Massimo D’Alema: «Voglio una sinistra che vince e non la vittoria di una persona»

Massimo D’Alema torna a parlare a margine di un evento elettorale in Calabria e lancia un messaggio a Matteo Renzi: «Mi sento parte di una sinistra che vuole vincere. La differenza è tra una sinistra che vuole vincere e uno che vuole vincere». Con queste parole l’ex Presidente del Consiglio risponde al segretario del Pd che aveva definito la minoranza i «nostalgici del 25 per cento, quelli che stavano bene quando si perdeva».

Massimo D'Alema: «Voglio una sinistra che vince e non la vittoria di una persona»
ANSA/GIUSEPPE LAMI

«NEL ’96 L’ULIVO EBBE PIÙ DEL 40 PER CENTO» –

«Noi – ha aggiunto D’Alema rispondendo direttamente a Renzi, ripreso dall’Ansa – le elezioni le abbiamo perse e vinte e nel ’96 l’Ulivo ebbe più del 40 per cento, ma forse è troppo giovane e non se ne ricorda. È stato un alternarsi tra vinte e perse e ci siamo confrontati con Berlusconi nel pieno della sua forza. Ora lo sbriciolamento del centrodestra rende anche piu’ facile vincere». D’Alema ha poi risposto a Renzi rivendicando le sue opinioni relative ad un calo degli iscritti al Pd: «Il fatto che sono critico con il segretario del mio partito ma lancio un appello a iscriversi al Pd dovrebbe essere apprezzato dal segretario, che invece mi ha insultato dal palco. Renzi dice di voler fare come Blair e allora facesse come lui, che ha saputo rispettare e tenere unito il partito laburista perché sapeva che altrimenti non avrebbe vinto. Spero che anche il suo giovane allievo ne tenga conto».

 

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«SOSTENGO LE MIE OPINIONI NEL PD? QUALCUNO È ANDATO ED È DOLOROSO» –

Massimo D’Alema ribadisce inoltre che lui non abbandona il Partito Democratico e che continuerà la sua azione politica dall’interno: «Io voglio una sinistra riformista e di governo e per far questo la battaglia la riconduco nel Pd almeno fino a quando non verranno prese drastiche misure. Il delirio di onnipotenza puo’ spingere a volte a gesti inconsulti. Rischio scissione? Personalmente sono iscritto al Pd e penso di continuare a sostenere le mie opinioni nel partito. Qualcuno se ne è andato, purtroppo, ed è una cosa che considero un fatto doloroso».

«IL CENTRODESTRA SERVE ANCORA»

D’Alema ha poi espresso la propria opinione circa le prossime sfide elettorali, rimarcando ciò che per lui è un problema, ovvero una riduzione nelle percentuali dei votanti, riduzione riscontrata nelle ultime consultazioni dello scorso weekend: «Il voto amministrativo nelle regioni in cui si è votato è molto importante perché si tratta di eleggere istituzioni che hanno un grande potere e molte risorse. Il crollo dei votanti è pero’ molto preoccupante». D’Alema ha anche rivolto un appello al centrodestra, invitandolo a ritrovarsi per evitare che il Pd possa assumere forme che non gli appartengono: «Non vorrei dare io dei consigli al centrodestra, ma penso sia auspicabile che torni ad esserci perché è in uno stato così di frantumazione in ogni parte del Paese da finire per attribuire al Pd una molteplicità di ruoli, il che non è positivo. Quando si resta soli sulla scena politica si rischia di finire per interpretare tutti i ruoli. Questo non e’ un bene per la democrazia».

Il centrodestra però c’è e si sta ritrovando intorno a Matteo Salvini. Un Salvini che per D’Alema non rappresenta un avversario credibile per la sfida in Meridione, colpa della storia del suo movimento: «il suo tentativo mi pare onestamente non coronato da grande successo. Non ho l’impressione che il sud lo accolga a braccia aperte. Capisco le ambizioni politiche di Salvini di creare una destra nazionale di tipo nuovo, ma purtroppo la Lega è così marcata dall’antimeridionalismo di questi anni che non riesce a liberarsene». (Photocredit copertina ANSA/ANGELO CARCONI)

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