Germanwings: la seconda scatola nera conferma le intenzioni omicide di Andreas Lubitz

L’esame della seconda scatola nera dell’aereo di Germanwings precipitato in Francia conferma l‘azione volontaria di distruzione dell’apparecchio da parte del copilota. Lo ha reso noto il BEA, l’ufficio di inchieste e analisi sugli incidenti aerei.

Une première lecture fait apparaître que le pilote présent dans le cockpit a utilisé le pilote automatique pour engager l’avion en descente vers une altitude de 100 ft, puis, à plusieurs reprises au cours de la descente, le pilote a modifié le réglage du pilote automatique pour augmenter la vitesse de l’avion en descente.

Secondo il Bea l’analisi ha confermato che il co-pilota avrebbe non solo impostato il pilota automatico per la discesa, ma avrebbe anche più volte e intenzionalmente variato le impostazioni del driver aumentando la velocità di discesa dell’aeromobile.

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LA DIFFERENZA TRA COCKPIT VOICE RECORDER E FLIGHT DATA RECORDER

A differenza del CVR, il Cockpit Voice Recorder, uno strumento che registra gli effetti sonori all’interno della cabina di pilotaggio, la seconda scatola nera, il Flight Data Recorder, FDR, annota i parametri di volo di natura numerica relativi alle ultime 25 ore di operatività del mezzo. In genere vengono registrati velocità, quota, prua, posizione dell’aereo, accelerazioni, posizione dei comandi e delle superfici mobili, parametri del motore.

ANDREAS LUBITZ E L’INCIDENTE STRADALE –

La Stampa riporta inoltre che Andreas Lubitz alla fine del 2014 aveva subito un incidente stradale. Il co-pilota del volo Germanwings venne ferito ad un occhio dall’airbag causandogli un serio problema alla vista. A tratti il pilota vedeva nero, secondo i dati raccolti dai medici. Questo potrebbe spiegare le sue difficoltà e la paura di poter perdere il posto di lavoro. È stato confermato inoltre che Lubitz prendeva ansiolitici ed antidepressivi. Non è però dato sapere se ne avesse fatto uso anche nel volo Barcellona-Dusseldorf, finito contro le alpi francesi con un conto finale di 150 morti, tra cui lo stesso Andreas Lubitz.

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