Campania, il M5S vota la candidata Pd (condannata). E poi si pente

«Ci scusiamo con gli attivisti e i sostenitori del M5S che si sono sentiti traditi da una scelta, che, alla luce degli elementi emersi, non è più sostenibile. Ne siamo profondamente rammaricati». I grillini campani si scusano con la base. Rosa D’Amelio, esponente del Partito Democratico, è il nuovo presidente del Consiglio regionale della Campania. Ma lo è diventata grazie ai voti del Movimento 5 Stelle. Quello che però è sfuggito alla squadra grillina di Valeria Ciarambino è che Rosa D’Amelio è stata condannata in passato a sei mesi di reclusione per abuso d’ufficio (con pena sospesa). Una svista che ha sollevato dubbi tra gli attivisti campani suscitando polemiche. Non solo: durante la seduta del 9 luglio, quando è stata eletta la D’Amelio, i 5 stelle si sono trovati in un certo senso aggirati. Prima hanno votato disciplinatamente per la candidata PD (forse sperando di ottenere per Ciarambino il ruolo di vicepresidente di minoranza) e poi hanno subito l’esclusione del Movimento da tutte le cariche disponibili. Primi passi in consiglio non proprio brillanti.

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I 5 STELLE VOTANO D’AMELIO: LE MOTIVAZIONI – La condanna di D’Amelio risale a qualche anno fa. La sentenza è stata emessa per fatti relativi durante il suo mandato come sindaco di Lioni (in provincia di Avellino). Per la D’Amelio il tribunale optò nella sospensione della pena e la non iscrizione nel casellario giudiziale. Per questo – forse – i 5 stelle non si sono accorti della “macchia” sulla esponente democratica. «Che dire? Avessimo interpellato prima gli attivisti dei territori, condividendo con loro i possibili dubbi su una scelta così importante, non saremmo incorsi nell’errore di votarla. Un errore di metodo, la non condivisione, che ci ha condotto ad un errore di merito: votare una persona condannata», spiegano i consiglieri M5S in una nota. Così, dopo ore di polemiche, arriva «una spiegazione doverosa al disorientamento espresso dai tanti attivisti ed elettori». Nella lunga lettera diffusa sui social i pentastellati parlano di «pressione fortissima nelle settimane precedenti». «Fino a pochissimi giorni prima del consiglio neppure sapevamo se la consiliatura sarebbe iniziata o se, come auspicavamo, si sarebbe arrivati allo scioglimento del consiglio ed a nuove elezioni», spiegano. I 5 stelle insomma pensavano di eleggere una «persona degna».

«Il nome di D’Amelio – raccontano – in base alle rapide ricerche effettuate nei pochissimi giorni antecedenti il Consiglio sembrava rispondente ai criteri oggettivi che avevamo richiesto». «Abbiamo espresso il nostro sostegno non alla persona, sia chiaro, bensì a dei valori di principio che avevamo posto come cardine per il ruolo di presidente, quale figura istituzionale di garanzia del Consiglio tutto».

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«Anche se la D’Amelio fosse stata pulita, sarebbe stata comunque una foglia di fico. Non cadiamo in queste trappolette da due soldi», commenta un utente sotto il post della Ciarambino. La base però (salvo qualche critica) sembra aver capito le scuse dei portavoce grillini. «Bellissimo che abbiate ammesso di aver commesso un errore – commenta Salvatore – questo vi rende ancora più credibili. Scuse accettate e adesso niente sconti a nessuno».

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