Lo spread risale nonostante il QE della Bce

Spread

e tassi di interesse sui titoli di Stato in risalita. Nonostante il Quantitave Easing della Bce i rendimenti dei nostri Btp sono tornati a crescere, in maniera leggermente più accentuata rispetto all’incremento registrato dagli altri titoli della periferia dell’eurozona.

SPREAD IN CRESCITA – Dopo diverse settimane di discesa e nuovi record stabiliti, i tassi di interesse dei nostri Btp sono aumentati, per quanto in maniera leggera e non certo drammatica. L’andamento dei mercati finanziari appare contradditorio, visto che dall’avvio del Quantitative Easing lo spread e il tasso di interesse dei Btp decennali, i titoli di riferimento per il debito sovrano, sono aumentati nonostante gli acquisti. Handelsblatt, quotidiano finanziario più importante in Germania, rimarca come lo spread tra Bund e Btp sia cresciuto di cinque punti base nell’ultima settimana. Dopo esser sceso sotto verso quota 80, ora il differenziale di rendimento tra i titoli decennali tedeschi e i bond italiani con la stessa maturità è salito verso i 110 punti base. A livello di tassi di interesse nominali si tratta di un minimo, registrato il 12 marzo, tre giorni dopo dall’avvio del QE, di 1,041 a un valore attuale di 1,334. Per Handelsblatt i motivi dell’incremento dello spread sono sostanzialmente due. Il primo è l’emissione troppo “carica” dei Btp a quindici anni che ha saturato il mercato. Per alcuni osservatori questa scelta del nostro ministero del Tesoro è stata errata, visto che come riporta Reuters

Secondo un trader milanese l’emissione ha saturato il mercato, offrendo una “facile occasione” per gli hedge fund per giocare posizioni corte sull’Italia, che stanno trascinando al ribasso tutta la periferia. “Probabilmente il Tesoro ha fatto un errore”

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FEDERAL RESERVE – L’emissione dei Btp a quindici anni si è svolta in contemporanea con l’altro momento giudicato decisivo dagli investitori, ovvero la riunione della Federal Reserve che ha indicato la possibilità di rialzare i tassi di interesse. L’ipotesi di rendimenti più alti ottenibili su titoli oltremodo sicuri come i Treasury statunitensi hanno portato numerosi investitori a togliere un “po’ di soldi dal mercato”, come spiega Richard McGuire di Rabobank International. ” Dopo un andamento molto positivo in anticipo e alla partenza del QE un po’ di liquidità è stata ritirata, e per questo si sono allargati gli spread della periferia dell’eurozona. Questo non è un processo lineare, e dipende in modo rilevante dalla riunione della Fed di settimana scorsa”. Lo scorso mercoledì lo spread tra Bund e Btp è arrivato a 118 punti base, un livello che sembra alto visto il calo consistente registrato in queste ultime settimane. Handelsblatt sottolinea come anche per gli altri paesi periferici dell’eurozona sia stato registrato un incremento dello spread, ed evidenzia come possibile causa le continue tensioni sul debito greco. Per Markus Koch di Commerzbank questa dinamica rimane però provvisoria, e per il momento sono confermati gli obiettivi di uno spread di Paesi come Italia e Spagna significativamente sotto i 100 punti base.

GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Image

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