L’unico lager in terra italiana: la Risiera di San Sabba

L’unico lager in terra italiana è la Risiera di San Sabba, l’ex risaia alle porte di Trieste convertita dopo l’armistizio di Cassabile e il diretto controllo da parte delle truppe tedesche di vaste zone dell’Italia nord orientale in campo di concentramento, smistamento, esecuzione e cremazione di oppositori politici, minoranze etniche slovene e croate, ebrei e partigiani. Secondo il sito ufficiale del monumento nazionale “tra le tre e le cinquemila persone [sono state] soppresse in Risiera. Ma in numero ben maggiore sono stati i prigionieri e i ”rastrellati” passati dalla Risiera e da lì smistati nei lager o al lavoro obbligatorio”; nella struttura era infatti in funzione un forno crematorio che le SS Naziste, testimoniò uno degli operai che l’avevano realizzato, avevano ottenuto convertendo un precedente essiccatoio per il riso.

“Supervisore della Risiera fu l’ufficiale delle SS Odilo Globočnik, triestino di nascita, in precedenza stretto collaboratore di Reinhard Heydrich e responsabile dei campi di sterminio attivati nel Governatorato Generale, nel quadro dell’operazione Reinhard, in cui erano stati uccisi oltre 1,2 milioni di ebrei”, spiega Wikipedia. La Risiera è stata abbandonata di gran fretta nella notte fra il 29 e il 30 aprile 1945, dopo aver fatto saltare il forno crematorio con esplosivi per evitare che i crimini del nazionalsocialismo venissero immediatamente scoperti.

Foto: Tommaso Caldarelli / Giornalettismo

 

 

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