Gli otto peggiori (o migliori) sfoghi sopra le righe degli allenatori di calcio

14/04/2015 di Maghdi Abo Abia

Il calcio non è solo uno sport, ma anche un trionfo di emozioni. Gioia, disperazione, rabbia. Quest’ultima, nello specifico, è propria di allenatori spesso posti sulla graticola a causa di prestazioni ritenute non all’altezza dal pubblico, dalla stampa e dagli addetti ai lavori, nonostante un impegno settimanale sul campo teso a limare ogni sbavatura per presentarsi al massimo prima della “battaglia“. E se la giornata non è stata particolarmente positiva, succede che il tecnico possa scaricare la tensione in un secondo all’indirizzo di chi l’ha scatenata, con parolacce, urla e comportamenti destinati ad entrare nella storia del football.

  • AGENORE MAURIZI, ALLENATORE ISCHIA ISOLAVERDE

La squadra campana pareggia 1-1 nell’ultimo turno di Lega Pro ed il tecnico, Agenore Maurizi, non sembra gradire le continue domande dei giornalisti che chiedono conto all’allenatore della sconfitta mancata che vale il diciottesimo posto a 27 punti nella classifica di Lega Pro girone C. Ed è il momento in cui Maurizi si arrabbia con vigore nei confronti dei giornalisti presenti: «abbiamo preso una traversa, abbiamo avuto sette palle goal. Volete la vittoria? Manca la vittoria? Veniteci voi ad allenare per lottare per i playout. Eravate in mezzo alla merda, 7 punti nelle prime 13 partite e mi fate ancora domande del cazzo?». Maurizi è arrivato a Ischia l’8 novembre 2014 al posto dell’esonerato Antonio Porta.

  • ALBERTO MALESANI, ALL’EPOCA TECNICO DEL PANATHINAIKOS


Dicembre 2005. Malesani è alla guida dei greci del Panathinaikos. La squadra è già fuori dalla Champions League, fuori dalla Coppa di Grecia e settima in campionato a -7 dall’Aek Atene. E dopo il 2-2 contro l’Iraklis Malesani diventa una furia, complici anche quelle che secondo lui erano le risate dei giornalisti in sala stampa. Malesani li accusò di destabilizzare l’ambiente e di non aver rispetto per un gruppo giovane che lavora 24 ore al giorno: «Dodici anni, ventiquattro allenatori: e cazzo, sarà mica sempre l’allenatore qua che deve pagare. Sempre l’allenatore? E i tifosi diano una mano alla squadra oggi invece di contestarla, che sono giovani, abbiamo fatto una squadra, diano una mano! Abbiano i coglioni di dare una mano alla squadra…e ridono, e ridono, cosa ridete, cosa? Vi divertite a scrivere cosa, dopo? Cosa ridete, che? Cosa ridete, cazzo? Cosa ridete? Cosa ridete? Abbiate il rispetto della gente!».

  • ALBERTO MALESANI ALL’EPOCA DEL GENOA

Dicembre 2011, il veronese è alla guida del Genoa ed è oggetto di una campagna stampa a lui contraria a causa dei risultati del Grifone. E prima della partita contro il Milan risponde così a coloro che gli chiedono se pensa di mollare: «Demotivato, mollo. Ma che mollo? Ma che…cosa dite? Mollo che? Ma che mollo? Ma quale mollo? Cioè, cosa vuol dire mollo, qua? Non capisco, io. Devo fare i salti in panchina? Non è nel mio carattere fare i salti in panchina. C’è qualche allenatore che fa i salti perché li ha sempre fatti. Io faccio le esultanze magari, però i salti in panchina non li ho mai fatti. Ma con questo non è che sono mollo. Mollo… se uno resiste 21 anni a questi livelli qua non credo che sia tanto mollo. Un po’ di rispetto anche lì. Che mollo? Siete molli voi quando dite quelle…queste cose qua, perché vi fa comodo dire ‘ste cose qua che uno è mollo. No voi tu…qualcuno, qualcuno fra virgolette. Non sono mollo. Quale mollo? Eh…ci mancherebbe, se sei mollo non fai st’attività qua. Ricordatevelo. Quest’a…è la più dura al mondo. Questa è l’attività più dura al mondo».

 

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  • JURGEN KLOPP, ALLENATORE DEL BORUSSIA DORTMUND

Andiamo all’estero per vedere la reazione di Jurgen Klopp contro un giornalista della Zdf, Jochen Breyer, al termine quarto di finale di Champions League 2013/2014 con il Borussia Dortmund sconfitto in trasferta 3-0 dal Real Madrid. Breyer dice a Klopp che non basterebbe neanche la vittoria per 4-1 come quella dell’anno precedente al Westfalen Stadion per passare il turno e che è già tutto deciso per le semifinali. Klopp risponde scocciato: «come potrebbero pagarmi lo stipendio se dicessi che è già tutto deciso? Certo sarei stupido a dire che li demoliremo ma non rimarrò in questo studio per essere provocato a dire qualcosa di stupido. Per domande stupide, do’ risposte stupide»

  • LUCIANO SPALLETTI ALL’EPOCA ALLENATORE DELLO ZENIT SAN PIETROBURGO

Sabato 11 giugno 2011, giorno di Dinamo Mosca-Zenit. La squadra di Spalletti va in vantaggio con Lazovic. L’arbitro dà quattro minuti di recupero ma ne concede uno extra all’apparenza senza motivo, consentendo il pareggio della Dinamo con Samedov. E Spalletti è una furia contro il giornalista a fine partita: «ma che cazzo dici, ma quale emozione. Quattro minuti di recupero, 30 secondi per la sostituzione, quattro e trenta, niente emozioni. Si fanno le cose regolari e si va tutto a posto. Perché l’ha fatta durare 20 secondi di più? L’ho già detto che a lui (l’arbitro, ndr) non sto simpatico, ed oggi l’ha fatto vedere»

  • CLAUDIO RANIERI AI TEMPI DELLA PANCHINA DELLA ROMA

7 novembre 2010. Lazio-Roma 0-2. Ranieri diventa furioso con un giornalista tifoso della Lazio che prova a parlare di episodi a favore / a sfavore. Tutto parte da un goal ritenuto regolare da Spalletti e non convalidato ed un rigore non dato a Mauri: «ah c’era il piede sinistro in fuorigioco mentre Dias che stava tutto in fuorigioco no? Ma che volete fà vedè, fateme capì. Allora faccio bene a fà er romano. Non ho mai controbattuto a questo ma non accetto una situazione del genere. Se voi uscite due rigori e questo e quell’altro allora divento anche io allenatore che vede solo da una parte. A Roma faccio il romano. Ma la Lazio ha perso per questo? Allora basta, ma che e state ad attaccà ar fumo della pipa? E state dando ancora più soddisfazione ai tifosi romanisti, li state a fà godé come ricci». Ed al giornalista che rispode: «mister però se ci dice che siamo faziosi, posso essere laziale, l’ammetto», Ranieri risponde: «Era scritto, mica sò Silvan».

  • GENNARO GATTUSO ALL’EPOCA DELL’OFI CRETA

“Malakia”. Questa la parola d’ordine nella conferenza stampa-sfogo di Gennaro Gattuso la scorsa stagione sulla panchina dell’Ofi Creta. Dopo la vittoria sull’Atromitos per 1-0 “ringhio” scende in conferenza stampa ed attacca chi, specie un giornale, dice falsità: «Conosco le difficoltà del club, so tutto. Ma io sono il condottiero di questa barca e non la abbandono, la lascerò per ultimo. Questa è la mia squadra, voglio lavorare perè il calcio è la mia passione. A volte si vince e a volte si perde, ma è troppo facile a 37 anni prendere e andare via. Quello che scrivono sui giornali sono caz**te, s**t, malakia».

  • GIOVANNI TRAPATTONI E LO SFOGO AL BAYERN MONACO

L’apoteosi, la rivolta italiana nei confronti dei tedeschi. Ci pensa Giovanni Trapattoni il 10 marzo 1998. Un attacco di un italiano ai tedeschi, le accuse di scarso impegno, il coraggio di dirlo in una lingua così diversa dalla propria come il tedesco. Un fuoriclasse rimasto nel cuore dei tifosi e della Germania che apprezzò, e non poco, tale gesto, con il Trap che divenne anche un volto della pubblicità.

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