Usa 2016: chi è il repubblicano Rand Paul, in corsa per la Casa Bianca. Marijuana permettendo

Per i sondaggisti la sua corsa non ha molte speranze. Ma la partita, ne è convinto, è ancora lunga. Oculista e senatore del Kentucky, il 52enne Rand Paul è tra i candidati alle primarie Repubblicane che dovranno sancire chi nel 2016 contenderà ai Democratici la presidenza degli Stati Uniti. Eletto per la prima volta nel 2012, sostenuto dalla corrente più anti-Stato del Gop, è definito dal “Corriere della Sera” come «liberista spericolato». È “figlio d’arte”. il padre, Ron Paul, è un deputato e noto politico americano che ha tentato due volte (invano) di candidarsi alla presidenza Usa.

Rand Paul Usa 2016 Gop
Rand Paul Usa 2016

Lo stesso genitore fa parte della corrente “libertarian” del Partito repubblicano, quella ultraliberista e sostenitrice di un ruolo minimo dello Stato nella vita dei cittadini. Negli Stati Uniti è ricordato per essere anti-interventista sul piano militare (fu contrario alla guerra in Iraq), aperto alla legalizzazione della marijuana, per aver proposto l’abolizione della Federal Reserve, per essere stato ostile alle legge sui diritti civili del 1964, oltre ad essere stato sotto accusa per alcune affermazioni razziste scritte in diverse newsletter inviate ai suoi sostenitori tra gli anni ’80-’90.

Allo stesso modo anche Rand Paul condivide idee simili, seppur meno “spericolate” e “innovative”, scrive Maria Laura Rodotà sul “Corriere della Sera“:

«Rand Paul è il primo caso di candidato — repubblicano, poi — alla presidenza degli Stati Uniti firmatario di una proposta di legge che porterebbe alla legalizzazione della marijuana. È il primo candidato repubblicano che, se vincesse la nomination, sarebbe meno falco in politica estera della sfidante democratica prevista, Hillary Clinton; perché non vuole che lo Stato spenda troppo, a casa e soprattutto fuori. Il primo ad accettare contributi elettorali in bitcoin; è per nascita un liberista spericolato. Meno di suo padre Ron, per due primarie candidato «libertarian» di bandiera (con pittoresco seguito di spiriti indipendenti e di matti). Rand Paul è più innovativo del genitore, e più attento ai nuovi poveri (elettori), ai nuovi e vecchi ricchi (nemici delle tasse) e a nuovi diritti. Un libertario populista, forse, da ieri», si legge.

RAND PAUL, CHI È UNO DEI CANDIDATI ALLE PRIMARIE REPUBBLICANE (E ALLA PRESIDENZA DEGLI STATI UNITI) –

Come spiega il quotidiano di via Solferino incarna un pezzo di
elettorato, di stampo patriottico, isolazionista, fiero delle libertà concesse, «compresa quella di girare armati, disposta a crearne qualcuna nuova (al
netto di retaggi razzisti, antifemministi, antiabortisti)». Il suo obiettivo sarà allargare la sua base di sostenitori: 

«Agli studenti polemici. Ai giovani bianchi poveri, senza lavoro, maltrattati: Paul critica le condanne pesanti e/o inutili e riservate ai meno abbienti. Ha attaccato Jeb Bush («Era un ragazzino ricchissimo, fumava marijuana senza rischiare»), e i repubblicani che come lui «mostrano ipocrisia, e sarà loro difficile spiegare perché mettiamo degli anziani in galera per la marijuana terapeutica». Fin qui, il Rand Paul civile ed elegante (pure negli abiti, più da fashion editor newyorkese che da dottore del Sud). Poi, c’è il Paul strano, accessibile ai media ma permalosissimo. Capace di dichiarare in tv che «chi ruba al governo federale si comporta come gli ebrei depredati dai nazisti che rivogliono i loro beni». Un po’ American Grillino, prima dedito a teorie complottiste, ora favorevole a limitare i mandati parlamentari (e che critica i controlli dell’Nsa sulla vita dei cittadini). Con un passato goliardico scorrettissimo (all’università, con altri studenti, rapì una collega «a scopo ludico»). Ma insomma, con o senza il «crazy dad», il babbo suonato che sarà difficile far tacere, la sua campagna si annuncia stimolante. Alcuni prevedono finirà come altri libertari, Ronald Reagan per primo, diventati repubblicani normali rassegnati alla spesa pubblica»

Sarà obiettivo di Rand Paul, secondo il New York Times, il voto dei libertari duri e puri. Ma anche dei conservatori fiscali dei Tea Parties (che, scrive il Corsera, al momento sono più inclini a votare per il governatore del Wisconsin Scott Walker e il senatore di ultradestra del Texas Ted Cruz, ndr). Allo stesso modo Paul dovrà puntare sul voto dei ragazzi dei campus e dei giovani che non sono iscritti all’università. E su quello delle minoranze. New Hampshire e Nevada dovrebbero essere le primarie nelle quali potrà ambire a un ruolo da protagonista, meno le prime Iowa e South Carolina.

(photocredit: Archivio Ansa)

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