Il piano di Varoufakis per uscire dall’euro (fra golpe e hackeraggi)

Grexit, la Grecia è stata vicina a un colpo di stato “valutario” per reintrodurre la dracma e portare Atene fuori dall’euro. Un piano organizzato da Yanis Varoufakis secondo le informazioni di Bild Zeitung e di un quotidiano greco, Katherimini. L’ex ministro delle Finanze ha confermato le ricostruzioni giornalistiche sul tentativo di creare un sistema finanziario parallelo all’euro basato sui “pagherò”, ma negato la volontà di rompere l’unione monetaria.

VAROUFAKIS

La Grecia è stata vicina all’uscita dall’euro, secondo le informazioni fornite da due diversi quotidiani, tutte e due di simpatie conservatrici, il tedesco Bild Zeitung e l’ateniese Katherimini. L’autore del piano per adottare una moneta alternativa è l’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, che ha spiegato le sue intenzioni in una conference call svolta con importanti manager finanziari mercoledì 16 luglio 2015, due giorni dopo l’intesa tra Grecia e UE per un terzo programma di salvataggio. Il progetto elaborato da Yanis Varoufakis si basava su una moneta parallela, IOU o “pagherò in italiano”, emessi dal governo per fornire di liquidità il sistema economico alla luce del blocco bancario. Per trasformare questi certificati di futuro pagamento in una moneta circolante servivano però i dati dei contribuenti greci, aziende come cittadini. Grazie ai loro dati il governo avrebbe accreditato loro somme impossibili da far transitare attraverso gli istituti di credito. Yanis Varoufakis ha spiegato ai manager degli hedge fund di aver chiesto a un professor di informatica di Harvard di hackerare queste informazioni dal ministero delle Finanze, visto che erano e sono sotto il controllo della Troika. Le rivelazioni sul piano di Yanis Varoufakis, concordato con Alexis Tsipras ma poi bloccato dal premier greco dopo la vittoria dei no al referendum, è stato confermato dall’ex ministro delle Finanze in un’intervista al quotidiano inglese The Daily Telegraph.

GREXIT SIGNIFICATO

Yanis Varoufakis ha però smentito che il progetto svelato dalla trascrizione delle intercettazioni avrebbe riguardato l’addio all’euro. Un piano Grexit sarebbe stato invece pensato dalla sinistra di SYRIZA, e guidato dall’ex ministro all’Energia Panagiotis Lazafanis, leader della corrente radicale del partito di Alexis Tsipras. Il piano dell’ala più estremista di SYRIZA, che si basava sul sistema valutario parallelo. predisposto da Yanis Varoufakis, prevedeva l’arresto del governatore della banca centrale greca, il sequestro della zecca di Stato e delle riserve valutarie. Con i 20 miliardi di riserve dell’istituto centrale ellenico la corrente di sinistra di SYIRIZA pensava di poter pagare pensioni e salari pubblici fino a quando la nuova dracma non avrebbe iniziato a circolare. Secondo Bild il piano avrebbe avuto l’avallo di Yanis Varoufakis, e sarebbe stato chiamato “Operazione segreta Grexit”. Nome non proprio credibilissimo, come il resto delle ricostruzioni diffuse dalla stampa tedesca. Il piano sarebbe stato diffuso martedì 14 luglio 2015 in un hotel di Atene, Oscar, per impedire l’accordo tra Alexis Tsipras e l’Europa. L’operazione sarebbe stata fermata da Vladimir Putin, che avrebbe negato prestito da 14 miliardi di euro per finanziare il passaggio dall’euro alla dracma. Secondo Bild e Katherimini il piano sarebbe stato in realtà ideato da Alexis Tsipras a fine 2014. L’allora leader di SYRIZA e aspirante premier – posizione assunta dopo le vittoriose elezioni di domenica 25 gennaio 2015 – avrebbe chiesto a Yanis Varoufakis di pensare a un progetto per uscire dall’euro. Il finanziamento della Russia sarebbe stato essenziale per adottare il nuovo sistema valutario, ma la sera del referendum Alexis Tsipras, dopo un colloquio con il Cremlino, avrebbe deciso di rimanere nell’unione monetaria vista l’impraticabilità dell’ipotesi Grexit.

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