Napoletani a Pontida, quel «patto tra parmigiano e mozzarella»

Ad applaudire l’intervento di Matteo Salvini sul prato della secessione a Pontida non c’erano ieri solo i leghisti duri e puri del Nord, ma anche una schiera di simpatizzanti del Carroccio giunti dal profondo Sud. Tra loro anche un centinaio di napoletani. Lo racconta oggi Corrado Castiglione sul Mattino di Napoli:

Metti un napoletano, anzi cento, sul pratone di Pontida. A passeggiare in mezzo ad un popolo di camicie verdi e di canottiere grondanti di sudore, tra vessilli padani e braciate di salsicce, mentre s’alza «Va pensiero» e le bancarelle offrono bibite e merlot a buon mercato… Oppure a srotolare uno striscione con la scritta Napoli, di quelli che negli stadi italiani uniscono tutti in un solo grande coro inneggiante alla forza purificatrice del Vesuvio… Invece no, pare che stavolta quella scritta di sei lettere sia stata accompagnata da un caloroso applauso: potenza del nuovo sogno doroteo salviniano. E così il manipolo composto da circa un centinaio di attivisti provenienti dalla Campania ha tirato finalmente un sospiro di sollievo, come se anni di accuse e di insulti contro l’amata Terronia siano ormai acqua passata e si sia già dischiusa all’orizzonte l’era del sol dell’avvenire, pardon delle Alpi.

 

LEGGI ANCHE:
Matteo Salvini: a Pontida 2015 la Lega rimane la Lega, unita dalla ruspa contro Renzi
Pontida 2015, Salvini ai militanti della Lega: «Vinceremo, ma non mi interessano le alleanze»
Pontida, il cuore barbarico della Lega Nord

 

Tra gli attivisti alla guida del gruppo campano a Pontida c’erano anche qualche amministratore, come il sindaco del comune salernitano di Roccagloriosa, Nicola Marotta, uno dei primi ad aderire al progetto di Salvini di estendere la sua formazione politica anche al Sud. E c’era anche Gianluca Cantalamessa, figlio dell’ex europarlamentare missino Antonio, esponente storico della destra napoletana. Che parla di «alleanza» tra terre di prodotti tipici dell’agroalimentare. Continua Castiglione sul Mattino:

C’è il problema di espandere i consensi? «Ma no – nega Cantalamessa – ora c’è la necessità di come rendere nuovamente produttive le nostre terre. Ed ecco che intorno a questo unico e grande progetto Sud e Nord possono riunirsi: la chiamerei l’alleanza tra radicchio e friariello, tra parmigiano e mozzarella». Eppure a Pontida il tricolore resta un optional e la vecchia guardia non è più tenera di prima nei confronti del Sud. C’è Bossi, c’è Calderoli: «Ma no – tronca netto Cantalamessa – è rimasto soltanto Bossi. Le cose sono cambiate. Non è più la Lega della secessione. L’ha detto anche Giorgetti. Ha fatto una gran bel discorso.Ha detto che lui preferisce l’alleanza con un campano anziché quella con gente che garantisce solo un approccio clientelare…».

E nei piani dei napoletani salviniani ci sarebbe anche la partecipazione alle elezioni comunali 2016:

«Eravamo in tanti sul pratone di Pontida – dice Cantalamessa – dalla Campania, ma anche dalla Sicilia, dall’Abruzzo, dalla Puglia, dalla Sardegna, dal Lazio». E spiega che il progetto va avanti da un po’: «Tutto è cominciato quando nel dicembre 2013 la Lega era al 3% e io chiamai in federazione per chiedere se esisteva un progetto Italia. Mi risposero di sì. E siamo andati avanti. Con il deputato Angelo Attaguille. Con il senatore Raffaele Volpi che in particolare si sta facendo carico di questa espansione nelle regioni meridionali. Ma lo sa che tra Napoli e provincia ci sono già 1500 adesioni? Alla vigilia delle Regionali la federazione mi ha smistato centinaia di mail da parte di elettori che volevano sapere per chi votare. Vedrete, a breve presenteremo anche a Napoli la nostra struttura: obiettivo, le elezioni comunali del prossimo anno».

(Foto: Ansa / Paolo Magni)

Share this article