Perché Isis attrae così tanti giovani

L’Isis ha un enorme successo tra i giovani musulmani radicali. L’estremismo propagandato da al-Baghdadi e dai suoi miliziani sui social media, i successi militari e la possibilità di realizzare un sogno jihadista attrae sempre più ragazzi di tutto il mondo verso la Siria e l’Iraq. Secondo diverse stime l’Isis dispone di 30 mila combattenti, che stanno crescendo grazie al forte fascino del califfato.

L’ISIS E I GIOVANI – 

La guerra contro l’Isis dura ormai da più di cinque mesi. A agosto e settembre sono iniziate le operazioni militari degli Stati Uniti e dei Paesi alleati contro il gruppo terrorista fondato da al-Baghdadi, erede di al-Qaida in Iraq del jihadista giordano al-Zarqawi.  I numeri di Isis rimangono preoccupanti. Secondo diverse stime i suoi combattenti sono 30 mila, e potrebbero crescere nei prossimi mesi visto che i jihadisti a livello mondiali dovrebbero essere più di 50 mila. Un articolo di Frankfurter Allgemeine Zeitung rimarca come l’Isis continui ad avere grande successo tra i più giovani. Sui social media la guerra viene racconta in diretta, e i combattenti vengono raccontati come eroi, con un’estetizzazione della violenza che non ha più nulla a che vedere con la religione. Sui siti di propaganda ci sono numerose frasi come “meglio vivere per niente o morire per qualcosa” che provengono da Rambo, il film di Silvester Stallone, e non dal Corano. Faz rimarca come pochi dei giovani jihadisti che ingrossano le fila dell’Isis non sappiano questa differenza, un’ignoranza che rivela come la loro conversione al fondamentalismo islamico abbia una motivazione religiosa piuttosto labile.  Uno degli ideologhi del jihadismo, Anwar al Awlaki, la guida di al-Qaida in Yemen ucciso dagli Usa nel 2011, aveva coniato un’altra frase  in stile Rambo, “Si può morire da vigliacco o da martire”.

L’ISIS E IL SUCCESSO –

Faz rimarca come le opinioni dei musulmani salafiti e dei jhadisti siano diventate sempre più radicali ed estremiste in questi mesi di continua propaganda dell’Isis. Il gruppo di al-Baghdadi ha consolidato un primato pressoché indiscutibile tra le formazioni terroriste, superando  nettamente al-Qaeda. Un successo favorito dalla sua propaganda sui social media, e dalla sua avanzata militare. Nessun gruppo terrorista era riuscito a ottenere un controllo su una così larga fetta di territorio, tanto da poter affermare con qualche sorta di credibilità di aver istituito un califfato. Grazie a questi successi l’Isis continua a ricevere un costante afflusso di nuove reclute, che hanno fornito alla formazione jihadista una significativa capacità di adattamento. Finora i Paesi occidentali che combattano contro l’Isis non sono riusciti a fare nulla contro questo fenomeno. I ragazzi che combattono per l’Isis sono attratti anche dalla ricompensa garantita per i soldati, 500 dollari mensili, una retribuzione interessante per vivere in Iraq o Siria. L’Isis si è organizzata come uno Stato, articolato territorialmente e dotato di istituzioni religiose e finanziarie.  Tutte le sue risorse, acquisiti principalmente con il traffico di petrolio, vengono indirizzate verso l’acquisto di armi e ricompense per i miliziani. I servizi erogati ai cittadini sono peggiorati, ma al momento le condizioni di vita all’interno del califfato non hanno determinato rivolte contro il potere. Una simile politica finanziaria renderà probabilmente impossibile la sopravvivenza dell’Isis come struttura substatuale, ma fino a che così tanti giovani jihadisti arriveranno da tutto il mondo per combattere sotto l’egida della bandiera nera il gruppo terrorista rimarrà una minaccia.

 

 

Photocredit TAUSEEF MUSTAFA/AFP/Getty Images

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