Amatrice contro Carlo Cracco: «L’amatriciana non si fa così!»

Ciò che dice uno chef è Vangelo. A meno che non si tratti dell’aglio nell’amatriciana. A quasi 48 ore di distanza dal “fattaccio”, il web è ancora in subbuglio per la dichiarazione di Carlo Cracco che ha svelato il suo “ingrediente segreto” per la pasta all’amatriciana: l’aglio in camicia. E scoppia la bagarre, perché questo bulbo dall’aroma inconfondibile non farebbe parte della ricetta originale così come è stata creata nell’omonimo paesino reatino.

 

Carlo Cracco e l'aglio nell'amatriciana
Foto: Andrea Negro/LaPresse

UN “LAPSUS” –

Ma come sono andate esattamente le cose? Presto detto. Sabato sera lo chef Cracco è stato ospite nel salotto di Maria De Filippi a C’è posta per te: incalzato dalle domande della conduttrice, lo chef ha snocciolato gli ingredienti per l’amatriciana perfetta, tra cui, oltre al guanciale, al pecorino e al pomodoro, figurerebbe anche l’aglio in camicia. Non l’avesse mai detto: i commenti su Twitter si sono fatti esplosivi e nel giro di poche ore è arrivata anche la risposta indignata e perentoria del Comune di Amatrice, il piccolo centro in Provincia di Rieti che ha dato i natali alla famosa pasta. L’oggetto del contendere naturalmente è l’aglio, che la “vera” pasta all’amatriciana non dovrebbe vedere neanche con il binocolo. Ma il sindaco e gli assessori di Amatrice non sembrano disposti a passarci sopra:

L’Amministrazione Comunale è rimasta sconcertata da quanto accaduto sabato sera nella trasmissione “C’è posta per te” di Canale 5 con ospite il celebre chef Carlo Cracco, il quale ha affermato che nella ricetta dell’Amatriciana ci va anche “l’aglio in camicia” (!?), da lui ritenuto un suo segreto.
Ricordiamo che gli unici ingredienti che compongono la vera amatriciana sono guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino.
A rafforzare ancor di più l’autenticità della ricetta, rammentiamo l’istituzione del marchio DE.CO, che proprio qualche settimana fa ha visto fiorire i primi prodotti a Denominazione Comunale, tra i quali il guanciale Amatriciano ed il pecorino di Amatrice.
Siamo sicuri che da parte del celebre chef sia stato un “lapsus”, vista la sua storia professionale ed anche la sua capacità di stare al gioco, pubblicizzando una nota marca di patatine.

Poi, la precisazione: se Cracco vuole mettere l’aglio nell’amatriciana è liberissimo di farlo, ma che non la chiami amatriciana:

Ribadendo che siamo certi della buona fede del noto chef, siamo convinti che lo stesso abbia comunque piena libertà di inserire “l’aglio in camicia” nel sugo da lui preparato, e siamo ancora più convinti che tale sugo potrà anche essere buono, ma non lo si può chiamare Amatriciana. Il Comune di Amatrice sarà ben lieto di ospitare lo Chef Carlo Cracco nei luoghi dove ha avuto origine il “primo” piatto più famoso al mondo.

 

Facebook/Comune di Amatriciana
Facebook/Comune di Amatrice

 

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NO, L’AGLIO NELL’AMATRICIANA NO –

Lo chef-star per il momento non ha ribattuto per perorare la causa dell’aglio, ma nel frattempo la querelle ha fatto esplodere la discussione su Twitter. La materia è delicata – non si vedevano simili prese di posizione dai tempi del formaggio sulla pasta con il pesce o se nella carbonara sia meglio il guanciale o la pancetta – e più d’uno chiede che Cracco appenda al chiodo il grembiule dopo siffatto attentato culinario:

 

(Foto di copertina di Andrea Negroda archivio LaPresse)

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