Il Movimento 5 Stelle in Liguria al voto, tra divisioni e “ombre”

«Noi chiediamo agli elettori di votare il M5S, ma di non dare preferenze ai candidati in provincia di Imperia. Ci sono troppe ombre». L’appello choc arriva da un 5 stelle, o meglio da il consigliere comunale M5S a Imperia Antonio Russo sulle pagine del Secolo XIX. Persone 5 Stelle che consigliano di non votare determinati 5 stelle. Che sta succedendo in Liguria?

TUTTE LE ALLEANZE DEL VOTO DEL 31 MAGGIO IN 7 REGIONI
La candidata M5S alla presidenza Liguria Alice Salvatore. (Foto ANSA/PAOLO ZEGGIO)

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LA DENUNCIA, IL DOCUMENTO E QUEL COGNOME “PESANTE” – Emerge una spaccatura. Da una parte c’è chi è tentato nel seguire le accuse di “relazioni pericolose” che attraversano il M5S nel ponente ligure dall’altra c’è chi invece si fida della linea indicata dalla candidata presidente alla Regione Alice Salvatore. Crea infatti critiche il legame di amicizia tra Carmine Mafodda, attivista dell’M5S di Taggia e , artigiano edile, candidato alle elezioni regionali del 31 maggio. Mafodda è un “cognome pesante”, legato a fatti di cronaca e ‘ndrangheta nella regione.

Per capire le accuse di Russo occorre fare un passo indietro, ovvero quando Casa della Legalità (tramite Cristian Abbondanza) denunciò l’influenza delle cosche sul territorio e in particolare il cognome Mafodda nella zona di Taggia. Riporta il Secolo XIX:

«Si parte dalla sentenza del processo Teardo e si arriva all’inchiesta Maglio 3: quella dei Mafodda è una famiglia di ‘ndragheta con vincolo di sangue, a partire da Luigi, nonno di Carmine». Alla dinastia «appartengono i figli di Luigi: Aldo, Mario, Rocco e Palmiro, il padre di Carmine». A Carmine la Casa della Legalità rimprovera di non aver mai preso le distanze dalla famiglia. Ancora Abbondanza: «C’è un aspetto che dovrebbe far pensare i grillini: nella zona di Taggia alle elezioni politiche e a quelle Europee il Movimento ha preso in media dal 5 all’8% in più di voti rispetto al resto della provincia. Significa che la ‘ndrangheta lo sta usando»

Dopo che Casa della legalità ha pubblicato un dossier chiedendo spiegazioni al Movimento Antonio Russo, consigliere M5S di Imperia, ha preso le distanze firmando un «documento condiviso da tutti i consiglieri» e chiedendo il ritiro della candidatura di Comandini, cosa che poi non è avvenuta. Quello che chiede Abbondanza sul sito ha rivolto al Mafodda attivista è questa: «Come mai non ci ha spiegato perché, se tanto si è prodigato contro Collette Ozotto, nulla ha detto, scritto e fatto sulla discarica di Rocca Croaire, il vero e documento paradiso della ‘ndrangheta?».

M5S SI DIFENDE: «COMANDINI INCENSURATO» – Le difese dei 5 stelle attorno a Comandini sono numerose. In primis c’è quella della candidata alla presidenza Alice Salvatore. «Le esternazioni di Antonio Russo – ha dichiarato oggi a Sanremo News – sono inqualificabili perché non ha nessun parametro su cui basarsi. Le sue fonti sono esclusivamente basate sulla sua antipatia per la persona perché Daniele Comandini è incensurato, come tutti i nostri candidati, si è sempre battuto con coraggio contro le ecomafie locali come attivista. Non ha mai dato motivo di preoccupazione, e quindi le sue parole sono basate sul nulla, e parimenti chi dà credito alle accuse con sfumature diffamatorie, è complice e verrà perseguito legalmente». Qualche giorno fa è stato Comandini stesso a replicare alle accuse di Russo: «Da subito ho ritenuto superfluo dar peso ad insensati comunicati confidando sia nella stima delle tante persone che mi conoscono, sia nel ragionevole giudizio di coloro che, pur non conoscendomi personalmente, avrebbero facilmente compreso l’illogicità delle motivazioni che porterebbero a ritenere me e il mio amico Carmine Mafodda legati ad ambienti che non ci appartengono. La realtà dei fatti è che io e Carmine siamo persone per bene, incensurate ed oneste e pertanto diffido formalmente coloro che in futuro continueranno con queste insensate accuse e avviso altresì che è mia intenzione agire legalmente nei confronti di coloro che già hanno scritto su questa vicenda». Carmine ha invece affidato ai social la sua versione:  « Vorrei chiarire una volta per tutte la mia più totale estraneità a qualunque associazione criminale organizzata. Mi chiamo Carmine Mafodda e sono un uomo onesto e libero. Tanto libero da poter affermare, citando un eroe della lotta alla mafia, che la ndrangheta così come qualunque altro tipo di associazione criminale organizzata sia “una montagna di merda”. Vorrei inoltre prendere le distanze e condannare fermamente quelle persone che avendo il mio stesso cognome si sono resi protagonisti di atti contrari alla legge. La mia filosofia di vita è basata sul lavoro e sull’onesta. Spero così di aver allontanato per sempre illazioni, allusioni e cattiverie gratuite sul mio conto».

M5S Liguria

M5S LIGURIA: IL BLOG TACE – Caso chiuso? Non ancora. Sui media locali il caso Comandini-Mafodda  sta emergendo sempre più in queste ore. E ora da Imperia si gioca al rialzo invitando a non votare gli esponenti della provincia. L’unica cosa certa, tra questo marasma di accuse e repliche è che il Movimento 5 Stelle ligure non esce di certo coeso. Le elezioni regionali sono a un passo. E per ora il blog nazionale e la persona di Beppe Grillo tacciono sulla vicenda.

(In copertina la marcia Perugia-Assisi voluta da M5S. Foto ANSA/ MATTEO CROCCHIONI)

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