Campi rom Roma, sprecati otto milioni di euro

Campi Rom Roma, “sprecati otto milioni di euro” dei cittadini nel solo 2014: a dirlo è l’associazione 21 luglio, una delle più competenti e storicamente legate alle tematiche dell’accoglienza dei migranti e dei nomadi in città. Il dossier della 21 luglio assicura: le politiche dell’accoglienza a Roma si sono rivelate finora come un gigantesco spreco di denaro pubblico, inconcludente per chi viene accolto e dannoso per i cittadini.

CAMPI ROM ROMA, SPRECATI OTTO MILIONI DI EURO

Le risultanze del dossier rom sono pubblicate dal Messaggero nella Cronaca di Roma.

I centri di raccolta rom della Capitale sono costati ai romani otto milioni di euro solo nel 2014. Per una spesa annua del Campidoglio di circa 33mila euro per ogni famiglia nomade ospitata. E i risultati sono quasi nulli. (…)  Per i sette centri raccolta l’amministrazione comunale ha speso lo scorso anno 8.053.544 euro, il 29,8% in più rispetto a quanto stanziato nel 2013 (6.202.869 euro). Della spesa totale il 90,6% è stato utilizzato per la sola gestione dei centri, il 4% per sicurezza e vigilanza, il 5,4% per la scolarizzazione mentre «nulla è destinato all’inclusione sociale». Per la quasi totalità i fondi sono stati assegnati a enti e cooperative, denunciano dall’associazione, tramite affidamento diretto e senza bando pubblico

Si tratta del sistema che ha fatto le fortune di Mafia Capitale e del mondo di mezzo gestito da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi: soldi pubblici affidati alle cooperative dell’accoglienza, su cui poi il sistema criminale aveva iniziato a lucrare. E parliamo di importi di grande rilevanza.

 Tra i centri più esosi per le casse comunali primeggia il Best House Rom – «un mostro che deve essere chiuso» lo aveva definito l’assessore capitolino al Sociale Francesca Danese – costato quasi 2,8 milioni di euro nel 2014, cifra più che raddoppiata rispetto al 2013 (+122%), pari a circa 39mila euro all’anno per una singola famiglia. Gli altri due grandi centri raccolta rom – via Salaria e via Amarilli – sono costati invece rispettivamente circa 2 milioni e 1,4 milioni di euro (-23% e -1% rispetto al 2013). Per mantenere una famiglia nel centro di via Salaria il Comune, dal 2009, ha speso 231.970 euro mentre nel centro di via Amarilli il costo annuo a famiglia, nel 2014, ammonta a 69.723 euro pari a più di 341mila euro a famiglia dalla nascita del centro nel 2010.

Che la questione dell’accoglienza dei rom sia abbastanza problematica non è una novità: il Comune non ha le risorse per gestire in proprio le questioni dell’accoglienza, così preferisce affidare la patata bollente alle cooperative versando fondi spesso senza gara e ad affidamento diretto, visto che i tempi di norma sono strettissimi, si ricorre alle normative di somma urgenza e, anche volendo, non ci sarebbe tempo per procedere a gara.

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CAMPI ROM ROMA, “DIAMOGLI IL BUONO CASA”

Le proposte per uscire dal vicolo cieco sono molte, anche se nessuna di esse sembra pienamente convincente nemmeno agli stessi amministratori.

L’obiettivo del Campidoglio è chiaro. L’amministrazione vuole utilizzare il periodo del Giubileo per superare una volta per tutte il sistema dei campi nomadi, con tutte le problematiche che si porta indietro da anni, chiudendo gli insediamenti e ammettendo i rom che ne abbiano i requisiti ai programmi di assistenza alloggiativa. Sui modi e sui tempi, però, non c’è ancora chiarezza. Ieri l’assessore alle politiche sociali, Francesca Danese, ha lanciato un altro sasso nello stagno: «Il buono casa potrebbe essere fruibile anche dai rom – dice Danese – Non è detto che una persona non possa uscire dai campi, trovare lavoro e avere una casa». (…) Il tema è delicato, visto che già poche settimane fa si erano scatenate le polemiche sull’inserimento di nuclei familiari nomadi nelle graduatorie delle case popolari comunali. Tanto che da Palazzo Senatorio filtra immediatamente la frenata: «Per ora questi bonus riguardano le persone che lasciano i residence», precisano dal colle capitolino.

Per estendere l’ipotesi di accoglienza anche ai rom servirebbe un’altro bando, che per ora è tutt’altro che finanziato o finanziabile; la verità, sostiene la Danese, è che molti dei nomadi sarebbero interessati a tornare a casa: “Ci sono molti rom che vogliono tornare in Romania. Per questo stiamo dialogando con il governo romeno e stiamo pensando a un collegamento con imprenditori italiani che sono in Romania”. In ogni caso entro poche settimane sarà pronto e approvato lo strumento giuridico che l’ufficio della Danese ha predisposto, il nuovo regolamento dei campi rom di Roma Capitale: “Stiamo aspettando la risposta ad alcuni quesiti giuridici, appena la avremo, penso in meno di un mese, potremo portare il regolamento in Giunta e poi in Assemblea capitolina”, assicura la Danese.

Credit Copertina: Luciano / Flickr

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