Quegli insulti razzisti su Facebook a Khalid Chaouki di cui dovremmo vergognarci

Khalid Chaouki è un deputato del Partito democratico di origine marocchina. Molto attivo nelle questione legate all’ immigrazione è conosciuto per il suo impegno su questioni delicate in Italia come l’emergenza profughi e l’accoglienza dei migranti. Sui social è molto seguito. E odiato. Non c’è un suo post che non venga commentato in maniera astioso, o con battute odiose legate alle sue origini. Ne abbiamo raccolto alcuni per farveli vedere. Perché un conto è la critica, anche aspra, ai nostri parlamentari, altro è insultare qualcuno in virtù delle sue origini. Insulti che, probabilmente, potrebbero anche essere “favoriti” da alcuni accenti che contro il deputato del Pd spesso ascoltiamo in tv.

CHAOUKI INSULTI: «PRIMA GLI ITALIANI»

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Basta prendere un post a caso del deputato per notare la valanga di insulti. Ad esempio eccone uno con un suo intervento in tv nel programma “Dalla vostra parte”. Anche qui partono le “critiche”: «Perché non vai a Dolo e Mira a dare man forte e portare soldi del tuo stipendio a questa gente che si son ritrovati senza casa dopo il Tornado??? Invece di parlare di immigranti pensa al popolo italiano».

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CHAOUKI INSULTI: «MA VA IN MAROCCO NO?»

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Poco importa se il deputato è cresciuto tra Parma e Reggio Emilia. Su Facebook c’è chi gli suggerisce tutt’altro.

Io quando vado in un paese in vacanza rispetto le usanze e le regole locali perché sono educato e non pretendo nulla…

A seguire l’imbarazzo della scelta…

CHAOUKI INSULTI: «VENDERESTI COLLANINE»

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Basta cliccare sotto un post qualsiasi per ammirare gli insulti più fantasiosi.
Quest’ultimo per esempio vince il premio originalità:

Si arriva perfino alle minacce…

.o vi togliete dal c*** con le buone…o con le CATTIVE…tu per primo vigliacco di ***a…occhio alle chiappe!!

La litania è una sola: “Marocchino”, “Torna al tuo paese”, “Non sei italiano”. Insomma, al deputato democratico non si contesta null’altro che le sue origini. Stiamo parlando di razzismo, di commenti razzisti. Non c’è un altro modo di definirlo.