Italia, la disoccupazione sta creando una “lost generation”

L’Italia ha perso una generazione. Questo il senso delle parole del Fondo Monetario Internazionale nel suo rapporto nell’area Euro. Il nostro Paese ha bisogno di 20 anni per ridurre il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi. Solo una «significativa accelerazione della crescita» potrebbe salvare la situazione. Tuttavia le previsioni di crescita dell’eurozona sono sconfortanti: 1,5 per cento per il 2015 e 1,7 per cento per il 2016.

disoccupazione
(THIERRY CHARLIER/AFP/Getty Images)

ITALIA, 20 ANNI PER TORNARE AI LIVELLI PRE-CRISI

20 anni. Una generazione persa. Come immaginare un solco, uno scalino, tra chi è venuto prima e chi è arrivato dopo. Come in Portogallo. Alla Spagna va “leggermente” meglio. Madrid impiegherà 10 anni per tornare ad un tasso di disoccupazione ad un livello pre-crisi. E certo il resto d’Europa non è immune dalle difficoltà. Secondo l’Fmi la disoccupazione nell’area Euro è alta e lo resterà, probabilmente, per del tempo. L’organismo diretto da Christine Lagarde tiene d’occhio l’Italia ed il giudizio è tutt’altro che positivo. Il tasso di disoccupazione a inflazione stabile, il Nairu, resterà per il nostro Paese più alto di quello visto durante la crisi.

 

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LE CINQUE RICETTE DELL’FMI PER LA RIPARTENZA DELL’ITALIA

L’Fmi indica quelle che sono le cinque riforme necessarie all’Italia per uscire dal pantano. Jobs Act e legge sulla responsabilità civile dei giudici sono un primo passo. Poi bisogna riformare l’amministrazione pubblica, bisogna migliorare l’efficienza della giustizia civile razionalizzando i casi che approdano in Cassazione e premendo su una specializzazione dei tribunali. In ottica lavoro, bisogna ridisegnare gli ammortizzatori sociali in un sistema universale di sostegno condizionale alla ricerca di lavoro ed al training. Per l’Fmi è poi opportuno decentralizzare la contrattazione salariale per permettere una maggiore flessibilità nei contratti nazionali. Infine serve l’approvazione della legge annuale sulla competizione.

EUROPA E CRISI, ATTENTI AD UN NUOVO CONTAGIO DA PARTE DELLA GRECIA

In caso contrario? La ripresa economica faticherà a trasformarsi in una ripresa occupazionale. L’alto tasso di disoccupazione potrebbe danneggiare il potenziale del capitale umano dando luogo ad una “generazione perduta”: «Nonostante i recenti miglioramenti il tasso di disoccupazione rimane sopra l’11 per cento nell’area euro e vicino al 25 per cento in Grecia e Spagna. La quota di disoccupazione di lungo termine continua ad aumentare, accrescendo i rischi di un’erosione delle capacità».

Ed anche la ripresa economica attuale non è certo rassicurante nella sua dimensione. L’Europa è vulnerabile a shock negativi e restano rischi di stagnazione, con la Grecia che potrebbe nuovamente contagiare i vicini europei. Per il Fondo per evitare i rischi di stagnazione sarebbe necessario mettere in campo riforme che affrontino i gap strutturali sui mercati del lavoro, dei prodotti e dei capitali. (Photocredit copertina ANSA/STRINGER)

 

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