Giuseppe Franco resta in carcere: “alta probabilità di dare nuovo sfogo ai suoi istinti deviati»

Il tribunale del Riesame ha negato la libertà a Giuseppe Franco, il marinaio accusato dello stupro di una quindicenne a Prati. Motivando il rigetto con parole durissime, che definiscono dotato di: «… una personalità particolarmente pericolosa visto il piano architettato. Piano che lo stesso ha portato avanti con pervicacia nonostante i tentativi delle amiche della ragazza di porvi ostacolo con un atteggiamento minaccioso e violento ad ogni tentativo della vittima di opporsi».

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Il sospetto ripreso da una telecamera di sorveglianza mentre fugge

 

 GIUSEPPE FRANCO DEVE RESTARE IN CARCERE –

Secondo il Tribunale del Riesame Giuseppe Franco è pericoloso perché non è in grado di governare le proprie pulsioni. Resta quindi in carcere il marinaio accusato di uno stupro avvenuto che due settimane fa. Vittima una quindicenne, a Prati, che aveva agganciato con la scusa di un controllo di polizia. Riferisce Adelaide Pierucci su Repubblica che:

Per i giudici del Riesame Giuseppe Franco deve restare in cella perché altrimenti fuori «con alta probabilità darebbe di nuovo sfogo ai suoi istinti deviati». «Con conseguenze», ha precisato il collegio presieduto da Gian Luca Soana, «che in caso di una ferma opposizione da parte della vittima, potrebbe avere conseguenze ancora più gravi di quelli – già gravissimi – avuti nella vicenda in esame». La ragazza, una liceale pugliese in vacanza a Roma, insomma potrebbe essersi salvata dalla scaltrezza di fingersi consenziente, una volta fallita la strada della fuga, in seguito alla quale, è emerso ieri, le è arrivato pure uno schiaffo in faccia, violentissimo.

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LA LINEA DIFENSIVA DI GIUSEPPE FRANCO –

Il tribunale giunge a questa conclusione dopo aver demolito la linea difensiva, che sostiene l’ipotesi di un rapporto consenziente tra i due, in particolare ricordando la testimonianza delle amiche dell’aggredita:

 Nelle motivazioni con le quali i giudici del Riesame respingono i domiciliari viene messo in evidenza che le dichiarazioni delle ragazze «rendono evidente, smentendo la versione dell’indagato, di come la vittima lo abbia seguito non per una improvvisa ed irresistibile pulsione sessuale verso di lui. Ma perché questi dopo averla controllata da lontano, passando due volte, si presentava come poliziotto, mostrava il tesserino, la induceva a farsi seguire per l’identificazione, indicava alle sue amiche, che volevano andare pure loro, che era meglio che non li seguissero in quanto, non avendo documenti, avrebbe dovuto segnalare anche loro». «E’ evidente poi che se il rapporto tra i due fosse stato consenziente», viene sottolineato, «Franco, 31 anni e militare, non si sarebbe dato a una fuga, quando al ritorno con la ragazza, era stato inseguito da una delle amiche».

 

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