L’aumento dell’Iva fa arrabbiare i greci. E c’è lo strano caso del kebab

Grecia Iva,

l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto ha provocato un significativo aumento dei prezzi dei beni alimentari in Grecia. Nei mercati e nei negozi delle principali città elleniche diverse persone hanno espresso il loro malumore per questa misura a cui il governo Tsipras si era opposto per diversi mesi, prima di cedere alla richiesta dei creditori internazionali al fine di ottenere un nuovo programma di assistenza finanziaria.

TASSE GRECIA –

La Grecia ha saldato i suoi debiti con il Fondo monetario internazionale e con la Bce grazie al prestito ponte erogato dall’EFSM. Per ottenere i crediti da 7 miliardi il governo di Atene aveva dovuto cedere alle richieste dei creditori internazionali sulla fine del pensionamento anticipato, e sulla riforma dell’Iva. Da lunedì 20 luglio è entrata in vigore la riduzione a sole tre aliquote dell’imposta sul valore aggiunto, a 6, 13 e 23 per cento. Una parte significativa dei beni sottoposti precedentemente a tassazione agevolata è stata ora sottoposta all’aliquota più alta, e ciò ha spinto a un aumento piuttosto significativo dei prezzi. Der Spiegel spiega come nei supermercati di Salonicco il burro sia passato a 1,50 a 1,90 euro, mentre una tavoletta di cioccolato costa 1,45 euro rispetto a 1,25 di settimana scorsa. Una confezione del formaggio Philadelphia costa 2,40 euro, invece che 2,20. L’unificazione delle aliquote Iva ha prodotto risultati contradditori, come l’incremento del prezzo dei tortellini di dieci centesimi, mentre il prezzo della pasta non è cambiato. Per i commerciati la riforma dell’imposta sul valore aggiunto ha prodotto un aumento del 20%, mitigato dai grandi supermercati che hanno cercato il più possibile di mantenere invariati i prezzi. Il colosso della GDO Lidl sta facendo campagna pubblicitaria proprio su questo.

LEGGI ANCHE 

«Italia, una Grecia extralarge»

Perchè la Bce dà di nuovo soldi alla Grecia

La Grecia ha saldato il debito con il Fmi

 

ALIQUOTE IVA GRECIA –

Diversi media internazionali, come l’agenzia Reuters, hanno raccolto la delusione di molti greci per l’aumento dei prezzi. Ai mercati di Atene esercenti e consumatori hanno espresso rabbia e frustrazione per un incremento di tasse che si aggiunge a una pressione fiscale cresciuta sensibilmente durante gli ultimi anni. Molti commercianti, così come i supermercati, sono particolarmente frustrati dalle nuove complicazioni introdotte dalle aliquote Iva. Sui social network greci è molta condivisa un’ironica inserzione di lavoro, che cerca un economista specializzato in macellazione di carne capace di calcolare la giusta aliquota Iva con cui tassare il kebab. Tre tipi di carne con cui è prodotto il popolare panino sono infatti sottoposte all’aliquota del 13%, mentre una invece al 23%. Ancora più difficile il calcolo per le diverse spezie utilizzate, otto, anche’esse con diversi scaglioni Iva da pagare. L’impopolarità delle misure economiche adottate dal governo Tsipras ha probabilmente spinto la leadership di SYRIZA a rinunciare al progetto di elezioni anticipate. Lo scontro interno al partito rischia di minare il corso della legislatura, e anche se i sondaggi al momento sono molto favorevoli per Alexis Tsipras, la tranquillità acquisita dalla Grecia dopo la grande paura dell’addio all’euro appare quantomeno fragile. Le banche greche sono state riaperte, ma i limiti ai prelievi sono rimasti intatti, visto che solo con una ricapitalizzazione rilevante gli istituti potranno essere sanati. La nuova recessione approfonditasi in questi mesi e le severe misure di austerità adottate dal governo di Alexis Tsipras rischiano di provocare un repentino cambio dell’opinione pubblica, che finora ha confermato la fiducia significativa concessa al premier sin dalle elezioni del 25 gennaio 2015.

Photocredit: AFP PHOTO/ LOUISA GOULIAMAKI

Share this article