Rai: ecco la riforma secondo il Movimento 5 Stelle

Una tv pubblica libera dai partiti, un cda snello e procedure trasparenti e un nuovo volto dell’Agcom. Questi, in sintesi, i punti della riforma Rai presentata dal Movimento 5 Stelle ieri alla Camera dei Deputati. Di che si tratta? Per i componenti del consiglio di amministrazione si passa da 9 a 5 membri, inclusi presidente e amministratore delegato. Un putno, quest’ultimo, che potrebbe trovare appoggio da diverse forze in Parlamento. Così come ci potrebbero esser punti di dialogo per i criteri di selezione. «Saranno scelti – spiega una nota dei parlamentari M5S .- con una procedura pubblica e trasparente. Un ruolo di regia, non discrezionale, è affidato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su cui la nostra proposta interviene modificandone le modalità di elezione dei componenti (introduciamo la maggioranza qualificata dei 2/3) e impedendo la nomina di soggetti che nei 7 anni precedenti abbiano ricoperto cariche politiche. Tutto questo per assicurare l’indipendenza dell’Autorità».

Ecco il progetto in slides:

RAI M5S: IL BANDO AGCOM – Nella proposta 5 stelle però ci sono alcuni elementi che potrebbero non trovare d’accordo gli altri partiti alla Camera e Senato. Nel ddl l’Agcom predisporrà un avviso pubblico per sollecitare l’invio dei curriculum dei candidati alla carica di consigliere Rai.

L’Autorità pubblicherà sul proprio sito internet i nomi dei soggetti in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge. Fra questi ne sorteggerà 5. Queste persone dovranno discutere il proprio progetto in un’audizione pubblica dinanzi alle commissioni parlamentari competenti che potranno eventualmente esprimere, con una maggioranza qualificata dei 2/3, un parere sfavorevole sui soggetti auditi se non ritenuti all’altezza. In tal caso l’Agcom dovrà fare un altro sorteggio. La fase di audizioni ed eventuali pareri non potrà comunque protrarsi per oltre 30 giorni.

I consiglieri di amministrazione saranno suddivisi in tre aree di competenza: due provenienti dai settori dell’audiovisivo e delle reti di comunicazione elettronica con competenze giuridico-economiche; un componente, proveniente dai medesimi settori, con competenze tecnico-scientifiche; due componenti provenienti dal mondo degli autori, dei capi-progetto e degli ideatori di programmi radiotelevisivi.

RAI M5S: I CRITERI PER IL CDA – «Sarà rigido il principio dell’incompatibilità – prosegue la nota – per evitare i conflitti di interessi ma anche un impegno solo part-time dei consiglieri. Non si potrà far parte del cda e allo stesso tempo ricoprire qualsiasi incarico pubblico o privato, ma anche avere interessi nelle imprese operanti nei settori della comunicazione, dell’audiovisivo, della pubblicità o in qualunque altro settore relativo alla fornitura e alla somministrazione di beni e servizi alla Rai o alle società collegate».
In base alla riforma Rai i dirigenti esterni dovranno necessariamente decadere assieme al cda. Elemento curioso. Nell’attuale riforma non è più prevista la Commissione di Vigilanza.

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M5S, RENZI E LA SUA RIFORMA RAI – Il Movimento ha insomma tirato le carte in tavola. E Roberto Fico, presidente della Commissione Vigilanza Rai, ieri ha ribadito il suo invito ai colleghi dem: «Mi appello al Pd: se vogliamo lo stesso obiettivo, via i partiti e il governo dal servizio pubblico, se non c’è nessun tipo di trucco, M5S c’è. Così diamo al paese una svolta. Se cambia la Rai, può cambiare l’Italia davvero». Ora spetta al governo. Tra dieci giorni Palazzo Chigi dovrebbe presentare un suo testo. Il Movimento potrebbe accordarsi su un testo comune?

(in copertina Cosima Scavolini/Lapresse)

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