«Il divieto per i cristiani copti di visitare Gerusalemme deciso nel 1979 resta in vigore»

Il divieto per i cristiani copti di visitare Gerusalemme, divieto deciso nel 1979 dall’allora Patriarca Shenuda III resta in vigore fino a quando i “fratelli musulmani” egiziani non potranno entrare liberamente in città. Lo conferma il patriarcato copto ortodosso, attraverso il portavoce Padre Boulos Halim attraverso fonti consultate dall’agenzia Fides.

«Il divieto per i cristiani copti di visitare Gerusalemme deciso nel 1979 resta in vigore»
(Lapresse)

LE RIMOSTRANZE DI UN MEMBRO DI AL-FATAH

La posizione è stata ribadita dopo l’intervento di Hazem Abu Shenab, membro del Consiglio rivoluzionario di Al-Fatah che nei giorni scorsi aveva criticato la posizione dei copti, sostenendo che le visite dei cristiani nella Città Santa, sopratutto in occasione del Natale e della Settimana Santa, «rappresentano un conforto materiale e spirituale per la popolazione araba palestinese di Terra Santa, che quindi è l’unica a pagare gli effetti di una disposizione presa in origine come segno di solidarietà dei cristiani copti verso i palestinesi, nel quadro del conflitto arabo israeliano».

 

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UN DIVIETO CHE RESISTE DA 36 ANNI –

Il divieto resta quindi in vigore e, continua Padre Boulos Halim, i cristiani copti potranno entrare liberamente a Gerusalemme quando una volta che sarà permesso ai musulmani egiziani di farlo. L’agenzia Fides ricorda come il Patriarca copto Shenuda III, morto nel 2012, aveva vietato ai fedeli della sua Chiesa di compiere pellegrinaggi nello Stato ebraico e non aveva cambiato posizione neanche dopo la normalizzazione dei rapporti tra Egitto e Israele voluta dal Presidente Sadat. A tutt’oggi il divieto non è stato cancellato neanche dal nuovo patriarca Tawadros II.

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