I trucchi fiscali delle multinazionali nel mirino dell’Europa

I trucchi fiscali

delle multinazionali per pagare meno tasse possibili saranno contrastato dall’Unione Europea. I ministri finanziari dell’UE si sono accordati per definire nuove regole comuni che limitino l’efficacia dei tax ruling, gli accordi tra governi e aziende per una fiscalità più favorevole.

TRUCCHI FISCALI –

L’Europa vuole rendere più difficile lo sfruttamento delle scappatoie fiscali utilizzato dalle multinazionali per ridurre le tasse da pagare. Questo obiettivo è stato condiviso dai ministri finanziari dei 28 Paesi membri dell’UE, che hanno deciso di rafforzare la trasparenza in merito ai cosiddetti Tax Ruling. Questo tipo di accordi, particolarmente diffusi in alcuni Stati dell’Unione Europea come Irlanda, Paesi Bassi o Lussemburgo, permettono alle aziende di beneficiare di una fiscalità sensibilmente più favorevole. Le nuove regole dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno, e limitare le pratiche giudicate come scorrette. Le multinazionali hanno aumentato in modo costante il ricorso alle scappatoie fiscali presenti nei sistemi nazionali, per poter aumentare i loro guadagni. Una delle pratiche più diffuse è lo spostamento dei profitti nei Paesi dove il peso della tassazione è inferiore. A causa di questo tipo di pratiche fiscali grandi aziende come Apple, Amazon o Starbucks sono stati oggetto di inchiesta da parte dell’Antitrust europea.

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COME EVITARE DI PAGARE LE TASSE –

Il caso Luxleaks ha evidenziato la diffusione e i corposi benefici garantati dai Tax Ruling. Grazie a questo tipo di intesa un’azienda si accorda con un governo per spostare la sua sede fiscale e operativa in quel Paese, al fine di ottenere uno sconto rispetto alle tasse da pagare. All’interno dell’UE questo permette alle multinazionali di evitare il superiore carico fiscale sulle imprese che di solito caratterizza i grandi Paesi europei, con la parziale eccezione della Gran Bretagna. Secondo la Commissione UE diversi Tax Ruling configurano aiuti di Stato illegittimi, e le nuove regole di cui hanno discusso i ministri finanziari dell’UE vogliono evitare questa contraddizione con il diritto comunitario. Il commissario agli Affari economici e finanziari dell’UE, il francese Pierre Moscovici, si è posto l’obiettivo di definire una comune base imponibile per le imprese attive nel mercato unico europeo. Su questi temi l’Europa si è mostrata piuttosto divisa negli ultimi anni, ma alla luce dell’erosione del gettito erariale provocata dalla crisi la spinta per limitare la concorrenza fiscale giudicata come sleale è cresciuta.

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