Sondaggi, Forza Italia va a rotoli: azzurri a picco verso il 10%

L’uscita di Denis Verdini e dei verdiniani da Forza Italia è probabilmente per il partito azzurro in questa fase uno dei mali minori. O almeno, così sembra essere a guardare i dati degli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani, che agli ex Pdl non riservano nessuna piacevole sorpresa. Tutt’altra musica.

 

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SONDAGGI POLITICI, FORZA ITALIA IN CADUTA TRA 10 E 12% –

Stando alle cifre diffuse in settimana da sei diversi istituti demoscopici, Forza Italia ha subito ancora una chiara erosione del proprio consenso, che già era calato in maniera considerevole (e pressoché costante) nei mesi scorsi: i numeri di Lorien Consulting, Ipr Marketing, Istituto Piepoli, Datamedia Ricerche, Swg ed Ixè (che hanno realizzato interviste agli elettori tra il 23 e il 29 luglio) dicono che se si votasse oggi il partito di Silvio Berlusconi otterrebbe un consenso compreso tra il 10 e il 12% (in media vicino all’11%), circa 7 punti in meno del 16,8% raccolto alle Europee del 2014 e oltre 10 punti in meno del 21,6% ottenuto invece alle Politiche del 2013. A fornire dati preoccupanti per Forza Italia sono soprattutto Ipr e Piepoli, che segnalano gli azzurri al 10%, ed Ixè, che gli attribuisce appena un decimo in più, il 10,1% delle preferenze.

SONDAGGI POLITICI, LEGA NORD STABILE OLTRE IL 15% –

Ovviamente le percentuali basse di Forza Italia penalizzano l’intera coalizione di centrodestra, e rendono obbligata la strada che porta (allo scopo di contrastare il Pd e il centrosinistra) ad un’alleanza con la Lega Nord di Salvini. Che vive un periodo invece molto felice. Mentre il partito di Berlusconi ha perso lentamente terreno, il Carroccio (indubbiamente favorito dal crollo degli azzurri) ne ha approfittato per attestarsi poco oltre il 15% (la media dei sei sondaggi di questa settimana indica il 15,4%), ad un livello di consenso due volte e mezzo più alto del 6,2 raggiunto alle Europee 2014. Insomma, se è vero che la fuga dei fedelissimi del Cavaliere non va considerata con leggerezza, non può certamente essere presto sottogamba il tema della leadership e dei danni che causa l’assenza del leader Berlusconi dal dibattito pubblico. Lasciare la sfida al governo Renzi nelle mani di Brunetta e Gasparri, per intenderci, non sembra per nulla essere una scelta fruttuosa. Soprattutto se il Pd riesce a confermarsi primo partito con un discreto margine.

SONDAGGI POLITICI, PD A +9 DAL M5S –

Ed è proprio questo che sta accadendo. I Democratici da alcune settimane sembrano essersi stabilizzati intorno al 33% dei consensi (al 33,5% se consideriamo i sondaggi degli ultimi giorni). Il Movimento 5 Stelle, protagonista di una netta risalita (6 punti guadagnati da marzo a luglio) si aggira in media poco oltre il 24% (oggi al 24,3%) Stabili tutti gli altri partiti minori. Sel negli ultimi sei sondaggi viene stimata mediamente al 3,2%, Area Popolare (formazione che include Ncd e Udc) al 3,1%, Fratelli d’Italia al 4,1%. Italia dei Valori, Rifondazione Comunista e Verdi, infine, restano sempre abbondamente sotto quel 3% che la nuova legge elettorale indica come soglia di sbarramento per l’ingresso alla Camera.

(Foto di copertina: Ansa / Massimo Percossi)

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