Funerale shock di Casamonica: il giorno delle polemiche

Funerale Casamonica, il giorno delle polemiche dopo le esequie in pompa magna, con tanto di Rolls Royce, carrozza ed elicottero per quello che i pannelli attaccati sopra la parrocchia del quartiere Don Bosco definivano “il Re di Roma”. Come è stato possibile che nella Capitale d’Italia si tenessero delle esequie così sfrontate per un noto boss mafioso? Dove erano il Comune e la Prefettura? E sopratutto dove era il Vicariato di Roma, perché al parroco non è stato chiesto un comportamento diverso? Per il lancio dei fiori l’Enac non era informata. La torre di controllo ha concesso solo l’attraversamento verso la Romanina. Si è proceduto quindi alla sospensione della licenza dell’elicotterista.

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LUCIANO CASAMONICA: “VITTORIO ERA UNA BRAVA PERSONA, LO GIUDICHERA’ DIO”

Come se nulla fosse, Luciano Casamonica, nipote di Vittorio, si rivolge direttamente al ministero dell’Interno per portare la voce della famiglia: “Vittorio era una bravissima persona”, e comunque, aggiunge, “solo Dio può giudicare”

Se io faccio un matrimonio e prendo la Rolls Royce non è che c’è la mafia. Noi Casamonica abbiamo sempre fatto le feste alla grande, da quando siamo qui a Roma. Signor Alfano non siamo mafiosi, non siamo persone cattive. Quando se ne va qualcuno, soltanto Dio giudica, non la politica. Mafia? È tutta un’altra cosa, Vittorio era una bravissima persona. Noi sapevamo che doveva morire e abbiamo fatto di tutto per accontentarlo: gli piacevano tanto le feste, non volevamo fare una cosa di pianto. È usanza, sono anni che quando muore uno dei nostri vecchi si usano le carrozze e i cavalli.

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FUNERALE CASAMONICA, SAVIANO: “NEGARONO A WELBY E CONCEDONO AL CAPO CLAN”

Lo scrittore Roberto Saviano ha postato un messaggio su Twitter: “La chiesa che negò i funerali a Piergiorgio Welby ieri li ha concessi in pompa magna al capo clan Vittorio Casamonica”

FUNERALE CASAMONICA, IL PARROCO: “QUEL CHE ACCADE FUORI DALLA CHIESA NON MI RIGUARDA”

Sul lato ecclesiale della vicenda, il vaticanista del Fatto Quotidiano online, Francesco Grana, ha informazioni di prima mano provenienti dall’episcopato romano. «L’esponente di un clan – ha spiegato il sacerdote a Sky – è comunque dentro la Chiesa. A me hanno fatto solo vedere un foglietto che diceva che era un cattolico praticante e che lasciava moglie e figli. Di tutto l’ambaradam che c’era fuori non sapevo nulla perché ero già preparato per la funzione. C’erano 500 persone fuori. I manifesti sui muri della chiesa? Me l’hanno detto i miei collaboratori, ma li hanno tolti subito. Quello con Vittorio Casamonica vestito da papa? Non ne sapevo nulla».

Fonti del vicariato di Roma, dove le immagini “hollywoodiane” delle esequie hanno provocato forte imbarazzo, spiegano a ilfattoquotidiano.it come è stato organizzato il funerale del boss Casamonica. Il sacerdote salesiano don Giancarlo Manieri, parroco della chiesa di San Giovanni Bosco a Roma, “ha accettato di celebrare le esequie in nome della misericordia di Dio chiedendo, però, massima discrezione. E così è avvenuto all’interno della chiesa. Tutto – sottolineano dal vicariato – si è svolto in maniera ordinata”. Al termine della celebrazione, però, sul piazzale antistante la parrocchia è andato in scena una sorta di funerale bis in modo trionfale. “Il parroco – precisano ancora dal vicariato – non si è accorto di nulla. Nemmeno dei manifesti del boss vestito da Papa poggiati sull’edificio della sua chiesa. Forse – replica la curia di Roma – sarebbe dovuto toccare ad altre istituzioni intervenire in quel momento”.

guarda il video di Sky:

In un’intervista a Repubblica, il parroco ribadisce questa versione: io ho celebrato solo il funerale, quel che accade fuori dalla Chiesa non mi riguarda. Una posizione in effetti davvero poco credibile e che è stata smentita dalla moglie di Pierfrancesco Welby, protagonista delle campagne per i diritti civili e per il testamento biologico a cui è stato negato il funerale cattolico nella stessa chiesa.

La versione però non regge: quei manifesti con il boss Casamonica ritratto in posa quasi papale,  crocifisso al collo e abito bianco splendente, erano stati affissi già la mattina. A sostenerlo è la stessa Welby.”Ero passata proprio oggi davanti alla chiesa -dice la moglie dell’attivista radicale, morto per eutanasia – e avevo visto quei cartelli, con un signore definito Re di Roma: sembrava il Papa, con quel vestito bianco. Non avevo capito che si trattasse di Casamonica, altrimenti mi sarei irritata”.

Insomma, sembra che il presbitero abbia perso un po’ il controllo della situazione; senza contare che in quella zona di Roma i Casamonica, da anni, fanno il bello e il cattivo tempo e questo funerale – sulle note del Padrino – sarebbe semplicemente l’ennesima dimostrazione del loro potere sulla città.

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Ne è convinto l’assessore alla legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella, che ha notato ieri come lo sfarzo dei Casamonica abbia paragoni soltanto con quanto avveniva nella Sicilia dei migliori tempi d’oro della mafia.

La Roll Royce – spiega Sabella – è la vettura solitamente utilizzata per tutti i matrimoni dei boss di Cosa nostra, i funerali dei capi mafia degli anni ’60 e ’70 vedevano sempre presenti cavalli bardati di ottone che trainavano il carro funebre e anche Leoluca Bagarella aveva scelto quale sottofondo musicale per il video delle sue nozze la musica de Il Padrino. L’elicottero, per l’impiego del quale verificheremo se sussistevano le dovute autorizzazioni, e che pare una novità, è chiaramente finalizzato a una ulteriore spettacolarizzazione di un evento doloroso per dimostrare ai ‘sudditi’ la potenza e la ricchezza del defunto Re e dei suoi principi ereditari e per marcare la capacità del sodalizio di agire come se non solo la terra ma anche il cielo della Capitale sia cosa loro

Così l’assessore, anche se sono in molti a chiedersi perché il Comune si sia lasciato sfuggire quanto stava per succedere nel quartiere Don Bosco. La Prefettura, da parte sua, sembra cadere dalle nuvole; il ministro degli Interni Angelino Alfano, attaccato dal Partito Democratico e da SeL, ha chiesto al rappresentante locale del governo di relazionare al più presto sull’accaduto.

Di questa vicenda la Prefettura non aveva alcuna contezza. Ne chiederemo conto, per cercare di capire, al di là dei clamori, eventuali responsabilità. Senza dubbio c’è stato un difetto di comunicazione, e questo lo dico senza voler fare processi, né mettere nessuno sul banco degli imputati. Dunque è opportuno capire i termini precisi di quanto avvenuto, senza sottovalutare, ma senza nemmeno farci trascinare dal clamore. Aspetto che gli uffici mi riferiscano e poi decideremo

Il gruppo parlamentare di SeL alla Camera dei Deputati in un’interrogazione parlamentare chiederà ad Angelino Alfano informazioni puntuali, ed auspica che anche l’autorità religiosa “prenda le distanze dall’accaduto”.

Non può essere consentito a nessuno l’apologia della malavita. Chiediamo che vengano prese le distanze da parte delle autorità religiose

Anche il Movimento Cinque Stelle prende posizione: il gruppo parlamentare del M5S congiunto Camera e Senato chiede, con un post sul blog di Beppe Grillo, le dimissioni del sindaco Ignazio Marino all’indomani delle prese di posizione del governo sulla relazione del prefetto Franco Gabrielli, quelle su Mafia Capitale; non mancano le critiche a tutti i livelli del governo, dal prefetto appunto, al ministro e al presidente del Consiglio.

Gabrielli si indigna, eppure la sua relazione non vuole lo scioglimento per mafia di Roma. Marino si indigna, ma come sempre solo il giorno dopo, perché prima non ha visto né sentito. Orfini si indigna, mentre la magistratura ha arrestato uomini del PD per collusione. Infine si indigna Alfano, il peggior ministro dell’Interno di sempre, che il 27 agosto dovrà relazionare sullo scioglimento per mafia di Roma: che cosa farà, dirà ancora che non c’è mafia, che non ci sono infiltrazioni o avranno bisogno di un altro funerale per capire chi comanda per davvero nella capitale d’Italia? (…) Perché nessuno si è indignato per la richiesta di scioglimento per mafia del comune di Sacrofano, comune alle porte di Roma? Perché nessuno si rende conto che Mafia Capitale ha condizionato e sta condizionando non solo il territorio comunale di Roma ma anche di molti altri comuni limitrofi? Siamo gli unici che si rendono conto della gravità della situazione, non abbiamo bisogno di vederli in mezzo alla strada gli uomini con la coppola per capire quanta mafia ci sia. Se la politica è così indignata, il 27 agosto Alfano e Renzi devono sciogliere il comune di Roma, e Marino potrebbe avere un sussulto di dignità e dimettersi.

Il sindaco Marino, dal canto suo, è intervenuto con un post su Facebook: «La mafia a Roma esiste. L’ho affermato in campagna elettorale e l’ho ribadito da sindaco, quasi inascoltato. La mia voce oggi è meno isolata» – scrive il primo cittadino romano, facendo riferimento anche a un post sul proprio sito web in cui si legge:

Dopo gli arresti della Procura di Roma è stato un funerale a svelare al mondo il contesto criminale nel quale la mia Amministrazione si è trovata, sin dall’inizio, ad operare. […]

Oggi, lo straordinario impegno del prefetto Franco Gabrielli, il lavoro determinato e insensibile alle minacce ricevute che stiamo compiendo ad Ostia, e la nuova consapevolezza della presenza di questo cancro metastatico nella nostra comunità, stanno spingendo tutte le forze democratiche ad unirsi per contrastare questi fenomeni, che sono chiaramente mafiosi. La mia voce oggi è meno isolata. Il 27 agosto 2015 il Consiglio dei Ministri riceverà la relazione del Ministro Angelino Alfano e quella sarà l’occasione non solo per fare il punto su un eventuale inquinamento mafioso del Campidoglio – sul quale non mi pronuncio – ma ritengo anche per stabilire quali azioni ulteriori intraprendere perché a Roma vinca la legalità, patrimonio della stragrande maggioranza dei romani e degli italiani.

Foto Copertina: Da Facebook

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