Martina Levato, la donna dell’acido e il figlio fuori dalla clinica

21/08/2015 di Redazione

Martina Levato e Alexander Boettcher, madre e figlio fuori dalla clinica: “Separateli”. Oggi alle 8 la Mangiagalli di Milano ha firmato i provvedimenti di dimissione per Martina Levato, la donna condannata a 14 anni di carcere per l’aggressione a Pietro Barbini, suo ex compagno, e per il figlio, il piccolo Achille, il destino del quale è ancora sub iudice. Continua infatti il procedimento davanti al tribunale dei minori, ma nel frattempo, ci si chiede, i due che fine faranno?

MARTINA LEVATO, LA DONNA DELL’ACIDO E IL FIGLIO FUORI DALLA CLINICA

Per Martina Levato la destinazione, chiarisce il Corriere della Sera, è naturalmente il carcere di San Vittore: o nel braccio ordinario, insieme agli altri detenuti, o nell’Istituto di Custodia Attenuata, comunque sotto la giurisdizione della casa circondariale milanese.

Alle 8 del mattino di venerdì erano pronte le lettere di dimissioni, stilate dai responsabili dell’ospedale, sia per la mamma che per il bambino. Alle 9, per prendere le lettere e prendersi cura del minore, sono arrivati due funzionari del Comune di Milano (al quale è affidato) insieme con l’assistente sociale, in attesa che arrivi – a breve – il provvedimento ufficiale del Tribunale dei minori. Tuttavia, verso le 10.30 Martina ha visto, come nei giorni precedenti, il suo bambino, come ha riferito l’avvocato Stefano De Cesare, legale della ragazza.

Elisabetta Andreis precisa che dall’infermeria del carcere ha preso contatti con la Mangiagalli per avere contezza della terapia proposta alla donna dopo il parto. Quattro agenti in borghese piantonano la stanza della donna, oltre a quelli in uniforme che già da giorni garantivano l’ordine pubblico.

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E il bambino? Per il tribunale, lui e la madre devono essere separati. La difesa di Martina ha presentato una corposa istanza chiedendo che si torni su questa decisione, in maniera più o meno incisiva a seconda di quanto deciderà il giudice.

Venerdì mattina gli avvocati Stefano De Cesare e Laura Cossar hanno depositato una nuova istanza al Tribunale per i minorenni chiedendo che i madre e figlio siano trasferiti assieme all’Icam, Istituto di custodia per madri detenute con figli. In subordine la difesa ha chiesto il trasferimento in una comunità di don Mazzi. Per la difesa la ragazza deve poter allattare. In estremo subordine i difensori hanno chiesto ai giudici che il piccolo venga affidato ai nonni materni, in attesa della conclusione del procedimento sull’adottabilità. Nell’istanza i difensori chiedono inoltre che vengano allargati fino ad almeno 4 ore i tempi di visita della donna al suo bambino e anche che abbia la possibilità di allattarlo direttamente.

Nel frattempo si è risolta anche la questione amministrativa relativa alla paternità di Alexander Boettcher, che attualmente è in carcere a San Vittore; grazie all’interessamento del sindaco Giuliano Pisapia, un messo comunale è andato presso la casa circondariale per garantire che l’uomo potesse effettuare il riconoscimento del bambino.

Il legale di Alexander Boettcher depositerà a breve un’altra istanza al Tribunale di Milano per chiedere che il broker possa vedere il figlio, e stavolta si attende esito positivo. Il riconoscimento da parte di Boettcher consentirà ora anche alla madre di lui, Patrizia Ravasi, di prendere parte al procedimento per l’adozione del bambino.

Foto copertina: Ansa

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