Manifestazioni Roma: cortei solo nei weekend, presidi e sit-in in nove piazze

Manifestazioni Roma, i cortei si terranno solo nei weekend e i presidi e i sit-in saranno disposti in nove piazze stabilite con ordinanza del governo. Sarà questa la nuova disciplina dell’ordine pubblico in città, per disposizione del prefetto di Roma, Franco Gabrielli, che ha illustrato venerdì scorso al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza l’intenzione di “coniugare il pieno esercizio del diritto a manifestare con altri diritti primari della cittadinanza, pure costituzionalmente garantiti, come quelli alla circolazione, all’esercizio delle attività lavorative e alla fruibilità della Città in condizioni pacifiche e di sicurezza”. In città, dunque, potrebbe arrivare presto lo stop al corteo selvaggio.

MANIFESTAZIONI ROMA, LE NUOVE REGOLE

In effetti, i dati dimostrano che la città è sovraccarica di manifestazioni e presidi. Il Messaggero nella Cronaca di Roma ci spiega meglio.

Tutti devono essere liberi di manifestare ma senza che la città vada in tilt. Le statistiche d’altronde parlano chiaro: a Roma, in media, ogni anno si svolgono circa 2mila manifestazioni. L’anno scorso, per fare un esempio, il Comune ha autorizzato 600 presidi mentre 1.400 dimostrazioni hanno ottenuto il via libera dalla Questura. Significa che ogni giorno nella Capitale si svolgono contemporaneamente circa 5 dimostrazioni tra cortei, picchetti, presidi e sit-in. Impossibile che non ci siano ricadute sul traffico. Ecco perché il prefetto Gabrielli ha deciso di intervenire con una direttiva ad hoc.

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L’idea del rappresentante del governo è di regolamentare in maniera precisa e puntuale tutte le manifestazioni, i cortei e i presidi che si verificano in città.

Sono 9 le piazze dove d’ora in poi verranno concentrate tutte le manifestazioni che non superano i 10mila partecipanti. Oltre a piazza Santi Apostoli, proprio davanti agli uffici della Prefettura, le dimostrazioni si potranno svolgere anche in piazza della Repubblica, piazza del Popolo, Bocca della Verità, piazza Barberini, piazza Navona e piazzetta San Marco (dietro piazza Venezia). Allontanandosi dal Tridente – e quindi dalla gran parte dei palazzi istituzionali – sono state inserite nell’elenco della Prefettura anche piazza San Giovanni e piazzale dei Partigiani, a Ostiense. Nella direttiva verranno inseriti anche una serie di itinerari-tipo per i cortei, sul modello di quelli del protocollo siglato con i sindacati nel 2009. Sei gli schemi elaborati: da Piazza della Repubblica a Piazza del Popolo, da piazza della Repubblica a piazza di Porta San Giovanni, da Piazzale dei Partigiani a San Giovanni, da Bocca della Verità a Piazza Navona, da Bocca della Verità a via di San Gregorio, da piazzale dei Partigiani a via di San Gregorio.

Così per quanto riguarda cortei e sitin di medie dimensioni: chi vorrà organizzare i cortei dovrà sottostare a due restrizioni: innanzitutto dovranno essere dei cortei di livello nazionale, ovvero superiori alle 10mila persone; e inoltre si dovranno tenere necessariamente nel weekend, per garantire alla città lo spazio di manovra e il rispetto del diritto alla circolazione dei cittadini. “A decidere quali eventi potranno tenersi in forma di corteo e quali come presidio fisso, prevedendo in anticipo, caso per caso, l’affluenza e l’ampiezza delle dimostrazioni sarà la Questura, che avrà un ruolo determinante nella riorganizzazione delle manifestazioni”, conclude il Messaggero. 

Copertina: Luciano / Flickr

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