Il videomessaggio di Papa Francesco a Expo: «Questa economia uccide»

07/02/2015 di Maghdi Abo Abia

«No a un’economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia uccide». Queste le parole, dure, di Papa Francesco espresse nel suo videomessaggio trasmesso in occasione del convegno «Le Idee di Expo 2015». Il Pontefice è stato chiaro. L’obiettivo, come ricordato nella sua Evangelii Gaudium, è quello di «superare la tentazione dei sofismi sul tema della fame. Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è la inequità».

Papa Francesco: «Questa economia uccide»
Lapresse-REUTERS/Stefano Rellandini

 «LA BORSA NON PUO’ FAR PIÙ NOTIZIA DI UN ANZIANO MORTO ASSIDERATO» –

Per Papa Francesco «Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole. Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto, gli esclusi non sono solo esclusi o sfruttati, ma rifiuti, sono avanzi». E questo stride con ciò che Giovanni Paolo II, continua Bergoglio, indicava con il nome: «Paradosso dell’abbondanza»: «c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Questo è il paradosso! Purtroppo questo paradosso continua a essere attuale».

 

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«BISOGNA AGIRE SULL’INEQUITÀ» –

La soluzione è quella di «rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire sulle cause strutturali della inequità. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica». E questa soluzione deve passare dalla politica: «Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità della persona umana e il bene comune. Purtroppo, pero’ questi due pilastri, che dovrebbero strutturare la politica economica, spesso “sembrano appendici aggiunte dall’esterno».

«LA POLITICA È UNA DELLE FORME PIÙ PREZIOSE DELLA CARITÀ» –

Ed è un errore secondo Papa Francesco quello di denigrare la politica, in quanto si tratta di una vocazione altissima, «una delle forme più preziose della carità perché cerca il bene comune. Siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita perché questo vi aiuta a servire veramente il bene comune e vi darà forza nel moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo. La terra – ha detto testualmente – e’ generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce».

«RISPETTATE LA TERRA» –

Papa Francesco ha rivolto un appello ai politici, industriali e banchieri presenti invitando loro a rispettare la Terra «che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni. Dobbiamo riportarla ai nostri figli migliorata, custodita, perche’ e’ stato un prestito che loro hanno fatto a noi. non è un’eredità che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori. La terra è generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce; è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni».

«PER CUSTODIRE IL MONDO DOBBIAMO AVER CURA DI NOI» –

Infine il Pontefice ritene che la custodia della Terra non deve essere considerato un impegno esclusivo dei cristiani: «Vorrei chiedere per favore a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilita’ in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per custodire dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi della tenerezza. Dobbiamo custodire la terra non solo con bonta’, ma anche con tenerezza».

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