Cannes 2015, con Irrational Man Woody Allen torna al noir

CANNES 2015, IRRATIONAL MAN DI WOODY ALLEN –

Non ho (più) l’età. Così dovrebbe cantare Woody Allen, maestro di cinema e di umorismo da troppo tempo incapace di raggiungere le vette toccate con la sua arte in passato. La vecchiaia, poi, gli ha consegnato una vena drammatica e nichilista che solo di rado (si pensi a Basta che funzioni, ad esempio) riesce a centrare l’obiettivo. Non è invecchiato bene questo narratore di sentimenti e contraddizioni sopraffino, né forse ha accettato il passare degli anni come, a volte, è successo a Pedro Almodovar. E Irrational Man, che pure è un film discreto, conferma che quel genio lo abbiamo perso. E che, però, potremo ancora godere, in alcune scene dei suoi lavori più recenti, di buone intuizioni. Un Allen minore, in fondo, può essere migliore di tanti mestieranti che popolano il cinema internazionale.

Woody Allen - Irrational Man
Woody Allen

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IRRATIONAL MAN, LA TRAMA –

Il buon Woody qui, però, non lavora molto di fantasia. Pesca, c’è da giurarci, nella sua grande cultura cinematografica le folgoranti idee (soprattutto nel finale) de Il vedovo di Dino Risi e la struttura etica, morale e narrativa del suo Match Point. Li mischia e ci offre un noir che, forse, se non ci avessero detto essere suo, non gliel’avremmo attribuito.

Abe Lucas è un giovane professore di filosofia: le sue posizioni sono radicali, la vita l’ha portato ovunque e l’ha deluso, il nichilismo è la sua corazza. Jill Pollard è una studentessa di buona famiglia, bellissima e arguta, che ne rimane inevitabilmente attratta, in una corresponsione d’amorosi e intellettuali sensi. Difficile raccontare di più, senza offrire spoiler: diciamo solo che il rapporto porta Abe a scoprire una nuova parte di sé, insospettabile, che gli fa tornare la voglia di cambiare il mondo. In un modo molto particolare e che lo metterà di fronte alla sua parte più nobile e meschina insieme. E, come succedeva al protagonista di Match Point, si dovrà confrontare con le grandi domande della vita – e con le pessime risposte che spesso ad esse diamo – e con il suo istinto di sopravvivenza che non aveva all’inizio – vedi la scena della roulette russa – e che recupera insieme alla felicità.

Woody Allen Emma Stone Joaquin Phoenix IrrationalMan
Woody Allen sul set con Emma Stone e Joaquin Phoenix

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IRRATIONAL MAN, LA RECENSIONE –

Un noir a tutti gli effetti, con poca azione e tanta testa. Un film di genere ben gestito e diretto, anche se i due protagonisti non hanno la chimica che servirebbe a una relazione come la loro e pur non essendo Phoenix in una forma andersoniana (nel senso delle sue prove con Paul Thomas Anderson), ma preferendo un’interpretazione pigra e ben nascosta nelle pieghe delle sue gigionerie. Emma Stone subisce invece la maledizione di Woody Allen: l’uomo che sapeva raccontare le donne come nessuno, regalando loro ruoli pazzeschi (chiedete a Diane Keaton, Mia Farrow e molte altre) è diventato un simpatico vecchietto capace di renderle tanto belle quanto poco interessanti. Emma Stone è sempre magnificamente vestita, inquadrata, cercata. Ma non riesce mai ad acquisire quello spessore che, per esempio, le ha saputo dare Inarritu, in Birdman, pur in una parte da comprimaria. Ne esce così un’opera con il freno a mano tirato, un lavoro cinematografico scolastico, ben confezionato e persino con i ritmi giusti, programmatico, come denunciano i dialoghi-monologhi che spiegano più che farti entrare nella storia. E che tendi a dimenticare quasi subito, proprio come le battute dell’attrice protagonista.

Joaquin Phoenix
Joaquin Phoenix è il professore di filosofia Abe Lucas

IRRATIONAL MAN, LA REAZIONE A CANNES –

Molti applausi. Lo diciamo subito, a contraddire la nostra affettuosa stroncatura. Ma si sa, Cannes è un luogo in cui il regista americano così amato in Europa e soprattutto in Francia, trova sempre ammiratori fedeli. Giornalisti e pubblico gli hanno tributato la solita ovazione, forse anche notando che, almeno, non c’era la sciatteria del suo “tour” europeo che raggiunse il punto più basso, purtroppo, proprio in Italia con To Rome with Love.
Dovremo aspettare diversi mesi per vederlo nelle sale cinematografiche della nostra penisola, ma fossimo in voi non ci dispereremmo per questo.

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