Ignazio Visco: “Un laureato guadagna quanto un diplomato, è un errore”

Ignazio Visco: “Un laureato guadagna quanto un diplomato, e questo è un errore del mercato del lavoro italiano”. Il governatore della Banca d’Italia parlando dal Festival dell’Economia di Trento in un impegnativo panel dal titolo “Imparare dagli errori” riflette sulla natura della crisi economica globale che è partita nel 2008 e ancora stenta ad essere superata: il problema, dice il capo dell’autorità di controllo sul sistema finanziario italiano, è aver pensato che il sistema del mercato si potesse autoregolamentare.

IGNAZIO VISCO: “IL MERCATO NON SI AUTOREGOLA”

Una chimera proveniente dai pensieri economici liberisti che ha mostrato il passo, dice Visco. Il Corriere della Sera riporta il contenuto del suo intervento.

L’errore principale che abbiamo commesso è stato pensare che il mercato si potesse autoregolare. Se c’è una causa prima della recessione la si può rintracciare nell’eccesso di deregulation finanziaria. «E’ nato come risposta ai fallimenti dello Stato degli Anni 70 con l’idea che i mercati avrebbero fatto meglio e questa reazione ne ha sicuramente sviluppato la forza e ha prodotto molta innovazione finanziaria». In linea teorica la finanza dovrebbe e potrebbe svolgere un ruolo positivo per la prosperità, nei fatti così non è stato e l’innovazione in questo campo ci ha portato solo «comportamenti da veduta corta». Negli Usa hanno creduto che ci sarebbe stato un aumento continuo dei redditi, che le famiglie potessero comprare a casa all’infinito e invece si sono ritrovati con un eccesso di debito privato e «da questo errore ne è discesa tutta la filiera della crisi».

Eppure, i teorici della scuola di Chicago sembravano così sicuri dei loro mezzi.

«La verità — ha risposto Visco — è che non tutte le decisioni di policy sono misurabili quantitativamente e spesso servono decisioni soggettive». E invece se andiamo a rileggere cosa dicevano nel 2003 guru di Chicago come Robert Lucas («la macroeconomia ha avuto successo e rende impossibili le crisi») o del Mit come Olivier Blanchard nel 2008 («la macroeconomia è in buono stato») abbiamo la dimostrazione palmare degli errori perpetrati e di come vi sia bisogno di un profondo ripensamento. «Uno schema formale è indispensabile per progredire nella comprensione del funzionamento di un’economia ma dobbiamo ricordarci che tutte le previsioni sono condizionali e che non possediamo sfere di cristallo»

Stupiscono, dice Visco, le statistiche dell’Ocse.

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IGNAZIO VISCO, “UN LAUREATO GUADAGNA COME UN DIPLOMATO, E’ STRANO”

Nel nostro paese, afferma l’organizzazione dei paesi più tecnologicamente ed economicamente sviluppati del mondo, i laureati guadagnano quanto i diplomati, il che finisce per scoraggiare le persone dall’investire in formazione. Secondo Visco questo è un grande problema.

Il paradosso è che abbiamo uno scarso stock di capitale umano e si è persa la percezione di quanto valga laurearsi per le scarse differenze di retribuzione tra diplomati e laureati. E’ strano perché quando un bene scarseggia il suo prezzo dovrebbe salire e invece da noi no.

Ma perché questo accade? Sostanzialmente, dice Visco, il problema è nel sistema delle aziende e nella valutazione del lavoratore.

La colpa è di un’asimmetria informativa, le imprese non riescono a misurare la qualità e pagano poco i laureati e i singoli di fronte alla prospettiva di stipendi magri non investono sulla loro qualificazione

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