La scoperta dei Tasaday

13/12/2011 di John B

Uomini preistorici o bufala moderna?

Nel 1971 fu annunciata la scoperta di una popolazione indigena, che abitava alcune grotte nell’isola filippina di Mindanao, ferma all’età della pietra. Gli scopritori assegnarono alla popolazione il nome di Tasaday.

CHI – Si trattava di poco più di una ventina di individui, tra uomini, donne e bambini, che non avevano mai scoperto l’uso del metallo e non praticavano tecniche agricole, affidando la propria sopravvivenza alla caccia e alla raccolta di frutti e ortaggi. La sensazionale notizia fece il giro del mondo, carovane di scienziati vollero visitare la zona, studiare i Tasaday, le più prestigiose testate giornalistiche e di divulgazione scientifica dedicarono copertine, titoli e ampi servizi alla scoperta e ai resoconti degli studiosi. Poi, ben 15 anni dopo, scoppiò lo scandalo: i Tasaday non esistevano, fu una truffa del regime filippino dell’epoca, quegli indigeni erano delle comparse e addirittura – si spiega su un video di Focus – vivevano in normali abitazioni e indossavano perfino i jeans. Com’è possibile che la comunità scientifica sia stata ingannata per ben 15 anni in modo così plateale? In realtà la storia dei Tasaday è un po’ più complessa di quanto sembri e non è detto che sia del tutto una bufala. Proviamo a ricostruire la vicenda inserendo tutti i fatti in ordine cronologico.

STORIA – Nel 1971 un certo Manuel Elizalde, detto “Manda”, ricco affarista filippino con la passione per l’archeologia e presidente del PANAMIN, un’agenzia governativa incaricata di proteggere la cultura indigena filippina, annunciò la scoperta dei Tasaday. Nel 1972 i Tasaday furono visitati da una vera e propria spedizione composta da studiosi e giornalisti e nell’agosto di quell’anno il prestigioso mensile National Geographic dedicò la copertina e un ampio servizio alla tribù di primitivi avallando la scoperta. Elizalde era in rapporti di stretta amicizia con il dittatore Marcos e ciò gli consentì di gestire in via esclusiva ogni accesso alla tribù, sfruttando la circostanza a fini propagandistici in favore della propria carriera e della popolarità del regime, impegnato a reprimere i movimenti rivoluzionari islamici e quelli comunisti. Dal canto loro, i Tasaday consideravano Elizalde come un Dio, sulla base di una loro antica profezia. Non mancarono gli scettici: qualcuno osservò che le caverne apparivano troppo pulite e ordinate, che il cibo a disposizione non era sufficiente a garantire il fabbisogno quotidiano della tribù, che c’era un villaggio a sole tre ore di cammino dalle caverne ed era strano che i cavernicoli non avessero mai incontrato altra gente. La svolta giunse nel 1986, dopo la caduta del regime di Marcos. Una spedizione non autorizzata raggiunse le caverne e riferì al mondo che erano deserte e che i presunti Tasaday erano solo abili attori che il regime aveva assoldato tra le tribù vicine per organizzare la messa in scena a scopi propagandistici. La notizia della bufala ebbe un effetto persino più sconvolgente di quella originale. Fu rivelato che antropologi americani e filippini erano stati pagati dal regime per sostenere la genuinità dei Tasaday e addirittura fu adombrato un coinvolgimento della CIA, come si addice a qualsiasi complotto che si rispetti.

MA – Lo scoop costò il posto di lavoro a qualche giornalista e a qualche antropologo e la faccenda sembrò finire lì. E invece nel 2003 ci fu l’ennesimo colpo di scena. Robin Hemley, accademico dell’Università dello Utah, pubblicò un libro nel quale riassumeva il risultato delle sue ricerche: i Tasaday esistono (quanto meno sono esistiti) veramente, ci sono numerose prove e tra queste una di quelle determinanti è la lingua. La lingua parlata dai Tasaday era significativamente diversa da quella delle altre tribù filippine e nessun trucco o farsa avrebbe potuto insegnare quella lingua originale anche ai bambini nel giro di qualche mese. Si scoprì che Joey Lozano, uomo di spicco della spedizione che aveva scoperto la bufala, era in realtà un esponente della guerriglia comunista. Si fece strada l’ipotesi che la vera bufala fosse… la scoperta della bufala! Anche il governo democratico filippino confermò che i Tasaday esistevano veramente e gli era stata concessa una specie di riserva naturale in cui vivere tranquilli e protetti. Ma allora, come stanno davvero le cose? I Tasaday erano reali o erano una bufala? Oggi gli studiosi ritengono che la verità stia nel mezzo. I Tasaday non sono così antichi come è stato detto al momento della loro scoperta, ma sarebbero un ceppo staccatosi da una tribù vicina circa due secoli prima. Il gruppo, rifugiatosi nelle caverne (forse per scampare a un’epidemia) ha diversificato la propria lingua ed è progressivamente regredito fin quasi a raggiungere il livello degli uomini dell’età della pietra. Fu questo a trarre in inganno giornalisti e archeologi, non certo i complotti di Marcos. Sia come sia, pare che oggi i Tasaday vivano in pace e tranquillità… e hanno perfino un sito Web.

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