Immigrati Roma a San Lorenzo, la popolazione pronta alla protesta

Immigrati Roma a San Lorenzo, la popolazione è pronta alla protesta per evitare che vengano trasferiti nella storica borgata romana i profughi rimasti senza soluzione abitativa dopo gli sgomberi della tendopoli di Ponte Mammolo: “In questa zona c’è già la movida a tormentarci”, dicono i comitati di quartiere, pronti, a parole, alle barricate. Il problema nomadi in città diventa sempre più stringente, e l’assessore ai Servizi Sociali Francesca Danese ha più di un problema da risolvere.

IMMIGRATI ROMA SAN LORENZO, LA POPOLAZIONE PROTESTA

I profughi dovrebbero finire nello stabile di via dei Reti 27 confiscato alla criminalità organizzata e assegnato al comune di Roma solo pochissimi giorni fa.

Quattro piani per cinque unità abitative, 13 stanze con bagno indipendente, altri servizi comuni. Uno stabile che verrà destinato a famiglie in emergenza abitativa

Questa la destinazione d’uso originaria, ma i piani sembrano cambiati. Il Messaggero nella Cronaca di Roma dettaglia la situazione. “Già oggi siamo un quartiere ostaggio del degrado, tra spaccio, borseggi e movida violenta. I profughi non possono venire”, dicono i comitati di quartiere, guidati da Marco Orlandino, del raggruppamento “Via degli Ausoni dice basta”.

«Il territorio di San Lorenzo già oggi è estremamente degradato – denuncia Marco Orlandini, presidente del comitato “Via Ausoni dice basta” – le nostre strade sono invase da esercizi commerciali, gestiti dal racket dei bengalesi, che vendono alcol tutta la notte, ma anche da spacciatori e da una microcriminalità che si divide tra borseggi e aggressioni».

Microcriminalità, movida, spaccio, disagio e degrado sono solo alcuni fra i problemi che i cittadini denunciano “da anni” secondo i comitati di quartiere: “Nessuno pensa che tutti gli spacciatori di San Lorenzo sono nord-africani e che queste persone, bisognose di aiuto, vengono dagli stessi paesi. Quanto ci metteranno a capire che c’è un modo facile di fare soldi nell’illegalità?”, dice Orlandino, paventando il rischio che l’aumento degli insediamenti dei migranti faccia aumentare la criminalità nella zona.

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IMMIGRATI ROMA, PROBLEMI IN CITTA’

Il presidente di Municipio Giuseppe Gerace tenta di tenere una linea più temperata: sì all’accoglienza, ma in un numero che sia ragionevole per una zona già gravata da problemi e degrado.

Siamo un territorio accogliente e che vuole favorire l’integrazione. Per questo motivo, pur non essendo stati coinvolti a suo tempo, abbiamo accettato di ospitare nel centro Baobab di via Cupa circa 200 immigrati.  Venuti a conoscenza però del fatto che si sia liberato uno stabile a San Lorenzo in via dei Reti (bene confiscato alla Mafia) riteniamo sia corretto destinare questo immobile dopo il massimo coinvolgimento con il Consiglio del Municipio e le Associazioni di quartiere e senza decisioni calate dall’alto. Crediamo che l’integrazione possa realizzarsi al meglio con la creazione di piccoli nuclei e non concentrando circa 400 rifugiati in uno stesso quadrante.

La tensione sale e arriva fino alle porte del palazzo del Comune, in Campidoglio. “Se arriveranno davvero con gli altri comitati, faremo sentire la nostra voce contro queste scelte scellerate. Sia chiaro: non sarà una protesta contro l’accoglienza agli immigrati, ma contro il luogo scelto, che non è adatto”, continuano i comitati. Quaranta rifugiati da Ponte Mammolo sono già stati sistemati altrove, ha fatto sapere l’assessore Francesca Danese, senza però comunicare la destinazione scelta.

Edit. Nel pomeriggio dal campidoglio l’assessore ai Servizi Sociali Francesca Danese interviene per smentire le voci di un trasferimento massiccio di migranti nel quartiere San Lorenzo. 

Non è affatto sospeso il trasferimento degli ultimi rifugiati reduci dalla tendopoli di Ponte Mammolo. Sono ormai meno di venti, infatti, i rifugiati in attesa di una soluzione che troveremo nelle prossime ore, mentre per quanto riguarda San Lorenzo. Si tratta di garantire una sistemazione adeguata e condivisa a 21 ragazzi eritrei, e non centinaia come qualcuno vorrebbe far credere. Del resto anche la Prefettura, con la quale lavoriamo ogni giorno, non aveva mai ipotizzato il trasferimento di centinaia rifugiati nel quartiere di San Lorenzo. Voglio sottolineare che ogni soluzione, incluso il centro Baobab, è per definizione temporanea perché primo step di un percorso che mira a conferire, finalmente, integrazione e piena autonomia a persone che, è bene ricordare, non sono criminali, bensì donne e uomini con uno status preciso e una sofferenza atroce alle spalle. Roma intende continuare a fare la propria parte. Per questo è necessario distribuire il carico dell’accoglienza, anche alleggerendo quei municipi come il 4, il 5 e il 6 che in questi anni, nonostante le difficoltà, hanno ospitato progetti Sprar e altri progetti di accoglienza e ai quali va il mio più sincero ringraziamento. Un percorso che intendiamo portare avanti di concerto con i municipi interessati. Ecco perché sabato avevo invitato il presidente Gerace a un incontro per parlare dell’accoglienza dei 21 eritrei, incontro che, però, il presidente ha deciso di abbandonare dopo poco. Da parte mia ribadisco la totale disponibilità a continuare confronto, anche con cittadini e associazioni, per trovare insieme soluzioni condivise, come stiamo facendo anche in queste ore. Le porte del mio Assessorato infatti sono sempre aperte a tutti nell’interesse della città e dei romani

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