Il gatto che ereditava troppo

08/12/2011 di Redazione

La fine della storia del felino Tommasino. No, non l’ha ucciso il maggiordomo

A volte i giornali, come gli specchi, dovrebbero riflettere prima di riflettere. Il gatto Tommasino, che oggi dopo un lancio di agenzia Agi ha riempito il web (lo abbiamo pubblicato anche noi) è ufficialmente arrivato oggi agli onori delle cronache. Ma i protagonisti non principali della storia non sono sconosciuti al grande pubblico.

VECCHIE CONOSCENZE – Gli avvocati Marco Angelozzi, Anna Orecchioni e Giacinto Canzona sono infatti degli assidui frequentatori delle cronache nazionali. Li potete trovare ovunque, quando si tratta di annunciare una notizia strana, curiosa e che fa parlare di sé. Solo che nove volte su dieci si tratta di casi inverificabili o non verificati. Ora ne elenchiamo alcuni, fatti notare da Alessandro Gilioli:

Il secondo è che a dettare la notizia all’Ansa è stato appunto l’avvocato Giacinto Canzona, già noto in passato per aver rifilato ai media un bel mix di notizie in forte odor di bufala: una suora fermata a 180 all’ora in autostrada, un pattinatore multato perché pattinava senza patente, un’obesa costretta a pagare un supplemento-ciccia su un volo RyanAir, un gatto che ha ereditato dieci milioni di euro, un prete positivo all’etilometro per colpa del vino da messa, una novizia in topless su Facebook, una ragazza che celebra l’addio al nubilato con uno spogliarellista cubano ma il fidanzato la scopre e fa saltare le nozze, una donna che fa il voto di castità e il marito chiede la separazione con addebito, più Giampiero Galeazzi condannato per aver detto «terrone» al suo portinaio.

L’AVVOCATO RISPONDE – Ovviamente l’avvocato Canzona non è stato zitto. E, intervistato dal Giornale, aveva minacciato di querelare chi insinuasse che le “notizie” fossero false:

Possibile che tutte queste chicche finiscano in mano allo studio che gestisce insieme alla collega Anna Orecchioni?
«Possibile, su internet le notizie viaggiano in fretta e quindi la gente può contattarci, visto che abbiamo conquistato una certa visibilità», spiega l’avvocato.
«Avvenire» però nutre più di qualche dubbio sulla genuinità di questi scoop, a cominciare dall’ultimo: la suorina beccata a 180 chilometri all’ora in autostrada.
«Siamo in democrazia, ognuno pensi quello che vuole. Ma un certo tono nell’articolo di Avvenire non mi è piaciuto. Valuteremo se querelare il quotidiano per diffamazione».

Ora, ovviamente può anche darsi che quelle storie siano tutte casualmente finite in mano allo studio legale in oggetto. Però, certo: è una coincidenza ben strana. E non aggiungiamo altro, immaginiamo sia facile comprendere il perché.

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