La banca Hsbc in Svizzera ha aiutato i correntisti a riciclare denaro?

La HSBC avrebbe aiutato i correntisti più facoltosi ad aggirare i loro obblighi con il fisco. Questa è l’accusa lanciata all’istituto da parte delle autorità svizzere che hanno perquisito gli uffici centrali della banca a Ginevra, sotto gli ordini del procuratore generale Olivier Jornot.

Lapresse-REUTERS/Peter Nicholls
Lapresse-REUTERS/Peter Nicholls

L’INDAGINE SVIZZERA –

Secondo quanto riportato dal Guardian l’inchiesta nasce da un’indagine condotta da Belgio e Francia che hanno studiato la politica fiscale della più grande banca d’Europa. Il Regno Unito ha deciso di non condurre un’indagine ed è oggetto di critiche per aver deciso di perseguire solo uno dei 1.000 correntisti inclusi nella lista Falciani. Negli ultimi giorni, dopo la pubblicazione dell’elenco, i procuratori svizzeri hanno indagato a fondo scoprendo come l’istituto permettesse ai clienti di muovere grandi quantità di denaro nascondendole alle autorità fiscali nazionali.

 

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L’AMMISSIONE DI HSBC –

Si parla, secondo gli svizzeri, di riciclaggio e per questo stanno focalizzando la loro attenzione sulla Hsbc Private Bank Suisse, aprendo alla possibilità d’indagare su persone che avrebbero consentito o avrebbero partecipato a tali azioni fraudolente. Hsbc non ha commentato l’indagine ma ha ammesso la condotta giudicata errata da parte della sua sussidiaria svizzera. La vicenda in passato è costata anche il posto ad un giornalista del Telegraph, Peter Osborne, che accusò la testata di non approfondire la situazione all’interno di Hsbc per paura di perdere preziosa pubblicità.

LE POLEMICHE IN REGNO UNITO –

Osborne ha accusato apertamente il giornale di aver commesso una frode nei confronti dei lettori cancellando storie che avrebbero inciso negativamente in termini di pubblicità. La testata ha però contestato le sue affermazioni. Il terremoto politico in Regno Unito è però evidente. Ci si chiede perché le autorità abbiano perseguito una sola persona nonostante i nomi di cittadini britannici contenuti nella lista Falciani ed il recupero di 135 milioni di sterline. (Photocredit copertina Lapresse-REUTERS/Peter Nicholls)

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