Romano Prodi e quelle critiche per Matteo Renzi (e Maradona)

«Un inguaribile ottimista». Si definisce così Romano Prodi nel libro-intervista di Marco Damilano “Prodi. Missione incompiuta” edito da Laterza. Un volume recensito oggi da diversi quotidiani dove l’ex premier preferisce il «cacciavite» Enrico Letta al «trapano» Matteo Renzi: «Questo è un Paese scalabile, ma la scala la devono fornire gli elettori». Per Prodi oggi Renzi «ha certamente più probabilità di costituire il potere dominante del Paese».

«Il partito della Nazione è una contraddizione in termini. Nelle democrazie mature non vi può essere un partito della nazione. È incompatibile con il bipolarismo»

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ROMANO PRODI E MARADONA – C’è poi un aneddoto curioso che racconta l’ex premier e che riporta il Corriere. Prodi si trovava in Cina per siglare un contratto con l’Ansaldo per una centrale elettrica. Il presidente della società, tale Deng Xiaoping, è un fan accanito di Maradona. Dato che l’asiatico era timoroso verso l’accordo Prodi ha una idea: una partita del Napoli in Cina con Xiapoping, sereno, in tribuna. «Tornato in Italia, parlo subito con l’allenatore del Napoli Ottavio Bianchi. Lui è entusiasta, ma dopo tre giorni mi richiama mortificato: Maradona chiede per sé 300 milioni di lire, che moltiplicato per il resto della squadra fa un miliardo. Bianchi er aun uomo serio, mi spiegò come funzionava la testa di maradona: in modo assai diverso dai suoi piedi. Io risposi che un’azienda pubblica come l’Iri non si poteva accollare una simile spesa. Da allora sono molto arrabiato con Maradona».

(In copertina foto Pier Marco Tacca/Getty Images)

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