La bulla di Genova minacciata online dagli adulti

Migliaia di adulti la insultano e la minacciano su Facebook. E non va più a scuola, dopo che un gruppo di genitori degli alunni aveva posto un aut-aut al suo ritorno tra i banchi. È la terribile storia che si trova a vivere la ragazza ligure di 16 anni protagonista qualche settimana fa del pestaggio di una 12enne.

 

16enne picchia 12enne

 

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La adolescente aveva aggredito l’altra ragazza riprendendo la scena con lo smartphone, passandolo poi ad alcuni amici tramite Whatsapp. Poi il video è finito sui social nework scatenando un’ondata di indignazione. Ora è proprio il web a punire la 16enne. La pagina Facebook con il video dell’aggressione alla 12enne, colpita con calci, pugni e morsi, e trascinata per i capelli, ha innescato un linciaggio mediatico alla picchiatrice capace di estendersi fino all’estero. Del caso parla Erika Della Casa sul Corriere della Sera:

Il legale si è rivolto alla polizia postale affinché intervenisse: «Sono stati gentili e efficienti – spiega – mi hanno detto di aver inoltrato una segnalazione a Facebook, ma la pagina non è stata cancellata perché il social network ha evidentemente ritenuto che il contenuto non è in contrasto con la politica aziendale». L’amministratore della pagina – colui (o coloro) che l’ha creata – l’ha «congelata» per tre giorni in seguito alle polemiche suscitate e forse anche all’interessamento della polizia postale, poi l’ha riaperta come se nulla fosse. La pagina si è sdoppiata, complessivamente sono quasi ventimila i «mi piace» e quasi sessantamila i post. Una macchina infernale.  La famiglia della sedicenne, gli zii con i quali vive fin da bambina (la famiglia d’origine è problematica), è molto preoccupata: «Hanno cercato di costruire una barriera protettiva nei suoi confronti – spiega l’avvocato – tenendola lontana dal computer, impedendole l’uso del cellulare e i messaggi di ogni tipo, ma la situazione sta diventando impossibile».

Anche la scuola della 16enne si trova ora a dover affrontare una situazione complicata, visto che la ragazza non è tornata tra i banchi e considerante anche le proteste dei genitori degli altri alunni. L’avvocato della picchiatrice, intanto, dice che la adolescente (indagata per lesioni con l’aggravante della premeditazione) «ha preso coscienza» del suo gesto, e lo avrebbe dimostrato anche davanti al giudice dei minori che l’ha interrogata per tre ore. Gli amministratori della pagina Facebook, infine, spiegano che la loro pagina «è stata aperta solamente per far vedere chi è la bulletta in modo che si sappia, dato che lei stessa si è cancellata da Facebook». L’avvocato minaccia querela per minacce e istigazione alla violenza, in modo da consentire alla polizia postale di sequestrare quello spazio web.

(Immagini da video della Polizia di Stato)

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