nazionale Sangue dell’Iss, il virus è stato trovato in campioni di animali o persone di 36 province di nord Italia e Sardegna.

Il piano straordinario in Veneto

L’assessore regionale veneto alla Sanità, Luca Coletto, intanto ha annunciato la predisposizione di «un vero e proprio piano straordinario di disinfestazione a tappeto che potrebbe prendere il via già nei primi giorni di settembre». «Alla luce dell’andamento dei contagi umani del virus West Nile trasmesso dalla zanzara Culex Pipiens, e delle richieste di aiuto giunte dai Comuni, che sulla base delle norme nazionali sono responsabili degli interventi, la Regione del Veneto ha deciso di passare alle maniere forti». Coletto ha parlato a conclusione di una serie di valutazioni collegiali, compiute con il governatore del Veneto Luca Zaia, il direttore generale della Sanità veneta Domenico Mantoan e i tecnici della Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale.

«I monitoraggi effettuati in queste settimane e le indicazioni degli esperti – ha dichiarato Coletto – vanno in un’unica direzione: intervenire radicalmente, ed è quello che faremo. La disinfestazione sarà sia adulticida che larvicida, in modo da produrre effetti immediati sulle zanzare adulte, ma anche sul quadro futuro, stante che la causa prima del fenomeno, una stagione con clima di tipo tropicale molto caldo e umido, potrebbe ripetersi». Il costo dell’operazione si aggira tra i 400 e i 500 mila euro, che verranno stanziati dalla Regione.

(Foto di copertina Dpa da archivio Ansa: il corridoio di un ospedale: Credit immagine: Hans-Jürgen Wiedl / dpa-Zentralbild / ZB)

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