Podemos cancella la corrida

Niente più soldi pubblici, come già promesso in campagna elettorale. Nella città spagnole dove ha trionfato alle elezioni locali, la nuova sinistra di Podemos sta rottamando e cancellando (di fatto) la corrida, la più antica e (a dir poco) controversa tradizione spagnola. Difesa da tradizionalisti e lobby del settore, ma contestata come pratica barbara da animalisti e da chi spinge per un diverso utilizzo delle risorse statali, soprattutto in tempi di crisi. Così, da Madrid ad Alicante, i sindaci legati al movimento di Pablo Iglesias hanno già tagliato i fondi, come spiega Vittorio Sabadin sulla “Stampa“, per quello che considerando soltanto come un “retaggio del passato”. Da archiviare una volta per tutte.

Spagna Podemos Madrid barcellona

Leggi anche: Podemos, il partito della sinistra spagnola anticasta: tutto quello che c’è da sapere

CORRIDA ROTTAMATA DA PODEMOS –

Manuela Carmena è da poche settimane il nuovo alcalde (sindaco) dalla capitale iberica: 71enne ed ex giudice eletta con la piattaforma di sinistra Ahora Madrid (che comprende anche Podemos) ha avvertito che nelle arene dove si svolge la corrida non saranno più spesi soldi pubblici. Non è l’unica, come si legge sul quotidiano piemontese:

«Ad Alicante la corsa dei tori estiva è stata sostituita da una corsa in bici e si terrà un referendum per abolire i combattimenti. Saragozza ha finalmente vietato la festa in cui si legavano fuochi d’artificio alle corna dei tori, Valencia ha bloccato i finanziamenti alla Feira de Julio, Gandia ha bandito le corride, Villafranca de los Caballeros ha cancellato il festival di agosto e destinato i soldi all’acquisto di libri scolastici, Denìa ha depennato la festa del «bous a la mar», nella quale un toro veniva costretto dalla folla a entrare in mare. Barcellona aveva già abolito le corride nel 2011, dopo 600 anni di storia».

CORRIDA, CHI LA RIMPIANGE –

Eppure, nonostante le storiche critiche, c’è ancora chi rimpiange la corrida:

«La popolarità raggiunta dai toreri più leggendari, come Manuel Benitez, Josè Ortega, Joselito, Manolete, non è dovuta a un presunto gusto del sangue dal quale bisogna redimere i barbari spagnoli. È qualcosa di più, un sentimento coinvolgente e impalpabile che molti scrittori, compositori e registi cinematografici hanno cercato di svelare. Ernest Hemingway ha scritto con «Morte nel pomeriggio» il miglior trattato esistente sul combattimento dei tori, ma il libro più rivelatore e coinvolgente è un altro. Molti sono convinti che «Juan Belmonte, matador de toros» di Manuel Chaves Nogales sia il più bel libro spagnolo del XX secolo», si legge sulla “Stampa”.

Share this article