Enrico Letta a Che Tempo che Fa: “Mi dimetto dal Parlamento e vado a Parigi”

Enrico Letta a Che Tempo che Fa del 19 aprile 2015, l’ex presidente del Consiglio torna in televisione per un ritorno lungamente annunciato: intervistato da Fabio Fazio l’ex presidente del Consiglio dei Ministri illustrerà i contenuti del libro in uscita per Mondadori, “Andare insieme, andare lontano”, scritto durante il lungo esilio dalla politica italiana dopo essere stato sostituito a Palazzo Chigi da Matteo Renzi.

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ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,52: “Spero che sull’Italicum si trovi un’intesa; se voterò la fiducia? Nel caso torno e glielo dico”, dice Enrico Letta a Fabio Fazio concludendo l’intervista.

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20.50: “Con Matteo Renzi? Siamo sereni nei nostri rapporti”, dice Enrico Letta.

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,45: “Mi hanno proposto di guidare la scuola di Affari Internazionali di Sciences Po di Parigi, il 1 dicembre mi dimetterò da parlamentare perché penso che questa cosa vada fatta per bene. Inoltre sono parlamentare da 13 anni, mi dimetto da questo parlamento sulla base del fatto che torno a lavorare”, ha detto l’ex primo ministro Enrico Letta: l’annuncio è stato formalizzato in diretta Tv: “Ne ho già parlato con Sergio Mattarella; io sono uscito rincuorato dal colloquio, non so la controparte”.

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,43: “Io detesto House of Cards, la politica fatta di intrighi non mi appartiene”, dice Enrico Letta

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,42: L’ex premier riparte da tre parole, Libro, Scuola e Lavoro. 

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,41: “Non ho mai pensato ad uscire dal Pd, né auspico scissioni: sarebbe un errore da parte di tutti, sopratutto da parte di chi dirige il Partito” dice Enrico Letta.

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,37: “Io sono sereno adesso”, dice Enrico Letta: “Ma il cambio di governo con Matteo Renzi fu inaspettato. In quest’anno ho pensato alla mia vita; ma nel libro non c’è alcuna volontà di rivincita personale, solo la volontà di evidenziare un punto di vista, diverso dal conformismo ormai ben presente”. Sono due i capitoli in cui Enrico Letta sarebbe più opposto alla linea del governo attuale: “Servono le riforme, alcune sono state fatte; su altre cose deve essere protagonista il parlamento: la riforma elettorale e la riforma costituzionale; servono maggioranze larghe. Ci sono alcune cose su cui consiglio che ci sia un consenso maggiore, convincere le persone invece di fare cose in fretta e in modo pasticciato”.

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,35: Serve una nuova Mare Nostrum Europeo, una linea di soccorso in mare, dice Enrico Letta: “Serve il coinvolgimento della Germania, bisogna intervenire sulla Libia, bisogna rivedere il trattato di Dublino”.

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,33: Si inizia dall’immigrazione: “Siamo di fronte all’impotenza” davanti ai 700 morti nel mar Mediterraneo: “Non sono migranti per motivi economici, ma per motivi di asilo: noi li lasciamo morire o i diritti dell’uomo per noi oltre ad essere parole sono pratiche concrete?”

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ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA, 20,32: Inizia da Cagliari il tour di Enrico Letta per la presentazione del libro “Andare insieme, andare lontano”. Il libro esce martedì 21

ENRICO LETTA A CHE TEMPO CHE FA 19 APRILE 2015

Enrico Letta torna alla vita pubblica con l’intervista a Che Tempo che Fa: i contenuti del suo libro sono stati pubblicati e anticipati proprio oggi dal Corriere della Sera.

Nell’insegna potrebbe essere inciso il motto «astenersi carrieristi», visto il convincimento maturato negli ultimi tempi: «Tra i più giovani impegnati nei partiti spesso prevale una corsa alla carriera che spinge al professionismo politico». Palazzo Chigi gli ha insegnato che «se vivi solo di politica e ti circondi solo di persone che non sanno far altro che quello, il tuo orizzonte si restringe e la capacità di vedere quello che accade fuori da quei Palazzi si annacqua». Ha intessuto relazioni con premier e capi di Stato e ora vuol mettere al servizio dei giovani la «straordinaria ricchezza» che gli deriva dall’aver incontrato, nella vita, «servitori delle istituzioni e grandi costruttori di Europa». Letta animerà la scuola in prima persona, sceglierà i docenti (anche stranieri) e accompagnerà lui stesso i ragazzi a conoscere le istituzioni italiane e comunitarie. E se sarà una «piccola» scuola è perché la selezione non dovrà avvenire per censo, ma sulla base della passione e del talento. «Viaggeremo molto sulla rotta Roma Bruxelles, cercando di coprire le spese con borse di studio» anticipa il fondatore, che domani sera spiegherà il progetto in tv da Fabio Fazio.

Non manca la stoccata a Matteo Renzi.

 Stando alle cronache il premier in carica è un estimatore di House of Cards , mentre per Letta il mefistofelico Frank Underwood impersonato da Kevin Spacey è il simbolo di un virus che sta contaminando la politica italiana. «La realtà rischia di superare la finzione» è il timore dell’ex capo del governo, determinato a fare la sua parte per fermare la deriva: «Ogni volta che in tv passa la pubblicità di House of Cards penso che questo modello di politica non mi piace, non posso e non voglio rassegnarmi».  I complotti, gli intrighi del potere, il cinismo, il calcolo e l’ambizione senza freni resteranno fuori dalla porta dell’accademia lettiana, fondata sui pilastri del «pensiero pesante». L’etica, il senso delle istituzioni, l’esercizio del dubbio, la disponibilità ad ascoltare le ragioni dell’altro… 

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