La pericolosa “moda” dei ragazzini che puntano il laser sui piloti degli aerei in fase di atterraggio

Pare che la peggio gioventù bergamasca abbia trovato un nuovo passatempo: puntare il laser negli occhi dei piloti in fase di atterraggio. L’anno scorso alla torre di controllo dell’aeroporto di Orio al Serio sono arrivate 48 segnalazioni, una a settimana. Nell’80% dei casi i laser sono stati puntati su aerei in avvicinamento, nel 15% su veivoli in decollo e il resto su mezzi in fase di crociera.

UNA “MODA” AMERICANA – Ne riporta la notizia il Corriere della Sera di Bergamo spiegando come questo pericoloso andazzo sia di origini americane. Negli Stati Uniti le segnalazioni raccolte sono state 300 nel 2011, 450 nel 2012, 885 nel 2013 e 1189 lo scorso anno in ben 35 aeroporti. A Bergamo i casi si sono concentrati tra agosto e settembre, ma la classifica degli aeroporti più colpiti è guidata dallo scalo romano di Fiumicino. Se in Italia non si sono ancora verificati incidenti, nel nuovo continente la situazione è tragica, al punto che l’FBI ha messo una taglia da 10mila dollari sui mentecatti con i laser.

IMPOSSIBILE INDIVIDUARE I RESPONSABILI – Difficile, quasi impossibile individuare i responsabili. Maria Grazia Santini, comandante della polizia di frontiera ha spiegato al Corriere: «Sappiamo solo che si piazzano a ridosso dell’autostrada. I piloti fanno partire subito la segnalazione e noi la trasmettiamo alla questura o ai carabinieri. Purtroppo il tutto avviene al buio e i piloti, che stanno eseguendo manovre delicate, possono dare soltanto indicazioni poco precise. Questo, insieme al fatto che un puntatore laser può essere facilmente nascosto, rende impossibile individuare i responsabili, a differenza di chi lancia sassi dai cavalcavia. Pensiamo che siano ragazzi che non si rendono conto della gravità di ciò che fanno».

I DANNI – Un raggio laser colpisce la retina può causare anche danni permanenti agli occhi, ma più nell’immediato porta ad improvvisa e temporanea cecità che, quando si guida un aereo, sarebbe meglio evitare.

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