Stupro Roma: «Mi diceva: ‘se ti ribelli picchio anche le tue amiche’»

Emergono sul Messaggero i primi dettagli sul racconto della vittima dello stupro avvenuto nella notte fra lunedì e martedì in zona Prati. Un racconto agghiacciante, che il presunto stupratore però rinnega, parlando di “rapporto consenziente”

IL RACCONTO DELLA VITTIMA

Così Il Messaggero riporta le parole della vittima

Lui la minacciava, le stringeva i polsi, le stava addosso impedendole di muoversi: «Ripeteva – ha raccontato Angela – che se avessi urlato o mi fossi mossa mi avrebbe fatto del male e poi lo avrebbe fatto anche alle mie amiche». Quando ha provato a scappare l’ha ripresa senza sforzo

L’inizio dell’incubo è ormai ben noto

Attacca bottone qualificandosi come poliziotto, dicendo che i minorenni non possono bere alcool di sera: «Non lo sapete che non si può fare? C’è anche l’ordinanza anti alcool del sindaco ora, non si può bere in strada, figuriamoci se possono dei minorenni». […] «Ci ha chiesto i documenti, ma io ero l’unica ad averli – ha detto in sostanza la giovane – e, visto che ero quella con la birra in mano, mi ha detto che dovevo seguirlo per l’identificazione».

Poi la ragazzina capisce le vere intenzioni dell’uomo

A metà strada però strattona Angela e la spinge verso un vecchio parcheggio abbandonato. La butta a terra, la minaccia, la obbliga a stare in silenzio: «Diceva che se mi fossi ribellata avrebbe fatto del male a me e poi sarebbe tornato dalle mie amiche per picchiare anche loro». […] Sempre dicendo che se non stavo ferma mi avrebbe picchiata, ”ti ammazzo” ”ti faccio male, ma tanto” diceva». A quel punto, Angela dice di aver chiuso gli occhi senza pensare più a nulla. Non ha più la forza di opporsi ed è molto spaventata: «Ho solo sperato che finisse prima possibile e che non mi facesse male. Avevo molta paura, ero pietrificata».

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