Agesci Scout Cattolici da Papa Francesco, la promessa per un mondo migliore

Agesci Scout Cattolici da ogni parte d’Italia sono giunti in piazza San Pietro per l’udienza generale indetta da Papa Francesco, che ha ricevuto gli educatori e i ragazzi del movimento con il fazzolettone per un appuntamento che le camicie azzurre stavano preparando da ormai alcuni mesi: centomila gli aderenti all’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani che sono giunti a Roma, almeno trentamila più dei previsti e sostanzialmente due terzi degli iscritti globali all’associazione scout cattolica del nostro paese.

AGESCI SCOUT CATTOLICI DA PAPA FRANCESCO: “COSTRUITE PONTI”

Nel discorso di saluto che il Papa ha pronunciato, l’esortazione ad essere operatori di dialogo nella propria attività educativa quotidiana.

Sono certo che l’AGESCI può apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti. Ma questo può avvenire solo a una condizione: che i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo, dove hanno la loro sede, ma che in molti casi non frequentano, perché, pur svolgendo là il loro servizio, provengono da altre zone. Siete chiamati a trovare il modo di integrarvi nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello, con i vostri vescovi, con i parroci e gli altri sacerdoti, con gli educatori e i membri delle altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio, e non accontentarvi di una presenza “decorativa” alla domenica o nelle grandi circostanze.

Puntualizzazione, quest’ultima, che il Pontefice ha pronunciato per richiamare un’associazione che fa dell’autonomia dialettica dalle gerarchie cattoliche uno dei propri tratti distintivi. Il movimento fondato da Sir Robert Baden Powell, per tutti gli scout semplicemente BP, agli inizi del 1900 continua il suo cammino in Italia e nel mondo.

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SCOUTISMO, COS’E’?

La storia è nota. Sir Robert Baden Powell, generale dell’Esercito britannico, combatte nelle guerre coloniali in India e sopratutto in Sudafrica, dove dirige da colonnello l’assedio di Mafeking in cui le forze armate inglesi sono circondate dall’esercito boero senza possibilità, almeno apparentemente di scampo. Ma le superiori conoscenze di scouting, appunto, e di sopravvivenza, del giovane militare permetterono alla città di venir liberata in sette mesi con perdite da parte della guarnigione assolutamente minime; centro fondante di quell’episodio furono i cosiddetti “cadetti di Mafeking”, gruppi di ragazzi da cinque-sei adolescenti ciascuno guidati da un ragazzo più grande che svolsero per tutto l’assedio compiti di ausiliari, postini e porta-informazioni, così che la località, pur completamente isolata, si mantenesse in costante contatto con la restante guarnigione inglese. Per l’assedio di Mafeking, Baden Powell fu promosso maggior generale, il più giovane dell’esercito inglese, e da quell’esperienza trasse gli spunti per la fondazione dello scoutismo.

scout baden powell
Il fondatore dello scoutismo, Robert Baden Powell

LA PROMESSA SCOUT AGESCI E LA LEGGE SCOUT

Scouting for Boys, Scoutismo per Ragazzi, testo fondante dello scoutismo, esce in Inghilterra nel 1908, dopo il primo campo scout sperimentale nel 1907 sull’isola di Brownsea: un testo in cui l’ex militare, ora pedagogo, propone un metodo educativo fondato sull’autonomia dei ragazzi, adolescenti, organizzati in gruppi di pari e guidati in esperienze avventurose da uno stesso ragazzo: modellato sulla banda di strada, dopo il battesimo del fuoco dell’utilizzo militare a Mafeking, la squadriglia – unità fondamentale del metodo educativo scout – prende il volo. Da lì, arrivano a cascata tutti gli sviluppi del movimento: nel 1910 il Guidismo, la branca femminile dello scoutismo; nel 1914 arrivano i Lupetti, la sezione del movimento educativo per i bambini dai sette agli undici anni, e più tardi, intorno al 1917, i primi esempi di Roverismo, lo scoutismo per i ragazzi di età successiva a quella adolescenziale. Tutto il metodo scout utilizza come strumento la promessa Scout, scritta dal fondatore nel 1908, e utilizzata senza grandi varianti dal movimento scout mondiale.

 Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio:

  • per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese;

  • per aiutare gli altri in ogni circostanza;

  • per osservare la Legge scout.

Così la promessa nella versione attuale dell’Agesci, che cita la legge Scout, anch’essa inserita nei testi del fondatore e scritta nel 1908.

La Guida e lo Scout pongono il loro onore nel meritare fiducia
La Guida e lo Scout sono leali
La Guida e lo Scout si rendono utili e aiutano gli altri
La Guida e lo Scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout
La Guida e lo Scout sono cortesi
La Guida e lo Scout amano e rispettano la natura
La Guida e lo Scout sanno obbedire
La Guida e lo Scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà
La Guida e lo Scout sono laboriosi ed economi
La Guida e lo Scout sono puri di pensieri, parole ed azioni

Così nel testo attualmente organizzato dall’Agesci.

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SCOUT, ABBIGLIAMENTO E FAZZOLETTONE

Gli scout cattolici, distaccamento orientato dal punto di vista confessionale del movimento Scout – secondo BP, il fondatore, non esiste realmente la possibilità di uno scoutismo che non abbia a che fare con la religione o la spiritualità – nascono in Italia fra il 1910 e il 1916, data di fondazione dell’Associazione Scautistica Cattolica Italiana da parte del conte Mario di Carpegna, nel quale confluirono i Ragazzi Esploratori Cattolici Italiani di Mauro Mazza. Oggi lo scoutismo cattolico è presente in 80 paesi al mondo, mentre associazioni scout sono presenti in tutti i paesi del pianeta esclusi la Corea del Nord, il Laos e Cuba. Le attività dello scoutismo si basano sul contatto con l’aria aperta e la natura, l’avventura, la formazione del carattere, l’abilità manuale e il servizio al prossimo; un gruppo scout ha uno o più gruppi di bambini – Lupetti o Coccinelle, che diventano all’età giusta Esploratori o Guide inserite nelle Squadriglie di ragazzi che formano i Reparti, per passare poi alle Comunità di Clan, formate da Rover e da Scolte: il tutto animato da capi educatori adulti, inseriti nelle cosiddette Comunità Capi. Molto noto l’abbigliamento scout, formato da un’uniforme modellata su quella dei gruppi militari – ma con una funzione diametralmente opposta. Sulla differenza fra scoutismo e militarismo lo stesso Baden Powell è assolutamente categorico.

L’addestramento e la disciplina militare sono esattamente l’opposto di quello che insegnamo nel Movimento scout. Essi tendono a produrre macchine invece di individui, a sostituire una vernice di obbedienza alla forza del carattere

Caratteristico per il movimento scout è il foulard, o fazzolettone, portato al collo con i colori del gruppo di appartenenza.

scout abbigliamento
L’uniforme scout nella versione Agesci

SCOUT FAMOSI, MATTEO RENZI ALLA ROUTE NAZIONALE

Hanno vestito l’uniforme degli scout moltissimi personaggi di rilevante importanza a livello mondiale: Neil Armstrong, l’astronauta che ha toccato per primo il suolo lunare; Steven Spielberg, Bill Clinton, Bill Gates, John Fitzgerald Kennedy, Barack Obama per un breve periodo. Lionel Jospin e Jacques Chirac in Francia, David Beckham, Tony Blair, e naturalmente Bear Grylls il famoso esploratore televisivo che ha sempre sulla spalla il giglio, uno dei simboli del movimento scout internazionale e che è addirittura presidente della Associazione scout inglese.

scout matteo renzi

In Italia, naturalmente, Matteo Renzi che ha percorso tutto il percorso nel gruppo di Pontassieve, è stato per un lungo periodo capo in attività e lo ha ricordato nell’estate del 2014 quando ha ricevuto la Carta del Coraggio nei prati di San Rossore.

A San Rossore la branca Rover e Scolte dell’Agesci ha concluso la propria Route Nazionale 2014 – un campo mobile che ha coinvolto partecipanti da tutto il paese – con la stesura di un documento, scritto elaborato e votato dai ragazzi stessi con metodo democratico. Un unicum a livello nazionale, se non addirittura europeo.

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SCOUT CATTOLICI E OMOSESSUALITA’, LA POLEMICA –

Uno dei movimenti più attivi a livello globale nei campi dell’educazione, del volontariato ma presenti anche negli scenari di crisi con attività di protezione civile e di primo soccorso, lo scoutismo non è comunque stato, in passato, esente da critiche. Si ricorda una polemica che arrivò dall’America: quella sull’inserimento, possibile, di capi di orientamento omosessuale a contatto con i ragazzi. Lo scoutismo americano, formalmente aconfessionale, si rifiutò categoricamente di ammettere capi omosessuali nei propri ranghi. Soltanto nel 2013 e dopo un cammino trentennale la Boy Scout Association of America stabilì una clausola non discriminatoria che ammetteva membership anche di orientamento omosessuale, mentre rimane la non possibilità per un capo di essere apertamente omosessuale – ma anche qui, negli scorsi mesi, i livelli dirigenziali dell’associazione hanno affermato che tale posizione non potrà che essere rivista nel medio periodo. Anche in Italia il rapporto fra omosessualità e scoutismo fece notizia, quando vennero pubblicati gli atti di un convegno di studi promosso dall’Agesci.

Fecero rumore le prese di posizione contenute nel documento, fra cui quella di padre Francesco Compagnoni, per molto tempo sacerdote in servizio – assistente ecclesiastico – nel movimento scout.

Le persone omosessuali adulte nel ruolo di educatore costituiscono per i ragazzi loro affidati un problema educativo. Il capo è il modello per i suoi ragazzi e sappiamo che gran parte dell’effetto educativo dipende dalla esemplarità anche inconscia che proviene dall’adulto. Il capo trasmette dei modelli e i capi che praticano l’omosessualità, o che la presentano come una possibilità positiva dell’orientamento sessuale, costituiscono un problema educativo

La dirigenza nazionale dell’Agesci emise un comunicato per far presente che si trattava di atti di un convegno di studi in cui si affrontava, apertamente e in ambito ecclesiastico, il problema dell’omosessualità in una funzione educativa all’interno della Chiesa. Qualcuno notò che, pur controversa, si trattava di una delle posizioni più forti che si potessero rinvenire nell’ambito ecclesiastico.

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