L’insidia dell’alluminio

21/12/2011 di John B

Stoviglie e cosmetici sono responsabili delle intossicazioni da alluminio?

Qualche giorno fa una coppia di miei amici si lamentava di aver dovuto spendere una fortuna per acquistare padelle e pentolame “in acciaio”, dopo aver scoperto – leggendo un articolo pubblicato sul sito Disinformazione – che l’alluminio è estremamente tossico. Sia l’articolo in parola che numerose altri “fonti” su Internet spiegano che uno dei veicoli principali dell’intossicazione sono le stoviglie (“L’ebollizione dell’acqua in pentole di alluminio produce tossine idro-ossidi, la pancetta fritta nella padella rilascia nitrati e la carne bollita cloruri”) e pertanto è bene eliminarle dalla cucina.

EFFETTI – Particolarmente impressionanti gli effetti sulla salute elencati dall’articolo su Disinformazione: “disturbi nell’apprendimento (soprattutto i bambini!!), confusione, disorientamento, perdita della memoria, coliche intestinali, mal di testa, bruciori di stomaco e coliti (il mal di pancia dei bambini!), avversione per la carne, anemia, carie, ipoparatiroidismo, disfunzioni renali, disfunzioni del fegato, osteomalacia, aggravamento morbo di Parkinson…”. Non c’è da meravigliarsi se l’atterrita coppia abbia immediatamente provveduto a gettare nel bidone della spazzatura tutte le padelle e le pentole in alluminio per acquistarne di nuove costruite con altro materiale. A quest’ultimo proposito la scelta è piuttosto limitata: le alternative sono l’acciaio e il rame. Ma è stata davvero una mossa giusta? Proviamo a verificare la notizia. La prima cosa che salta all’occhio è che le “fonti” citate sono tutte non qualificate. L’articolo sul sito Disinformazione è firmato da tale Susanna Berginc, che è anche curatrice di un sito dedicato a vari argomenti connessi all’alimentazione e alla salute. Dallo stesso sito apprendiamo che la Berginc è una “naturopata”. Il naturopata non è un medico, non è un chimico, non è nemmeno laureato: “È importante sottolineare che il naturopata non è un operatore medico, difatti non rientrano nel suo campo d’intervento né la diagnosi né la cura delle patologie… il naturopata riconosce i sintomi delle patologie di competenza medica o psicologica e indirizza il paziente verso specialisti medici per gli opportuni approfondimenti diagnostici o terapeutici… Attualmente in Italia si può conseguire la qualifica di naturopata frequentando scuole private, alle quali si può accedere con un diploma di scuola media superiore”.

QUINDI – Senza nulla togliere al naturopata, è evidente che non ha alcuna competenza per affermare che le pentole di alluminio sono la causa di un simile trambusto. Le altre fonti, poi, sono semplici blogger che non citano studi scientifici né pareri qualificati. In effetti, in Internet non si riesce a trovare alcuna fonte qualificata che avalli quanto sostenuto dalla Berginc e dai vari blogger “anti-alluminio”. L’alluminio è generalmente ritenuto un metallo a bassissima tossicità (la Ullmann’s Encyclopedia of Industrial Chemistry riporta che la dose letale è pari a ben 6,2 grammi per ogni kg di peso corporeo) facilmente eliminato dall’organismo. Vi sono alcuni studi per verificare se possa favorire determinate patologie neurologiche o talune forme tumorali, ma al momento non è stato dimostrato alcun nesso di causalità tra alluminio e malattie. Del resto l’alluminio non è una diavoleria moderna: l’allume di rocca, ad esempio, è un minerale ad alto contenuto di alluminio utilizzato sin dall’antichità. Curiosamente, non si vede perché i rimedi proposti (pentolame in acciaio e rame) dovrebbero essere effettivamente vantaggiosi rispetti all’alluminio. L’acciaio non è un elemento chimico “autonomo” ma è una lega ottenuta unendo ferro, carbonio e svariati altri elementi, metalli e non, tra i quali non solo c’è spesso proprio l’alluminio ma anche metalli decisamente più pericolosi. D’altro canto, anche il rame – generalmente considerato sicurissimo e peraltro coinvolti nei processi metabolici dell’organismo umano – è oggetto di studi scientifici e può causare effetti negativi in casi particolari come le persone affette dalla Malattia di Wilson, un problema genetico che provoca l’accumulo del rame nei tessuti. In definitiva: non ci sono prove che l’alluminio sia tossico come è stato prospettato dalla Berginc e anzi la comunità scientifica lo ritiene abbastanza sicuro; le alternative – come l’acciaio e il rame – non sono una soluzione migliore (né peggiore). Se proprio vogliamo fare le pulci a tutto, perfino sui “rimedi” proposti dalla Berginc ci sarebbe da ridire. Ad esempio la naturopata consiglia di assumere costantemente due “compresse” di selenio al giorno senza specificarne esattamente la quantità. Ebbene, sotto certi aspetti il selenio è molto più tossico dell’alluminio! La dose di tossicità è pari a 15 microgrammi (si badi bene: microgrammi, non grammi) per kg di peso corporeo e provoca la selenosi: disturbi gastrointestinali, perdita di capelli, alitosi, stanchezza, irritabilità e danni (fortunatamente lievi) al sistema nervoso. Qual’è la morale della favola? Prima di buttare via le pentole o di assumere ricette miracolose, è meglio che verifichiate attentamente la qualità (e non la quantità) delle informazioni apprese via Internet. A volte i rimedi possono essere perfino peggiori del male paventato.

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