Jacopo Berti e il suo Veneto 5 Stelle: «Salvini? Cavalca rabbia. Noi diamo idee»

«Quello che a me colpisce negativamente è che la Lega continua a cavalcare la rabbia nonostante anni di mal governo che loro hanno contribuito a generare. Salvini è in politica dal 1993. E le cene con Berlusconi lo dimostrano ogni singolo giorno». Mentre la Lega Nord sfila a Venezia con Fratelli d’Italia Jacopo Berti, candidato del Movimento 5 Stelle non si scompone davanti alla presenza sempre più pesante di Matteo Salvini nelle piazze. A maggio si voterà per le elezioni regionali nella sua regione. E ora, davanti ai rivali Alessandra Moretti del Pd e l’attuale governatore leghista Luca Zaia, la sfida comincia a diventare sempre più complicata. Nei prossimi giorni potrebbe aggiungersi il ribelle del Carroccio, il sindaco di Verona Flavio Tosi.

Forza Italia e Lega insieme per la regione Veneto. Come vede quest’asse?

Ridicoli. Perché cercano di dar voce alle persone arrabbiate quando sono loro il sistema. Io so che i veneti sono svegli. Non riusciranno a prenderli in giro.

Scandalo Mose: il Veneto non è una regione facile. Lei pensa che l’elettorato non abbia la memoria corta?

Le assicuro che ha una gran memoria quest’elettorato. Me ne accorgo quotidianamente. La gente è intollerante verso questa classe politica. Ci vuole quell’animo pure che renda la politica una cosa nobile. Per il Mose erano coinvolti generali della guardia di finanza, magistrati. Ogni volta che si tocca l’argomento la gente sa che non ci si può riaffidare a questi personaggi. Sono predoni del deserto: prendono, arraffano. Il loro tempo è finito.

Eppure Salvini è convinto di intercettare parte dell’elettorato del Movimento

Salvini agisce sulla rabbia senza dare nient’altro e soprattutto avendo alle spalle la disonestà del suo partito. Dice di voler rimandare gli africani a casa ma quando in Africa si compravano diamanti andavano bene. Come si definisce? Un razzismo differenziato.

E Alessandra Moretti, candidata PD? Il Veneto ha comunque una tradizione di centrosinistra…

Alessandra Moretti è percepita come la più grande bugiarda del Veneto. Una persona che ha fatto del salto della poltrona uno sport. Non più di pochi mesi fa si candidava per aiutare il Veneto in Europa e adesso cerca un’altra poltrona. La coerenza non sa neanche dove sta di casa. Vorrei ricordare che loro hanno un condannato che percepisce ancora il vitalizio, tale Marchese. E hanno salvato i vitalizi dei condannati in Parlamento, votando no in aula a un emendamento del M5S che cancellava i vitalizi.

E tornando al Veneto le prime mosse da governatore?

Sono tre atti. Il microcredito: ora con 25 mila euro sarà possibile poter avviare un’attività. Ecco, se sarò governatore mi preoccuperò di estendere la misura messa a punto dal MISE (ministero per lo Sviluppo Economico) in Veneto, strutturata in modo profondo sul territorio. Il secondo atto è l’abolizione immediata dei vitalizi: i soldi dei veneti vanno ai veneti. Con i soldi risparmiati, 13 milioni di euro, sarà possibile il terzo atto: fare il referendum per l’autonomia regionale, così come il Movimento è riuscito a fare in Lombardia.

Anche voi per l’autonomia?

L’Italia è una e indivisibile, l’articolo 5 della Costituzione è chiaro. Ma noi crediamo negli “Stati Uniti d’Italia”, un sistema a macroregioni con forti autonomie. Non siamo assolutamente per il distacco ma per l’esaltazione delle differenze.

Sul metodo di campagna elettorale Grillo ha di recente parlato al Corriere ammettendo di aver sbagliato. Ora, dopo la piazza, si fa il” porta a porta”. In Veneto che combinate?

Abbiamo la sindrome da primo della classe qui: noi siamo l’avanguardia del porta a porta, siamo efficienti. Perché nel Movimento ci sono le persone tra le persone. Ovvero ci si ritrova, si discute di politica, si vota, si danno le soluzioni. Ecco il nostro modello di democrazia interna esportato per tutti: coinvolgendo le persone una ad una. Credo che questa sia la mossa giusta da fare. Ho spinto tantissimo, in tempi non sospetti, per questa soluzione. Perché questa è la politica no? Parlare con le persone.

Salvini però va in tv. Non vi preoccupa il suo peso mediatico?

La sua è un’occupazione di “stampo militare”. Ma avviene con il coinvolgimento delle emittenti. Se non ti invitano, in tv non ci vai. Quindi il peso mediatico non è solo merito di Salvini. Da parte nostra ci sarà una presenza più importante in tv. Abbiamo già iniziato in verità. Questo lunedì ero ospite a Otto e mezzo da Lilli Gruber. Ma per informare: non per fare il pollaio. Troppe volte, nei talk show, il ricordo finale è solo quello di persone che litigano tutto il tempo. Il tempo è un bene prezioso: bisogna spenderlo per informare. Per questo i salotti televisivi vanno fatti in modo intelligente. Se si tratta di scazzottarsi davanti ad una telecamera mi spiace. Preferisco altro.

Con Salvini c’è Casapound. Ritenete che l’estremismo di destra sia pericoloso a livello elettorale?

Partiamo dal presupposto che la Lega ha sistematicamente preso in giro in movimenti di estrema destra. Tosi è diventato sindaco di Verona grazie ai loro voti. E ora li ha scaricati giudicando Salvini un pazzo perché nella piazza del segretario si è aggiunta Casapound. Prima la Lega non riconosceva questi estremismi e ora li usa come forza lavoro. Mi spiace per loro. Molti di loro sono persone arrabbiate che cercano un megafono per scaricare la loro rabbia. Veneti stanchi.

E quindi anche vostri?

Aldilà delle ideologie esser 5 stelle è semplice: basta esser onesti e trasparenti. Fine. Io ho persone di estrema destra e sinistra dentro il Movimento: alla fine però il trait d’union è la centralità dell’idea. Reddito di cittadinanza, credito alle microimprese. Per questo bisogna esser solo intelligenti, non di destra o sinistra.

Ci sono temi che però mettono in difficoltà il Movimento.

Guardi ci sono molte meno difficoltà di quello che si pensa.  Si tratta semplicemente di trovare la mediazione migliore.

E nella gestione regionale? Per il Mose? Per il Tav?

Il Tav ha senso solo se unisce grandi centri abitati. La nostra posizione è intransigente. Da noi, nel nostro territorio, l’opera sta costando su alcuni tratti 64 milioni di euro a chilometro: humus perfetto per la corruzione, pensando al Mose. Ma non è questo quello che ci ferma, ci ferma la razionalità dell’opera. La rotaia? Molto volentieri ma va fatta intelligente, che privilegi i pendolari, le brevi tratte. Siamo piccoli territori mal collegati fra loro e di intelligente che si fa? Un supertreno che taglia la pianura. Io voglio arrivare con facilità al lavoro non guadagnare 5 minuti tra Verona e Padova.

Adesso la sfida regionale, dopo le scintille fra Tosi e Zaia, si fa interessante.

Tutti stanno facendo i conti senza l’oste. Tranne Zaia che spesso ricorda che c’è anche il Movimento 5 Stelle. E siamo «tanti e cattivi».

Cattivi?

Per loro s’intende (ride)

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