Focolarini, Chiara Lubich e la Chiesa dei sette colori

FOCOLARINI CHI SONO E CHI ERA CHIARA LUBICH LA FONDATRICE

Focolarini, Chiara Lubich e il movimento da lei fondato sono una delle realtà più forti dell’associazionismo laicale della Chiesa Cattolica nel mondo: un’associazione che conta due milioni fra aderenti ufficiali e simpatizzanti a vario titolo sparsi nelle varie Cittadelle e incardinati nei focolari su tutto il pianeta. Un fenomeno globale centrato sulle parole d’ordine della sua fondatrice, Silvia Lubich, divenuta Chiara dopo aver ricevuto in giovanissima età la vocazione “all’Unità e al Gesù Abbandonato“, due dei capisaldi della spiritualità dell’Opera di Maria, nome ufficiale del Movimento dei Focolari fondato a Trento nel 1943.

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I FOCOLARINI, CHIARA LUBICH E IL MOVIMENTO DEI FOCOLARI

Anticipando di almeno 20 anni alcune intuizioni del Concilio Vaticano II, Silvia Lubich, giovanissima ragazza trentina, nel 1943 decide di prendere i voti in forma privata (ovvero, non con una consacrazione ufficiale) per vivere “l’esperienza totalizzante dell’amore di Dio”. Nella sua città bombardata, Silvia – che da quel momento in poi inizierà ad essere chiamata Chiara, con il nome della santa povera di Assisi e seguace di San Francesco – semina i germi di una delle più grandi rivoluzioni laicali della Chiesa moderna: raduna intorno a sé altre amiche, altre giovani, che creano la prima comunità del movimento, il primo focolare.

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Il focolare è un gruppo di persone dello stesso sesso, maschi o femmine, che vivono in comune mettendo insieme averi e bisogni; inizialmente per gli aderenti ai focolari è chiesta l’osservanza del celibato, in seguito, con l’arrivo di Igino Giordani, parlamentare della Democrazia Cristiana, che viene indicato da Chiara Lubich come il sostanziale “cofondatore del movimento”, è aperto l’accesso anche alle coppie sposate, che vivono il focolare separatamente nelle proprie comunità di appartenenza, pur nella completezza del loro matrimonio.

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Chiara Lubich, fondatrice dei Focolarini (Wikimedia Commons)

FOCOLARI, COSA SONO E COME FUNZIONANO

Nel focolare si fa vita di comunità, si lavora e si segue un ritmo di vita scadenzato dal servizio alla e nella comunità stessa: sveglia di buon mattino, meditazione e messa mattutina; poi il lavoro, il ritorno in comunità, gli incarichi di servizio, la cena, spesso con ospiti esterni al focolare magari incuriosite dall’esperienza nelle comunità; il tutto è accompagnato dalla riflessione sulla spiritualità di Chiara, detta anche “spiritualità dell’Unità“,  che viene poi praticata vivendo “il carisma dell’Unità“, l’unica luce di Dio che si riflette in ognuno degli uomini con un colore e una caratteristica diversa e che, secondo le parole della fondatrice, si identificano con i sette colori dell’arcobaleno: “Unità nella diversità“, è uno dei motti dei focolarini. Concretamente, nei Focolari, ad ogni colore corrisponde un momento della vita in comunità.

Il rosso la comunione (dei beni e delle esperienze) ed il lavoro; l’arancio la diffusione dell’ideale che li anima; il giallo il rapporto con Dio; il verde la cura e il rapporto con il corpo e l’anima, la natura e l’ecologia; l’azzurro l’ordine, l’armonia, la cura degli ambienti e l’igiene; l’indaco la sapienza e lo studio; il violetto i mezzi di comunicazione e l’informazione

Così la definizione dei colori secondo la “Rivoluzione dei colori” del Gen, il gruppo giovanile del movimento dei Focolari. Lo spirito missionario permea ogni aderente al movimento dei focolari: abbracciando la vita nell’Opera di Maria, è comune venir destinati dai propri superiori ad un focolare, ad un’area geografica diversa da quella di provenienza, dove l’aderente è invitato e incoraggiato a rendere testimonianza delle sue scelte e della sua vocazione focolarina.

[I focolari] i possono trovare alle Nazioni Unite e accanto agli ammalati e ai poveri nelle periferie delle metropoli, in fabbrica e in territori di “frontiera”,  nei grattacieli e nelle favelas, nei villaggi e nelle capitali

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FOCOLARINI, NUMERI DI UNA RIVOLUZIONE

Accanto dunque ai laici dei Focolari – prime e principali ispirazioni della spiritualità di Chiara Lubich – nel movimento trovano spazio i volontari, che partecipano al movimento pur non essendo incardinati nelle comunità; i giovani del Gen, i religiosi, i sacerdoti, i diaconi, vescovi e persino cardinali. Sandro Magister sull’Espresso riportava i numeri del movimento, giganteschi.

I loro numeri cantano successo. Da 69.000 che erano dieci anni fa, sono balzati oggi a 109.000, in 198 paesi. Questi i focolarini militanti. Ma in più ci sono gli aderenti e i simpatizzanti, dati a 2.218.000. Oggi in tutto il mondo questi focolarini in senso stretto sono 5.823, distribuiti in 385 focolari femminili e in 283 maschili. In Italia i focolari femminili sono 51 e i maschili 49. Vi fanno vita comune in 1.547. Ma oltre al tronco ci sono i rami. Il primo è quello dei volontari, che si distinguono dai focolarini perchè non fanno vita comune ma abitano per conto proprio. I volontari animano a loro volta un movimento a più largo raggio, chiamato Umanità nuova. Idem le famiglie focolarine. Poi c’è il ramo giovani, Gen, generazione nuova. Ragazzi e ragazze svolgono attività separate. Altrettanto avviene per quelli con meno di 17 anni, detti Gen 3, e per i bambini, detti Gen 4. Vi fanno alone due movimenti più ampi, Giovani per un mondo nuovo e Ragazzi per l´unità. E poi ci sono i rami ecclesiastici: vescovi, preti, religiosi e religiose, studenti di seminario. Il ramo vescovi, ufficializzato nel 1996, ne conta 780.

Un movimento che ha vissuto una crescita vertiginosa sulle orme carismatiche della sua fondatrice, inizialmente persino osteggiato dalla Chiesa gerarchica ma progressivamente sempre più accolto, sopratutto da quel Giovanni Paolo II che vedeva nei movimenti carismatici (e nel carisma dei movimenti) una risorsa e un pilastro della Chiesa postconciliare che voleva costruire. “[Dal Vaticano] ci hanno messo sotto studio per anni. Ma ricordo che, l´uno dopo l´altro, ogni loro ispettore se n´è sempre andato via commosso, conquistato da quello che aveva visto”, diceva la stessa Lubich a Sandro Magister.

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Il gruppo musicale del Gen Rosso (Wikimedia Commons)

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FOCOLARI, LA CITTADELLA DI LOPPIANO

Un movimento multiforme, dunque: i laici consacrati, i volontari, i giovani del Gen, i gruppi musicali del Gen Rosso e del Gen Verde, e sopratutto, le cittadelle focolarine, o Mariapoli. Così Chiara Lubich racconta la sua chiamata ad edificare nuovi spazi di vita e di confronto.

E fu a Einsiedeln che capii, vedendo dall’alto di una collina la basilica e il suo contorno, che doveva sorgere nel Movimento una città, la quale non sarebbe stata formata da un’abbazia o da alberghi, ma da case, luoghi di lavoro, scuole, come una comune città”. Scrisse così Chiara Lubich nel suo diario del Marzo 1967. Erano i ricordi dell’estate 1962 in Svizzera, quando ebbe la prima intuizione di quello che oggi sono le “cittadelle” o “mariapoli permanenti”, tra le realizzazioni più conosciute del Movimento dei Focolari.

La più conosciuta, forse il centro di irradiazione del movimento dei Focolari, la prima cittadella dove ogni anno si tiene il raduno periodico del movimento è Loppiano, nel Valdarno, alle porte di Firenze.

“Nata nel 1964”, scrive il sito ufficiale, “conta oggi circa 800 abitanti di 60 nazioni che vivono anche nel territorio circostante. Più di metà vi risiede stabilmente, mentre altri partecipano ad una delle 12 scuole internazionali che prevedono una permanenza da 6 a 18 mesi”. A Loppiano c’è infatti un’università e un polo imprenditoriale che vive delle regole dellEconomia di Comunione, un modello di business impostato sulle regole formulate proprio dalla fondatrice e che sta avendo anche una certa fortuna nel dibattito economico contemporaneo.

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Loppiano, il santuario di Maria Theotokos (Wikimedia Commons)

FOCOLARINI, L’ECUMENISMO E IL DIALOGO

Lo scorso anno la cittadella di Loppiano ha compiuto 50 anni. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, originario della vicinissima Rignano sull’Arno, ha partecipato all’evento celebrativo.

L’ecumenismo è poi un tratto caratteristico del movimento dei Focolari, sia all’interno della Chiesa sia all’esterno di essa: dialogo e comunione con gli altri movimenti ecclesiali cattolici, dialogo con le altre chiese cristiane, percorsi comuni con le altre grandi religioni monoteiste e non, e anche – il che è davvero un unicum nel panorama ecclesiale – un percorso aperto di dialogo con le “persone di convinzioni non religiose”. Nei focolari, infatti, vivono anche persone non cristiane, se così scelgono e vogliono fare.

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Papa Francesco incontra Maria Voce, presidentessa del Movimento dei Focolari, e i Focolarini in Vaticano (AnsaFoto)

FOCOLARI, LA TESTIMONIANZA: “FRA ADESIONE E OBBEDIENZA, FRA UNITA’ E VIOLENZA”

Ma non ci sono solo luci nell’universo dei Focolari. In giro per la rete, fra i tanti attestati di stima, le opere mirabili che i seguaci di Chiara Lubich e dell’attuale presidentessa Maria Voce, ci sono anche scuri e ombre. Racconti delle esperienze di ex focolarini rimasti letteralmente traumatizzati dall’intensità, secondo le testimonianze addirittura violenta, della vita nei focolari; e dall’aura mistica e mitica che circondava e circonda la fondatrice e che arriverebbe, secondo i racconti, al limite dell’idolatria.

Il gruppo di cui mi fidavo era composto quasi esclusivamente da persone legate al Movimento dei Focolari, per i quali l’analisi era proibita, così come qualsiasi altro approccio critico. Vorrei dare un paio di esempi per esplicitare questo punto. Quando qualcuno aveva una domanda che poteva portare ad un’interpretazione diversa da quella di Chiara la risposta era: “non devi cercare di capire tu, l’importante è che Chiara capisca, tu devi mettere in pratica ciò che Chiara ha capito”. In un’altra occasione una focolarina diplomata in teologia, ancora una GEN, durante un viaggio in auto con la sua “assistente Gen”, diede un’interpretazione diversa da quella che Chiara dava dell’unità. La responsabile fermò l’auto accostando in autostrada e le disse: “Scendi subito, sei d’ostacolo alla presenza di Gesù in mezzo. Se ti converti bene, altrimenti torni a casa a piedi !”. E di esempi così ce ne sarebbero all’infinito.

Sarebbe sottile il confine secondo i racconti, nelle comunità dei focolari, fra aderenza e obbedienza cieca. Renata Patti, l’ex focolarina di cui riportiamo la testimonianza, nel video che ha postato su Youtube nel quale raccontava la sua esperienza, invitava tutti coloro che avessero qualcosa da dire a contattare monsignor Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati e incaricato dal Vaticano per sovrintendere alla causa di beatificazione di Chiara Lubich; il suo non è l’unico racconto che gira sulla rete. Le storie pervenute al prelato non sono state evidentemente né sufficienti né adeguatamente convincenti, perché lo scorso gennaio Chiara Lubich è stata dichiarata Serva di Dio ed è stata aperta la sua causa di beatificazione; Papa Francesco stesso ha incontrato i Focolarini in un’udienza privata lo scorso settembre.

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