L’Isis ha ucciso 100 prigionieri dall’inizio del 2015

L’Isis ha ucciso un centinaio di prigionieri dall’inizio dell’anno in Iraq e in Siria, come denuncia l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani. Nel primo mese del 2015 i jihadisti hanno decapitato, lapidato o ammazzato in pubblico  diverse decine di persone che si trovavano nelle sue carceri, arrestati per blasfemia, prostituzione o spionaggio. L’Isis ha tolto la vita anche a diversi miliziani delle fazioni terroriste avverse, come al-Nusra, la sezione siriana di al-Qaida.

ISIS-

I reporter giapponsi Haruna Yukawa e Kenji Goto e il giordano Muaz al-Kasaesbeh non sono purtroppo le uniche vittime della brutalità dell’Isis in questo inizio 2015. Nell’ultimo mese l’organizzazione terroristica di al-Baghdadi ha ucciso almeno un centinaio di prigionieri in Siria e Iraq. Le esecuzioni dell’Isis sono state brutali, con carcerati decapitati, lapidati oppure uccisi su pubblica piazza. Le nuove uccisioni dell’Isis sono state documentate da un’Ong siriana, Osservatorio siriano per i diritti umani, grazie a testimonianze dirette raccolte nei territori controllati dall’organizzazione  terrorista islamica. Dall’estate del 2014 una vasta porzione di Siria e Iraq è sottoposta alla feroce repressione dell’Isis, che ha provocato diverse migliaia di morti. I jihadisti di al-Baghadi hanno ucciso un centinaio di prigionieri che erano finiti nelle loro carceri con diverse accuse quali blasfemia, prostituzione, oppure omosessualità. Altre persone sono state invece ammazzate perché ritenute spie del governo siriano oppure di Paesi stranieri avversi all’Isis come la Giordania, la Russia alleata di Assad e Israele.

SIRIA E IRAQ –

Secondo le fonti raccolte dall’ Osservatorio siriano per i diritti i terroristi dell’Isis hanno ucciso 50 prigionieri in Siria, tra cui i due ostaggi giapponesi e il pilota siriano le cui esecuzioni terrificanti sono state diffuse via video. In Siria sono stati uccisi circa 25 militanti di altri gruppi jihadisti, tra cui diversi esponenti di al-Nusra, la sezione siriana di al-Qaida. Nel vicino Iraq sono state rendicontate 48 esecuzioni, tra cui due cristiani, due giornalisti e tre avvocati. La maggior parte delle vittime sono state uccise con colpi di pistola o fucile sparati in pubblico. Le morti documentate sono probabilmente inferiori al vero numero di vittime dell’Isis. Nelle ultime settimane i peshmerga curdi hanno trovato diverse fosse comuni quando sono riusciti a ritornare nei territori occupati dall’Isis nel nord dell’Iraq prima dei bombardamenti americani. Diverse organizzazioni internazionali, tra cui l’Onu, hanno rimproverato all’Isis di uccidere su larga scala i propri prigionieri. In questo momento l’Isis controlla ancora una porzione di territorio significativa tra Iraq e Siria, l’area che viene definita califfato dal cosiddetto Stato islamico.

Photocredit: REUTERS/Social media via Reuters TV

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