Baby gigolò a Termini, il prete: «Ho riscritto la Bibbia in chiave hard con ragazzini invece degli apostoli»

Ha dell’incredibile la difesa di don Dino, prete di Fiumicino finito in carcere per pedopornografia e prostituzione minorile nell’ambito dell’inchiesta che ha smantellato nei giorni scorsi un giro di baby gigolò a Roma Termini.

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LA BIBBIA HARD – Così il prete si è difeso davanti agli inquirenti:

«Si era sparsa la voce che ero bravo a scattare foto di nudi – avrebbe ammesso il sacerdote durante l’interrogatorio di garanzia – Così diversi ragazzini mi hanno chiesto di realizzare dei book per sfondare nel cinema erotico. Mi sono prestato, credendo di aiutarli. Ma non mi sono mai spinto oltre, non ho mai sfiorato un bambino. Mai pagato nessuno, neanche per le foto».

E sulla Bibbia, come riporta il Messaggero

Intanto, sta emergendo la doppia personalità del prete. Alle messe dietro all’altare fanno da contrappeso i dossier di foto pedopornografiche. Dopo le omelie don Dino incontrava di nascosto baby gigolò minorenni, ragazzini rom squattrinati pronti a vendersi per pochi euro. L’indagato aveva anche velleità artistiche: scriveva libri a luci rosse sotto pseudonimo. Aveva addirittura ripensato la Bibbia in chiave erotica: al posto dei 12 apostoli, comparivano altrettanti ragazzini deviati.

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