Marilena Zaccardi: condannata per le umiliazioni di Bolzaneto (e prescritta) terrà un convegno sulla salute in carcere

La dottoressa del penitenziario femminile Pontedecimo, condannata in Appello per abuso d’ufficio pluriaggravato e ingiuria pluriaggravata, relazionerà, al convegno “La salute in carcere”, organizzato per la Asl3. È la storia di Marilena Zaccardi che 14 anni fa gridava ad una ragazza ferita “puzzi come un cane”, dopo che le era stato impedito di andare in bagno. Storia che ha velocemente fatto il giro del web, scatenando non poche polemiche.

CONDANNA – Nonostante la sentenza della Corte d’Appello di Genova del 20/22 luglio 2001 che la accusava di «aver consentito o effettuato controlli di triage e di visita sottoponendo le persone a trattamento inumano e in violazione della dignità», «costringendo persone di sesso femminile a stazionare nude in presenza di uomini oltre il tempo necessario e quindi sottoponendole a umiliazione fisica e morale». «Per aver ingiuriato le persone visitate con espressioni di disprezzo e di scherno». «Per aver omesso o consentito l’omissione circa la visita di primo ingresso sull’individuazione di lesioni presenti sulle persone». «Per aver omesso o consentito l’omissione di intervento sulle condizioni di sofferenza delle persone ristrette in condizioni di minorata difesa». Sentenza poi confermata

dalla Cassazione, nel 2013. La dottoressa Zaccardi, però, così come Toccafondi, è stata salvata dalla prescrizione. Salvata, ma solo in campo penale, perchè sul piano civile è stata riconosciuta la sua responsabilità.

Nonostante questo, e nonostante il polverone rialzatosi sulla vicenda dopo la condanna di Strasburgo che qualificava i fatti della Diaz come tortura, sanzionando l’Italia non solo per quanto fatto ad uno dei manifestanti, ma anche perché la legislazione del nostro paese non è adeguata a punirne i reati. Nonostante tutto, la Zaccardi non solo è rimasta alla Asl, ma tiene convegni per l’azienda pubblica sulla salute in carcere. Ora insegna come funziona “La salute in carcere”.

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