Sicilia, Lucia Borsellino lascia e attacca: «Legalità non è questione di facciata»

Aveva affiancato il governatore “rivoluzionario” Rosario Crocetta come simbolo e testimonial di legalità fin dalla campagna elettorale per le Regionali 2012. Ora Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo ucciso da Cosa Nostra, ha lasciato l’incarico di assessore tra le polemiche, per ragioni «di ordine etico e morale». Non senza accusare la giunta siciliana per un «calo di tensione morale».

SICILIA, LUCIA BORSELLINO LASCIA E ATTACCA –

Come ha chiarito nel corso di un’intervista al quotidiano “La Repubblica“, Borsellino ha espresso il suo “disagio” per il rapporto stretto fra Crocetta e Matteo Tutino, arrestato e accusato di peculato e truffa. Il motivo? Avrebbe eseguito, secondo gli inquirenti, interventi di chirurgia estetica non previsti dai Lea (livelli essenziali di assistenza) e di conseguenza esclusi dalle strutture pubbliche. Una vicenda che, per Borsellino, ha rappresentato una grave macchia:

«Io avevo annunciato le dimissioni già a febbraio, in seguito ai continui attacchi del governo nazionale sulla morte della piccola Nicole. Ho atteso il 30 giugno per offrire al ministero le dovute risposte sul sistema sanitario siciliano, su una rete di assistenza materno-infantile resa più efficiente. Poi la vicenda di Tutino ha contribuito a rafforzare la mia decisione. Quella storia ha leso l’immagine di un’intera Regione», si legge sul quotidiano diretto da Ezio Mauro.

In merito all’ipotesi di presunti favori del governatore all’amico chirurgo ha spiegato:

«Dico che quest’amicizia, sempre ostentata da Tutino, ha molto condizionato la vita di una grande azienda ospedaliera di Palermo»

Crocetta afferma che lei avrà sempre il suo sostegno.

«Lo ringrazio, davvero.Ma in diverse occasioni, durante quest’attività di governo, tale sostegno nonl’ho avvertito», si legge.

 

 

SICILIA, LUCIA BORSELLINO: «NELL’ANNIVERSARIO DI VIA D’AMELIO RESTERÒ A CASA» –

La denuncia di Borsellino è netta. Con tanto di critiche «all’antimafia di facciata»: «Non capisco l’antimafia come categoria, come sovrastruttura sociale. Sembra quasi un modo per cristallizzare la funzione di alcune persone, magari per costruire carriere. La legalità, per me, non è facciata, è una precondizione di qualsiasi attività», ha precisato. Intanto, ha aggiunto, lascerà subito la politica:

«Questa è stata la mia prima esperienza politica, sarà anche l’ultima. In questi anni ho sentito spesso il peso del nome che porto. Sono stata attaccata e tirata per la giacca in ragione del fatto che mi chiamo Borsellino. Ma la mia famiglia è composta da persone umili, che non hanno mai inteso sfruttare questo nome. Anzi, le dirò: oggi torno a essere la figlia di Paolo. E, in nome dei suoi semplici insegnamenti,chiedo a tutti di non invitarmi, il 19 luglio, alla commemorazione di via D’Amelio»

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