Morto Remo Remotti, l’anima della Roma più politicamente scorretta e genuina

Remo Remotti se n’è andato. Non da quella Capitale che racconta nel suo capolavoro “Mamma Roma addio”, struggente e arrabbiato inno a quella città che racconta con ferocia, affetto, disincanto. No, Remo, 90 anni compiuti a novembre scorso, questa volta ci ha proprio lasciato. Ieri sera, il 21 giugno, a estate appena iniziata. Lui che non smetteva mai di provocare e spiazzare chi lo ascoltava, guardava, intervistava, ha scelto un’uscita di scena discreta. Lui che raccontava la sua vita con comicità e spudorata sincerità, per ore ha lasciato i suoi ammiratori nel dubbio. Tutti: quelli che lo hanno visto recitare per Nanni Moretti, quelli che lo hanno amato con Max Bruno. E quelli che adoravano le sue canzoni o anche le chiacchierate monologo senza rete nei duetti con Emilio Pappagallo a RadioRock, momenti straordinari e irripetibili.

Remo ci manderebbe a quel paese se leggesse il nostro coccodrillo. Neanche una parolaccia, un’imprecazione a chi comanda davvero, una battuta politicamente scorretta. Spesso sull’amore. Anzi no, non è vero. “Sul sesso. Molto sesso prima del decesso”. O ancora meglio “de sorca” e chi è romano sa di cosa si parla. Libri, dischi, partecipazioni a dei film, con battute fulminanti. Roma era il suo centro di gravità permanente, l’amore eterno e la fonte delle sue invettive. “Roma? Ci sono stato da Dio ma l’ho anche odiata. Io so’ nato sotto er fascismo. Quello vero e quello della Chiesa Cattolica, nel cuore della borghesia romana. Peggio de così”. Non le mandava mai a dire Remo, fa rabbia che non ci sia più perché con la sua orazione funebre ci avrebbe fatto ridere fino alle lacrime.

Sud America, il manicomio, l’arte, la sensibilità estrema e l’incapacità di avere filtri, Francis Ford Coppola (nel suo film più anticlericale, ovvio, Il Padrino parte III) ma pure un episodio dei Cesaroni, Remotti è stato sempre un soggetto intellettuale non identificato né identificabile. A lui, semplicemente, le etichette non potevi attaccarle, perché sapeva smarcarsi anche da se stesso.

Sogni d’oro Remo. E mortacci tua, anche se avevi 90 anni te ne sei annato troppo presto.

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