Conflitto ucraino in date

Il conflitto ucraino, una guerra ibrida tra il governo di Kiev, i separatiti di Donetsk e Lugansk e l’esercito russo, dura ormai da quasi un anno. Il nuovo cessate il fuoco siglato a Minsk potrebbe portare a una sospensione delle ostilità, che hanno già causato almeno 5 mila morti, anche se già sei mesi fa un primo accordo non era stato rispettato. Ecco la cronologia dell’scalation del conflitto ucraino.

21 novembre 2013 – Inizia la rivolta di Maidan, la piazza dell’Indipendenza di Kiev. Migliaia di ucraini scendono nelle strade della capitale per protestare contro il presidente Viktor Janukovyč, che si è rifiutato di firmare il trattato di associazione con l’Unione Europea.
22 febbraio 2014- Maidan è il cuore della protesta contro il presidente ucraino, che si dimette dopo mesi di rivolte e scontri a Kiev e nel resto del Paese. L’opposizione filo europea assume il potere, e si forma un governo attorno all’attuale premier Arsenij Jacenjuk.
27 febbraio 2014 – La Russia invade la Crimea, penisola dell’Ucraina dove staziona da diversi decenni parte importante della sua flotta. La Crimea è abituata in netta maggioranza da persone di lingua russa, e le milizie pro Mosca occupano questo territorio dell’Ucraina.
16 marzo 2014 – Il referendum sull’autonomia della Crimea vede un trionfo dei favorevoli all’annessione alla Russia, con il 95% dei sì. La comunità internazionale non riconosce come legittima questa consultazione.
17 marzo 2014- Stati Uniti e Unione Europea adottano le prime sanzioni contro la Russia dopo l’invasione della Crimea. Agli oligarchi vicini a Putin viene inflitto il divieto di viaggio e il blocco dei loro conti.
6 aprile 2014 – A un mese e mezzo dalla caduta del presidente Viktor Janukovyč, molto legato a Putin, si mobilitano i miliziani pro russi nel Donbass. La regione si trova nella zona orientale dell’Ucraina, la più vicina culturalmente a Mosca, con molte persone che parlano il russo invece che l’ucraino. I separatisti di Donetsk e Lugansk occupano le sedi del governo locale, e in questa fase iniziale gli scontri militari sono ancora assenti.
13 aprile 2014 – Il governo di Kiev lancia una controffensiva “anti terrorismo” nel Donbass, inviando migliaia di soldati nel Donbass. Muoiono dieci morti negli scontri tra esercito regolare e miliziani separatisti nella città di Slovjansk, una delle più popolose del Donbass.
13 maggio 2014 – A tre mesi dalla caduta di Viktor Janukovyč l’Ucraina elegge un nuovo presidente, Petro Poroshenko, uno dei più ricchi imprenditori del Paese, esponente di una formazione centrista e più volte ministro. Unione Europea, Nato e Stati Uniti si dichiarano soddisfatti della sua elezione, auspicando una rapida risoluzione del conflitto con la Russia.

PRIMA ESCALATION

17 luglio 2014 – Un razzo sparato probabilmente dai separatisti russi abbatte il volo MH17 della Malaysia Airlines partito dall’aeroporto di Amsterdam. Muoiono 298 persone, tra cui circa 200 olandesi. L’area dove si trova il relitto dell’aereo viene controllato per diversi giorni dai separatisti filo Russia, e si rafforzano le voci in favore di sanzioni incisive contro la Russia.
7 agosto 2014 – Dopo settimane di fortissima tensione sulla tragedia del MH17 Vladimir Putin prende le prime contromisure contro l’Occidente, imponendo il divieto di importazione dei beni agricoli prodotti dai Paesi europei e dagli Usa.
22 agosto 2014 – Petro Poroshenko denuncia l’invasione russa dell’Ucraina. Diversi convogli militari dell’esercito di Mosca avrebbero portato aiuti ai miliziani e alle popolazioni del Donbass, impegnate ormai da mesi in una dura battaglia fatta di scontri militari quotidiani con le truppe di Kiev. I morti sono ormai molto numerosi.
5 settembre 2014 – Dopo mesi di crisi primo passo importante verso una soluzione del conflitto ucraino. Russia e Ucraina firmano a Minsk un accordo che prevede un cessate il fuoco, rotto però praticamente in modo continuo nei mesi successivi.
12 settembre 2014 – Nuove sanzioni dell’Europa alla Russia Le misure colpiscono in modo sensibile l’economia di Mosca.
16 settembre 2014 – Il governo ucraino riconosce maggiori poteri e uno status speciale all’Ucraina orientale.
20 settembre 2014 – L’accordo di Minsk viene rafforzato e viene creato una zona cuscinetto tra le due linee di combattimento.
6 ottobre 2014 – Nuove elezioni in Ucraina. Vince il Blocco Petro Poroshenko, legato al presidente ucraino, così come ottiene un brillante risultato il partito del premier Jacenjuk, che otterrà la riconferma dell’incarico nella nuova legislatura. In Ucraina orientale i separatisti cercano di bloccare lo svolgimento delle elezioni.
2 novembre 2014 – Le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk eleggono i loro presidenti e i loro parlamenti. La Russia è l’unico grande Paese internazionale che riconosce legittimità a queste elezioni, l’Ucraine invece si schiera violentemente contro.
20 novembre 2014 – Gli scontri militari sono continui nonostante l’accordo di Minsk. Nessun cessate il fuoco tra le parti in conflitto, e secondo diversi media i morti superano ormai il migliaio.
23 dicembre 2014 – L’Ucraina cancella il suo status di nazione neutrale, aprendo la strada a un possibile ingresso nella Nato.
25 dicembre 2014 – Nuovi colloqui di pace a Minsk, ma senza risultati.
31 dicembre 2014 – Vladimir Putin rivendica nel discorso di fine anno l’importanza dell’annessione della Crimea, una pietra miliare nella storia russa.
22 gennaio 2015 – Il nuovo anno è caratterizzato da una forte crescita degli scontri militari, pressochè quotidiani. I separatisti lanciano un’avanzata militare che l’esercito ucraino non riesce a fermare, tanto che viene perso l’avamposto strategico dell’aeroporto di Donetsk dopo mesi di dura battaglia.
24 gennaio 2015 – Un missile sulla città di Mariupol uccide almeno 20 persone.
5 febbraio 2015 – Dopo settimane di discussioni su come procedere sul conflitto ucraino Angela Merkel e François Hollande lanciano un’iniziativa diplomatica incontrando a Kiev il presidente ucraino Petro Poroshenko.
6 febbraio 2015 – Il viaggio di Angela Merkel e François Hollande arriva nella sua tappa più importante, Mosca, dove si svolge un colloquio molto approfondito con Vladimir Putin.
9 febbraio 2015 – Angela Merkel incontra Barack Obama, e ribadisce contrarietà di Germania, Francia e altre Nazioni europee alla fornitura di armi all’Ucraina desiderata dagli Usa per fermare l’avanzata dei miliziani separatisti.
11 febbraio 2015 – Angela Merkel e François Hollande si incontrano di nuovo con Petro Poroshenko e Vladimir Putin, questa volta insieme a Minsk. Nuova intesa per un cessate il fuoco, che ora dovrà essere verificato. Il vincitore del negoziato appare il presidente russo, che ottiene importanti riconoscimenti territoriali per i separatisti di Donetsk e Lugansk.

 

Photocredit:  LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Image

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