L’ISIS distrugge un palazzo assiro a Nimrud

Il ministro iracheno del turismo ha confermato la distruzione da parte dell’ISIS del palazzo di Assubranipal a Nimrud.  Gli uomini del califfato avrebbero usato dei bulldozer per abbattere la costruzione.

Pulizia del sito nel 2001
Pulizia del sito nel 2001(Photo credit KARIM SAHIB/AFP/Getty Images)

L’ANNUNCIO DI NUOVI DISASTRI – Il gruppo terroristico dello Stato islamico avrebbe distrutto un antico palazzo assiro a Nimrud, in Iraq, uno dei siti archeologici più importanti dell’Iraq. La notizia arriva meno di una settimana dopo la pubblicazione di un video che mostrava la distruzione del museo di Mosul e di un sito nella vicina Ninive.

PER ORA CI SONO NOTIZIE IMPRECISE – Il palazzo di Nimrud, fondata nel tredicesimo secolo a.C.,  era stato costruito tra il 883 e il 859 prima di Cristo. Secondo un testimone i jihadisti avrebbero usato dei mezzi bulldozer per demolire l’edificio. Nel palazzo c’erano importanti bassorilievi in pietra e alle sue porte stavano statue di tori alati noti con il nome di Lamassu, simili a quelle già vandalizzate a Ninive. Non è chiara però l’estensione del danno, Nimrud ospita un sito archeologico molto esteso che non è limitato al palazzo di cui parlano la maggior parte delle cronache.

C’È MOLTA CONFUSIONE – Non aiuta il ministro del turismo iracheno, che su Facebook ha confermato l’attacco scrivendo: «lo Stato islamico ha preso d’assalto la città storica di Nimrud e ha cominciato a raderla al suolo con dei bulldozer», che alcune agenzie hanno già tradotto con «raso al suolo il sito archeologico assiro di Nimrud».

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LA FURIA DELL’ISIS – Come sempre in casi del genere per avere una stima precisa dei danni occorrerà attendere che si posi la polvere della guerra e che gli esperti possano fare un inventario meticoloso dei danni. Per ora non resta che attendere l’esito dell’offensiva irachena e registrare come l’ISIS in Iraq stia continuando con la terrificante politica di cancellazione delle vestigia storiche del paese, tanto più preoccupante in quanto le zone occupate dagli uomini del califfato sono state la culla delle civiltà mesopotamiche, le prime emerse dal buio della preistoria.

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