Telefonia, quanto costa cambiare operatore e cosa cambierà con la penale

Quanto costa cambiare operatore? E cosa cambierà con la prossima disciplina? Torneremo a pagare una penale quando lasceremo il nostro operatore telefonico a favore di uno più conveniente. È questa la novità, forse la meno entusiasmante, del disegno di legge sulla concorrenza varato lo scorso venerdì dal governo. Un passo indietro, denunciano le associazioni dei consumatori, rispetto a quanto deciso nel 2006 nel decreto liberalizzazioni firmato da Pierluigi Bersani.

Telefonia, quanto costa cambiare operatore e cosa cambia con la penale
Federico Ferramola / LaPresse

TELEFONIA, CAMBIO OPERATORE: LA PENALE –

Secondo le intenzioni dell’esecutivo in caso di approvazione della norma da parte del Parlamento sarà possibile per gli operatori telefonici chiedere una penale al cliente che sceglierà di migrare verso un altro fornitore di servizi:

«Le spese per il recesso o trasferimento devono essere commisurate al valore del contratto e comunque rese note al consumatore al momento della sottoscrizione»

Una novità forse indigesta per molti, visto che ormai nove anni fa l’idea della penale venne eliminata, sostituita dai «costi d’uscita». In sostanza gli operatori avrebbero potuto chiedere ai clienti una quota coincidente con il costo da questi sostenuto per la disattivazione di una linea.

TELEFONIA, CAMBIO OPERATORE, LE OFFERTE PASSANO A 24 MESI –

Invece ora bisognerà pagare qualcosa in più rispetto a quanto già non si debba farlo. Inoltre il periodo massimo di sottoscrizione di un’offerta passa da 12 a 24 mesi, con il risultato che la penale potrebbe essere onerosa anche per profili che prevedono un costo mensile basso. Marco Pierani, responsabile dei rapporti istituzionali di Altroconsumo intervistato da Repubblica ha già annunciato battaglia in Parlamento. E dire che la bozza iniziale prevedeva addirittura la cancellazione dei costi di recesso riducendo la durata massima contrattuale di una promozione a 12 mesi. Evidentemente dev’essere accaduto qualcosa negli ultimi giorni prima della presentazione del Ddl.

 

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TELEFONIA, CAMBIO OPERATORE, COSA PREVEDE WIND –

A questo punto è opportuno verificare quelli che sono i costi attualmente previsti dagli operatori di telefonia mobile e fissa per un eventuale cambio. Ricordiamo che il disegno di legge sulla Concorrenza ora dovrà essere analizzato dal Parlamento e scatteranno solo dopo l’approvazione di Camera e Senato. Partiamo dalla telefonia mobile, nello specifico con Wind. Il costo dell’attivazione di ogni offerta è di 15 euro. Questo si riduce ad un solo euro per coloro che passano a Wind mantenendo attiva la Sim per 24 mesi. Se si decidesse di disattivare la Sim entro tale periodo verrebbero addebitati sull’utenza 14 euro. Tale addebito non viene previsto nel passaggio da una scheda ricaricabile ad un abbonamento.

TELEFONIA, CAMBIO OPERATORE: LE CONDIZIONI DI TRE, VODAFONE, TIM –

Passiamo a Vodafone. Anche in questo caso il costo di attivazione di una nuova sim ricaricabile è di 15 euro. Tale cifra scende a tre, in promozione, a patto che il numero resti in Vodafone per 24 mesi. In caso contrario verranno addebitati i restanti 12 euro. Inoltre per i clienti già in Vodafone il passaggio ad un’altra offerta costa 19 euro. Stesse cifre per Tim. Tale operatore non prevede però una scadenza per le proprie promozioni sulla telefonia mobile. Come scritto sul sito

L’offerta è a tempo indeterminato con addebito del costo mensile e rinnovo dei servizi ogni 30 giorni

Per accedere all’offerta da nuovo cliente Tim si devono quindi pagare 10 euro di nuova Sim, cifra che include 10 euro di traffico telefonico e tre euro per il passaggio ad una nuova promozione. Tale passaggio per un utente già cliente Tim costa 19 euro. Tre Italia invece prevede una serie di costi che differiscono tra loro a seconda della scelta del telefono, della tipologia di quest’ultimo e delle caratteristiche dell’abbonamento. È quindi buona cosa informarsi sempre circa il proprio profilo.

 

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TELEFONIA, CAMBIO OPERATORE: TELEFONO DI CASA QUANTO MI COSTI! –

Parliamo ora di telefonia fissa. Se un cliente dovesse decidere di passare a Telecom Italia, dovrebbe rispettare il temo minimo deciso dall’operatore per il mantenimento dell’offerta altrimenti si troverebbe a corrispondere gli eventuali sconti goduti, la cifra rimanente ed il costo di attivazione, pari a 97,60 euro. Inoltre in caso di distacco bisognerebbe corrispondere a Telecom un contributo di disattivazione pari a 35,18 euro. Per quanto riguarda Infostrada invece esiste una tabella specifica che elenca i costi che verrebbero sostenuti da coloro che decidessero di abbandonare tale operatore:

telefonia-cambio-operatore-penale

Vodafone casa prevede invece 60 euro di costi di distacco anche in caso di migrazione ad un operatore terzo oltre ad un costo mensile per una nuova linea di tre euro al mese per 36 mesi come contributo nuova attivazione. Fastweb invece entro i 24 mesi dall’attivazione del servizio prevede una tariffa specifica per ogni profilo, a seconda della propria tariffa e delle opzioni a disposizione.

TELEFONIA, CAMBIO OPERATORE: LA PENALE UN PROBLEMA IN PIÙ? –

La situazione appare quindi quantomeno confusa. La scelta di prevedere una penale che sia proporzionata ai costi dell’offerta ed il prolungamento di queste a 24 mesi complicherà inevitabilmente una situazione già per certi aspetti compromessa. Con il passare degli anni la migrazione da un operatore ad un altro ha assunto contorni estremamente complessi per colpa delle condizioni previste. Con l’aggiunta di un parametro discrezionale da parte degli operatori inevitabilmente le cose sono destinate a complicarsi ulteriormente. La scelta d’istituire una penale aggiuntiva appare vessatoria nei confronti dei consumatori e sarà compito del Parlamento trovare il giusto equilibrio per evitare distorsioni del mercato. (Photocredit copertina Lapresse-David Parry/PA Wire)

 

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